2025-09-08
Il Nicaragua di Ortega apre ai separatisti del Donetsk
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Daniel Ortega (Getty Images)
Il governo guidato dalla coppia sandinista Ortega-Murillo ha firmato accordi commerciali con la Repubblica di Donetsk, rafforzando il legame con Mosca e Pechino. Una scelta politica che rilancia il ruolo di Ortega nella geopolitica del Sud globale, tra repressione interna e nuove alleanze.
Il governo guidato dalla coppia sandinista Ortega-Murillo ha firmato accordi commerciali con la Repubblica di Donetsk, rafforzando il legame con Mosca e Pechino. Una scelta politica che rilancia il ruolo di Ortega nella geopolitica del Sud globale, tra repressione interna e nuove alleanze.Il Nicaragua, guidato dalla coppia sandinista Daniel Ortega-Rosario Murillo, singolare caso di associazione alla presidenza di moglie e marito, ha deciso di intavolare accordi commerciali con la Repubblica di Donetsk. Managua, con una serie di mosse geopolitiche, è addirittura andata oltre il riconoscimento delle quattro repubbliche, ancora appartenenti all’Ucraina, ma che Mosca rivendica come sue.Daniel Ortega ha un passato da leader del movimento sandinista ed il Nicaragua ha sempre mantenuto la sua posizione nell’universo della cosiddetta internazionale socialista, ma adesso la sua linea di politica estera ha fatto un passo ulteriore e inaspettato. Con il riconoscimento politico delle quattro repubbliche filorusse, aveva già fatto capire il suo posizionamento geopolitico, ma il l’ultima mossa va a rimettere in gioco gli equilibri dell’America centrale. La firma di accordi commerciali è ovviamente soltanto una mossa politica, perché il Donetsk è un territorio in guerra e non ha nessuna produzione, né industriale né agricola e quindi al momentonon può avere nessun tipi di esportazioni o di importazioni. L’artefice di questo accordo è stato il figlio Laureano Ortega, un uomo assetato di potere e già sanzionato più volte dagli Stati Uniti con accusato di corruzione. In Nicaragua il familismo è diventata la normalità nella politica che ha visto il crollo di tutti gli ideali della rivoluzione sandinista e un riposizionamento politico che si getta fra le braccia della Russia, ma soprattutto della Cina. Pechino ha investito pesantemente anche in Nicaragua, uno stato che in realtà ha poco da offrire, ma vanta una posizione geografica invidiabile. Ortega ha voluto intensificare le relazioni politiche ed economiche con i paesi del gruppo dei Brics, aprendo canali preferenziali anche con i vicini di Venezuela e Cuba.In realtà la situazione economica del piccolo paese centramericano è molto complessa e nonostante una crescita annuale in linea con quelli dei paesi confinanti, il tasso di povertà resta fra i più importanti del continente. Mentre sceglie alleanze internazionali molto particolari, il governo di Managua strangola l’opposizione e resta fitto il mistero della morte di due importanti politici finiti nelle carceri di Ortega, senza nessuna accusa ufficiale. L’appoggio del Nicaragua non ha nessun peso internazionale nella guerra tra Russia e Ucraina, ma avvalora ancora una volta il lavoro che la diplomazia di Mosca sta portando avanti nel cosiddetto sud globale.Ma è soprattutto la modalità con cui si svolge la politica estera del presidente, ormai ex rivoluzionario, Ortega che è degna di nota. In passato, infatti, ha inserito fra i suoi diplomatici due personaggi dal nome ingombrante come Maurizio Gelli, figlio di Licio Gelli ex capo della Loggia massonica P2, ambasciatore prima in Slovacchia e poi in Spagna e Mohamed Farrara Lashtar, nipote dell’ex dittatore della Libia Muammar Gheddafi con il ruolo di responsabile dei rapporti con l’intero Medio Oriente. Un’impronta fortissima per la politica estera di uno staterello che altrimenti sarebbe assolutamente marginale e non salirebbe mai all’onore delle cronache se non per l’iperattivismo del suo presidente che sta stringendo in una morsa uno paese sempre più fragile ed impoverito.Mentre prosegue, con estrema lentezza, il confronto alla ricerca di una accordo fra Russia ed Ucraina, la geopolitica non si ferma e conferma quanto la Russia resti un protagonista assoluto. Il ministro degli Esteri Sergej Lavrov ha già inviato alcuni suoi delegati per rafforzare la presenza diplomatica in Nicaragua, mentre Xi Jinping ha promesso nuovi investimenti sempre nell’ambito, dell’enorme progetto della Via della Seta marittima. Un gesto che potrebbe essere dirompente in quello che gli Stati Uniti hanno sempre considerato come il loro giardino di casa e che difficilmente saranno disposti a perdere senza reagire.
Ecco #DimmiLaVerità dell'8 settembre 2025. Il generale Giuseppe Santomartino ci parla dell'attentato avvenuto a Gerusalemme: «Che cosa sta succedendo in Medio Oriente? Il ruolo di Hamas e la questione Cisgiordania».