2020-03-06
Niente mascherine, chiusi uffici Inps
Mancano anche le barriere in plexiglass: il direttore ferma gli sportelli nelle Marche. Carenze ovunque: in Lombardia consegnate 450 protezioni contro le oltre 4.000 chieste.Negli uffici dell'Inps, solitamente frequentati da utenti anziani e quindi particolarmente esposti ai rischi del contagio da coronavirus, gli operatori degli sportelli aperti al pubblico e i medici devono operare con grande cautela. Ma le mascherine Ffp3, le più efficaci contro il Covid19 grazie ai filtri montati su di esse, stanno arrivando a singhiozzo anche nelle sedi delle regioni più colpite. Per esempio in Lombardia sono in attesa di una fornitura di 3.830 pezzi. Nei giorni scorsi ne erano state consegnate 450, ma non erano certamente sufficienti per i circa 3.000 dipendenti. Per ora la protezione dei lavoratori è garantita dai pannelli di plexiglass che i tecnici stanno montando in tutte le sedi. Nella regione gli sportelli sono già stati chiusi per circa una settimana. In Veneto sono attesi nuovi approvvigionamenti di mascherine per i circa 1.500 dipendenti e la dotazione attuale «è in linea con quella della Lombardia». In tutta la regione le agenzie funzionano anche grazie ai divisori di plastica trasparente e le mascherine sono utilizzate solo dal personale che effettua le visite mediche di controllo.In Emilia Romagna abbiamo registrato una palpabile preoccupazione per i dipendenti, circa 2.000. Gli ordinativi delle mascherine sono stati fatti tramite la sede centrale (alcune partite sono giunte a destinazione), mentre la richiesta di approvvigionamento di protezioni presentata al prefetto di Bologna (che pare dovesse incaricare la Protezione civile) è rimasta per ora inevasa. «Purtroppo le mascherine, essendo monouso, non possono soddisfare il fabbisogno quotidiano di tutti, anche se poi è stato precisato che sarebbe opportuno che le protezioni fossero indossate soprattutto dai medici», ci riferiscono dalla direzione di Bologna. Dove puntualizzano che le mascherine avrebbero una durata massima di otto ore e che alla fine della giornata, «contrariamente a quanto sembrava in una prima fase», non avrebbero più la necessaria efficacia. Insomma «l'onere finanziario per dotare tutto il personale che ogni giorno sta agli sportelli sarebbe abnorme a fronte dell'efficacia». In Piemonte, dove lavorano 1.600 persone, dopo una prima fornitura, ne è stata chiesta una seconda. Per ora negli uffici sono stati montati separé in plexiglass. Negli uffici di Napoli, invece, ci sono 200 mascherine per 1.500 dipendenti. La settimana prossima dovrebbero essere consegnate le altre. Nelle Marche le protezioni non sono proprio arrivate e il direttore regionale Fabio Vitale ha annunciato la chiusura di tutti gli uffici sino al 15 marzo con un comunicato in cui ha ribadito le responsabilità, anche penali, dei datori di lavoro sulla salute dei propri dipendenti: «Considerati i potenziali rischi connessi alla diffusione del Covid19, ribaditi anche con decreto della presidenza del Consiglio dei ministri del 4 marzo […], considerato che la fornitura dei dispositivi di protezione del personale del front office non è ancora pervenuta, comunico che tutte le attività di sportello/consulenza delle strutture Inps delle Marche sono sospese da oggi (ieri per chi legge, ndr) 5 marzo 2020 al 15 marzo incluso». Sono state sospese anche le visite dei centri medico legali destinati ai controlli delle invalidità. Gli sportelli dell'Inps erano stati riaperti il 2 marzo dopo essere stati chiusi per una settimana. I sindacati hanno apprezzato la decisione di Vitale. Il coordinamento nazionale della Federazione dei lavoratori pubblici e funzioni pubbliche ha incitato gli altri dirigenti a imitarlo: «Viste le incertezze centrali, i direttori regionali possono e debbono disporre subito la chiusura delle sedi al pubblico, non si deve aspettare oltre, rischiando la messa in quarantena di intere sedi per casi diretti o indiretti di coronavirus. Non bastano più i palliativi in plexiglass, non ci sono le distanze di sicurezza, vanno evitati gli assembramenti di utenti fuori dalle sedi Inps. L'esempio da seguire, responsabile e coraggioso, viene dalla direzione regionale Marche che, per la seconda volta, si assume l'onere di disporre l'inevitabile sospensione di tutte le attività di sportello consulenza. Dove sta la tecnostruttura centrale, prima responsabile insieme al presidente della salute e sicurezza dei lavoratori e degli utenti Inps? Lo sanno che a Cremona un lavoratore Inps è stato colpito dal coronavirus?». Il sindacato ha ricordato ai vertici dell'ente presieduto da Pasquale Tridico i rischi che corrono: «I lavoratori debbono sapere che il dirigente che non approvi le richieste di lavoro a distanza è sanzionabile». Il decreto della presidenza del Consiglio e la circolare della Funzione pubblica, entrambi di mercoledì, «vanno applicati obbligatoriamente. L'evoluzione del contagio impone la chiusura delle sedi al pubblico e l'autorizzazione allo smart working per tutti».
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