2020-02-23
«Nessuno ci toglierà mai stile e qualità»
Parla il patron di Tod's: «Tutto il nostro lavoro gira attorno ai codici dell'italianità. La solidarietà è un'altra colonna del gruppo Con i nostri dipendenti c'è un rapporto di familiarità: privilegiamo l'aspetto umano e la sensibilità prima del semplice fatturato». La settimana della moda di Milano racconta la donna del prossimo inverno. Lo speciale contiene sei articoli e gallery fotografiche. Trentasette indossatrici più un modello hanno sfilato per la nuova collezione Tod's firmata da Walter Chiapponi, il direttore creativo che ha avuto il compito di ripensare al guardaroba da donna, per il prossimo inverno, della maison famosa nel mondo per l'iconico gommino. Scelta, non a caso, da Lee Radzwill, Gianni Agnelli, Lady D, tanto per citarne alcuni. Una storia importante. Classicità, buon gusto italiano alla base. Diego Della Valle pare molto soddisfatto, giustamente, del lavoro fatto. «Rispetta i nostri codici: l'italian lifestyle è il codice principale insieme alla qualità e tutto deve girare intorno a questi due concetti», spiega il patron del gruppo Tod's. I dati dei primi tre mesi della moda erano assolutamente positivi ma c'è stato l'imprevisto coronavirus. Come lo state fronteggiando? «Tutto era partito in modo eccellente. Fronteggiamo con il buon senso, tenendo conto che il primo pensiero è la salute delle persone e quindi dobbiamo fare in modo che tutti stiano al meglio e che nessuno corra dei rischi. Dobbiamo essere pronti e solidali con i nostri amici cinesi che sono tanti e sapendo che tra qualche mese si prenderà una piega migliore. Nel frattempo, per quanto riguarda il nostro gruppo, come si dice nel calcio, giochiamo di contropiede, un po' in difesa e un po' in attacco. L'attacco è avere negozi tenuti al meglio e la difesa è quello di stare attenti a non avere troppi prodotti nei negozi. Tra qualche mese, quando le cose ricominceranno, saremo pronti come lo eravamo fino a un mese e mezzo fa. La cosa veramente importante è che tutti stiano bene e che finisca questo calvario per il popolo cinese. Come diciamo noi qui da Tod's, “together for China"». Cosa si può fare per la Cina? «Intanto è un grande Paese e sanno loro cosa devono fare. Per quanto ci riguarda, qualsiasi tipo di disagio si possa creare, come gente che non può viaggiare, problemi a trovare le case, insomma, tutto quello che si può fare per i nostri dipendenti lo stiamo facendo e se ne occuperà l'azienda. Abbiamo costituito un fondo per tutti i nostri dipendenti e le loro famiglie e per i disagi economici che possono avere. Loro lo sanno e ora, quello che noi vogliamo, è che tutto torni prima possibile nella normalità e intanto vogliamo che la gente che lavora per noi stia nel modo migliore e ci auguriamo che gli amici cinesi superino il prima possibile questo momento». Quanti dipendenti avete in Cina? «Tra i 600 e i 700. Abbiamo molti negozi e abbiamo persone che stanno con noi da una vita. I rapporti non sono più tra azienda e dipendente, molti sono rapporti familiari. Ci sono rapporti personali molto forti. Sono tutti molto solidali in un momento così difficile per la Cina. Vedo che la gente risponde in modo serio, mettendo i valori umani prima ancora dei fatturati. E questo è una bella cosa. Cerchiamo di alleggerire le tensioni. Tutti i nostri dipendenti nel mondo sono molto vicini ai dipendenti cinesi». In questo momento le aziende sono chiuse in Cina? «Sì, molte. È tutto abbastanza fermo. La gente sta aspettando di capire bene cosa fare. Il fatto che l'epidemia si sia un poco fermata li fa essere più ottimisti. Le sensazioni di mercato dicono che nell'arco di un mese e mezzo tutto ricominci gradatamente e che la vita inizi a normalizzarsi. Ho vissuto anche il momento della Sars e bisogna essere molto attenti, prudenti, riflessivi senza enfatizzare troppo perché la gente deve vivere tranquilla e non con preoccupazioni eccessive». Trova sia peggio questo momento rispetto a quello della Sars? «La differenza sta nell'importanza che la Cina aveva allora rispetto a quella che ha oggi nei mercati. Sotto l'aspetto sostanziale, non sono un medico, ma è molto simile. Sotto l'aspetto delle dimensioni, oggi la Cina è un protagonista mondiale e stava costruendo un mercato domestico che è il più importante del mondo». Quello che sta accadendo non può esser un invito alle aziende italiane di smetterla di delocalizzare e iniziare a riportare la produzione in casa? «Noi siamo sostenitori totali del made in Italy, ma molte aziende non hanno altra scelta di produrre certe cose nei Paesi dove il costo della manodopera è più basso. Quindi ognuno deve fare i conti a casa propria. L'unica cosa che si deve cerare di fare è di essere molto solidali. Noi siamo un popolo solidale, sempre. Sia quando capita il terremoto a casa nostra sia quando accade un dramma come questo in Cina. Mi piace vedere la gente che mette al primo posto la sensibilità umana». Ci possono essere previsioni economiche? «No, non ci sono previsioni, è ancora presto. Vedremo. Ognuno di noi ha fatto i suoi piani per i prossimi tre o quattro mesi e monitoriamo di settimana in settimana quello che sta succedendo». Se questa situazione dovesse perdurare, quali strategie pensate di mettere in campo? «La Cina nel mondo del lusso e della qualità pesa per tutti, per noi non in un modo straordinariamente grande. Quello che stiamo facendo è usare il buon senso. Abbiamo degli scenari di due tipi e in base a come andranno le cose ci muoveremo. Quello che vogliamo è che i negozi siano sempre al meglio, che i prodotti non manchino, perché tra qualche mese, il mondo da quelle parti ricomincerà a girare come prima e noi dobbiamo esser pronti. Potrebbero rallentare i numeri ma non la gestione del nostro business». <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/nessuno-ci-togliera-mai-stile-e-qualita-2645224064.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="scervino-gioca-sulle-trasparenze-etro-trasforma-la-donna-in-dandy" data-post-id="2645224064" data-published-at="1757911589" data-use-pagination="False"> Scervino gioca sulle trasparenze. Etro trasforma la donna in dandy Secondo corsi e ricorsi più o meno regolari, si ritorna a parlare di mascolinizzazione della moda femminile. E viceversa. Perché ormai i due mondi dialogano fino a fondersi in un unico universo. Ermanno Scervino è un maestro del tema e segue sempre la sua filosofia. Da sempre mette insieme delicatezza e forza, frivolezza e severità che si sviluppano in abiti lingerie portati con le giacche da uomo. La regola della seduzione per Ermanno Scervino è semplice. «Si gioca sulle trasparenze. Non bisogna per forza scoprire la pelle e mostrarla nuda», spiega lo stilista fiorentino. Aprono la sfilata un cappotto e una mantella ricamati con filo ritorto da sapienti mani rigorosamente toscane. Principe di Galles glitterato con scarpe nello stesso tessuto per il completo da uomo ultrafemminile, total gold come contrasto al maschile, anche se l'anima del tessuto resta da uomo con lane lavate e trattate, eco pelle, un must per Scervino, per abiti con intagli piazzati. Ha il fascino intramontabile del dandy e del gaucho argentino la femminilissima donna di Etro. È un mix folk-borghese che spinge l'acceleratore su uno spirito nomade per donne libere e indipendenti. E allora ecco i caldi maglioni jacquard, jeans ricamati e pantaloni da equitazione in camoscio arricchiti da inserti di tessuti a righe, camicie annodate al collo o con dettagli di rouches, tute in soffice cashmere e impeccabili completi maschili dall'eleganza sartoriale. Bellissima la Black pegaso, la nuova versione laccata dell'iconica borsa Etro. Da Eleventy, maschile e femminile si coniugano alla perfezione fin dall'inizio. Nella nuova collezione, presentata da Paolo Zuntini che da quest'anno si affida alla designer Cristina Ortiz, c'è voglia di un nuovo lusso. La base di partenza è«l'arte del saper fare». Eleventy, per il prossimo autunno inverno, punta su rigorosi galles, gessati e maxiceck in soft-flannel, velluti corduroy, shearling. Paul Andrew, direttore creativo di Salvatore Ferragamo, guarda alle 1.000 personalità delle donne. «Il mondo femminile, così come quello maschile, sono oggi chiamati a un riesame degli archetipi del vestire» afferma Andrew. Un vestire che definisce il corpo e supera il concetto di abbigliamento, oggi obsoleto sia per l'uomo, sia per la donna. Luisa Spagnoli strizza l'occhio agli anni Settanta ma anche a dettagli della pittura fiamminga come importanti colli di pizzo. Belle le cappe «agili, corte al ginocchio o lunghe a metà polpaccio, rifuggendo da atmosfere cavalleresche ricordano Marisa Berenson o la Diana Ross di Mahogany», racconta Nicoletta Spagnoli. Saldarini continua l'impegno della ecosostenibilità con l'etichetta Cashmere flakes, il cashmere certificato della Mongolia, raccolto durante la muta spontanea delle capre Hircus in primavera. I filati di Biancalancia si distinguono per l'alta qualità: maglie di lana merinos extrafine Loro Piana, cashemere/seta preparato con carde a cappello in lavorazioni su finezze estreme, definiscono l'eccellenza della collezione. Maglieria straordinaria è quella di Cividini che nella vasta collezione presenta anche quattro maglie prodotte con gli scarti dei filati. Alabama Muse è una collezione animal friendly fur made in Italy. Fondatrice e direttore creativo del brand è Alice Gentilucci, stylist di fama internazionale: «Volevo una pelliccia ma l'amore per gli animali ha prevalso sulla mia vanità». <div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem2" data-id="2" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/nessuno-ci-togliera-mai-stile-e-qualita-2645224064.html?rebelltitem=2#rebelltitem2" data-basename="elisabetta-franchi" data-post-id="2645224064" data-published-at="1757911589" data-use-pagination="False"> Elisabetta Franchi È uscita in passerella in jeans e camicia bianca. E dietro di lei tutta quella marea di indossatrici vestite di tutte le declinazioni del rosa. Elisabetta Franchi ha da tempo il vento in poppa: numeri in costante crescita, progetti di successo su più fronti e l'approdo in Borsa. «Fin dalla notte dei tempi, il rosa rappresenta l'essenza della femminilità, arma di seduzione cosciente», dice.In un mondo fatto di persone colorate dalle mille sfumature diverse, sfila la collezione per il prossimo inverno 2020-21 di Elisabetta Franchi, un racconto che ha come protagoniste «le donne, creature che con i loro pensieri e azioni ci hanno portato a preferire un immaginario fatto di individualità nei toni del rosa».Una passerella densa di forze ispiratrici, che celebra una donna che può tutto, libera di essere ciò che sente e desidera. Elisabetta Franchi comunica attraverso il colore unicità e forza dell'universo femminile, con una bandiera dalle tonalità tenui in un percorso di donne diverse e riconoscibili allo stesso tempo, svelando così una natura finalmente tornata autentica. <div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem3" data-id="3" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/nessuno-ci-togliera-mai-stile-e-qualita-2645224064.html?rebelltitem=3#rebelltitem3" data-basename="philosophy" data-post-id="2645224064" data-published-at="1757911589" data-use-pagination="False"> Philosophy «Ho riflettuto molto sul valore che diamo agli abiti oggi, su ciò che vuole dire custodirli, riutilizzarli, tramandarli e amarli» ha spiegato Lorenzo Serafini stilista di Philosopy. «Ho preso i capi della collezione e ho iniziato a lavarli, tingerli, decolorarli poi li ho abbelliti di frange, diamanti e fiori per renderli speciali e dare loro unicità in un processo che ha richiesto molto tempo e dedizione accurata. Ho immaginato chi indosserà questi abiti e come li interpreterà, sperando che possano essere custoditi e amati. Ho tenuto sempre la poesia alla base di questo mio lavoro perché penso sia un'attitudine dalla quale non mi separerei mai».La collezione Philosophy di Lorenzo Serafini prende vita tra i contrasti delle donne e indaga la loro voglia di saper giocare con gli abiti dando loro un carattere attraverso innumerevoli lavorazioni per renderli in grado di custodire il passato e il presente di chi li indossa. Una collaborazione con Liberty ha permesso di trasformare gli storici tessuti a fiori in una versione completamente inedita e personale, andando a rielaborare i capi con giochi di colore, texture inaspettate e bagliori di luce. Questa stagione si è aggiunto uno strato fatto di morbide coperte di lana trasformate in maxi cappotti e cappe. Non un caso anche la location dello show: le sale del cinquecentesco Palazzo Spinola sede della Società del Giardino, circolo apolitico tra i più antichi del mondo fondato nel 1783 da un gruppo di cittadini della borghesia meneghina e ancora oggi punto di riferimento sociale e intellettuale della città. Il circolo aveva intenti di svago e ricreazione, assumendo poi nel tempo una sempre maggiore connotazione culturale e istituzionale. Le sale della Società del Giardino hanno ospitato molti protagonisti della storia italiana ed internazionale: re, imperatori, primi ministri, statisti, cardinali, premi Nobel, uomini di scienza, d'arte e di cultura tra cui Stendhal, Balzac, Radetzky e Liszt. <div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem4" data-id="4" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/nessuno-ci-togliera-mai-stile-e-qualita-2645224064.html?rebelltitem=4#rebelltitem4" data-basename="bartolotta-e-martorana" data-post-id="2645224064" data-published-at="1757911589" data-use-pagination="False"> Bartolotta e Martorana Il mondo dell'immaginazione è il luogo più sicuro per liberare la propria fantasia, dove tutto è magicamente a portata di mano come dentro un grande Luna Park. Simone Bartolotta e Salvatore Martorana sono il simbolo del giovane Made in Italy che guarda al futuro in modo audace e travolgente.Entrambi siciliani, ammiratori dello stile drammatico, teatrale e romantico creano abiti emozionali in grado di colpire per la loro originalità, creatività e innovazione. Bartolotta e Martorana propone una nuova visione di capi dallo stile neoclassico uniti a materiali tecnologici e sportivi, ricami tridimesionali e lavorazioni artigianali.La nuova collezione di Bartolotta e Martorana è caratterizzata da colori decisi, superfici cangianti, pailettes, frange, velluto laserato (tagliato a laser) effetto «tattoo» e organza stampata che si ispira alle piccole luci sfuocate di una giostra in movimento.Tutto diventa magico come in un film di Tim Burton dove il proibito carico di seduzione diventa a portata di mano e cresce il desiderio di mostrarsi e apparire per essere approvati e condivisi. I blocchi di colore diventano protagonisti di capi minimal che si caricano di emotività e di Phatos grazie a una energia emanata dall'accostamento del nero, al rosso scarlatto e al blu navy.I disegni decorativi e i ricami tridimensionali della collezione impreziosiscono i tessuti, i volumi vaporosi e le fluttuanti gorgere enfatizzano il mondo del circo in abiti trasversali che definiscono una bellezza senza tempo. <div class="rebellt-item col2" id="rebelltitem5" data-id="5" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/nessuno-ci-togliera-mai-stile-e-qualita-2645224064.html?rebelltitem=5#rebelltitem5" data-basename="emporio-armani" data-post-id="2645224064" data-published-at="1757911589" data-use-pagination="False"> Emporio Armani La collezione Emporio Armani è il lato più giovane della moda di Giorgio Armani. E per il prossimo inverno il grande stilista vede una donna volitiva, eclettica e capace di scelte decise. Con pochissimo riguardo per le regole noiose, è una giovane donna che spiazza e sorprende, giocando con la moda e scrivendo da sola le regole del gioco, per raccontare com'è davvero. Sempre in bilico tra maschile e femminile, questa stagione estremizza le scelte, esprimendosi in piena libertà, in un discorso istintivo e pieno di ironia. Veste come un dandy, con le giacche lunghe e liquide, i piccoli blazer dall'abbottonatura alta e i pantaloni ampi e morbidi. E non rinuncia mai alla camicia bianca con al collo il cravat o lo jabot. Rompe il rigore maschile dei check e dei macro pied-de-poule con tocchi di pizzo e cascate di velluto. Oppure, diventa iperfemminile, in un moltiplicarsi di piccoli volant, di boa di maglia. Le gambe si scoprono grazie a abiti corti e shorts. Il gioco dei contrasti è un racconto di forme, ma soprattutto di materie e colori: bianco e nero e tre diverse tonalità di verde - giada, bosco e trifoglio - mentre le lane dense e maschili s'intrecciano con la lucentezza della seta e dei cristalli.Il velluto è segno che ricorre anche sugli accessori: scarpe piatte dalle punte affilate, sandali ricoperti di cristalli, piccoli secchielli, clutch.
Ecco #EdicolaVerità, la rassegna stampa podcast del 12 settembre con Carlo Cambi
iStock
Dopo l'apertura dei lavori affidata a Maurizio Belpietro, il clou del programma vedrà il direttore del quotidiano intervistare il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, chiamato a chiarire quali regole l’Italia intende adottare per affrontare i prossimi anni, tra il ruolo degli idrocarburi, il contributo del nucleare e la sostenibilità economica degli obiettivi ambientali. A seguire, il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, offrirà la prospettiva di un territorio chiave per la competitività del Paese.
La transizione non è più un percorso scontato: l’impasse europea sull’obiettivo di riduzione del 90% delle emissioni al 2040, le divisioni tra i Paesi membri, i costi elevati per le imprese e i nuovi equilibri geopolitici stanno mettendo in discussione strategie che fino a poco tempo fa sembravano intoccabili. Domande cruciali come «quale energia useremo?», «chi sosterrà gli investimenti?» e «che ruolo avranno gas e nucleare?» saranno al centro del dibattito.
Dopo l’apertura istituzionale, spazio alle testimonianze di aziende e manager. Nicola Cecconato, presidente di Ascopiave, dialogherà con Belpietro sulle opportunità di sviluppo del settore energetico italiano. Seguiranno gli interventi di Maria Rosaria Guarniere (Terna), Maria Cristina Papetti (Enel) e Riccardo Toto (Renexia), che porteranno la loro esperienza su reti, rinnovabili e nuova «frontiera blu» dell’offshore.
Non mancheranno case history di realtà produttive che stanno affrontando la sfida sul campo: Nicola Perizzolo (Barilla), Leonardo Meoli (Generali) e Marzia Ravanelli (Bf spa) racconteranno come coniugare sostenibilità ambientale e competitività. Infine, Maurizio Dallocchio, presidente di Generalfinance e docente alla Bocconi, analizzerà il ruolo decisivo della finanza in un percorso che richiede investimenti globali stimati in oltre 1.700 miliardi di dollari l’anno.
Un confronto a più voci, dunque, per capire se la transizione energetica potrà davvero essere la leva per un futuro più sostenibile senza sacrificare crescita e lavoro.
Continua a leggereRiduci
Chi ha inventato il sistema di posizionamento globale GPS? D’accordo la Difesa Usa, ma quanto a persone, chi è stato il genio inventore?