2020-06-19
Nessun rinvio per Ires e Irpef anche se lo Stato ci guadagnerebbe
La Lega propone di spostarle al 30 settembre. Nel 2019 la Ragioneria aveva dato l'ok.Ci sono circa 270.000 imprese sull'orlo del fallimento e un milione di posti di lavoro a rischio. L'Italia sperimenta sulla sua pelle la più devastante crisi economica in tempo di pace dal 1861 a oggi. Proviamo a esprimerci in maniera più brutale. Se dall'anno prossimo l'Italia tornasse a correre (si fa per dire) al tasso medio di crescita registrato da quando è nell'Eurozona ed escludendo, ovviamente, il catastrofico 2020 (parliamo di uno 0,44% annuo) torneremmo ad avere il reddito del 2007 nel 2050. Tutto questo però non è sufficiente perché Giuseppe Conte e Roberto Gualtieri cambino idea e quindi proroghino dal 30 giugno al 30 settembre i termini per versare almeno 10 miliardi di acconti e saldi Irpef e Ires. Ci sta provando - da più di una settimana - il deputato leghista Alberto Gusmeroli, sindaco di Arona (Novara) e vicepresidente della commissione Finanze. Gusmeroli chiede semplicemente che venga ripetuto in questo anno eccezionale e terribile ciò che il governo gialloblù ha fatto l'anno scorso in tempi «quasi normali»: dare cioè alle imprese e ai contribuenti almeno 90 giorni in più prima di pagare. Giusto il tempo di verificare un minimo accenno di effettiva ripresa estiva prima di far svenare i contribuenti. Ma se non ci pensano i 5 stelle a promuovere una dilazione fiscale di cui sono stati involontari e quasi ignari artefici con il Conte 1, figuratevi se ci pensa il Pd. Il partito «straniero» e delle tasse contrario a tutto ciò che è impresa. I funzionari di Via XX Settembre, secondo i bene informati del ministero, sembrano aver «preso in ostaggio» il governo. Ci sarebbero problemi di liquidità e quindi si lascia perdere l'emendamento 24024 di Gusmeroli che finirebbe per «destabilizzare la programmazione finanziaria del Mef». E i sottosegretari Laura Castelli e Antonio Misiani, usi a obbedir tacendo, manco ci pensano a mettere l'operazione nell'agenda di Gualtieri che, sempre secondo i bene informati di Via XX Settembre, sarebbe pregiudizialmente contrario alla misura. Le imprese e i contribuenti hanno da pagare. E pensare che il costo per le casse dello Stato sarebbe praticamente nullo. Lo certifica addirittura la Ragioneria generale dello Stato in un parere espresso nel 2019 quando questa manovra è stata effettuata senza particolari patemi. Il perché è presto detto. «Ho recuperato il parere che aveva dato la Ragioneria dello Stato quando l'anno scorso abbiamo prorogato le tasse da giugno a settembre. E ricordavo un costo minimo per una proroga che vale oltre 10 miliardi di euro sollevando tantissime attività economiche e cittadini da un obbligo pesantissimo» sottolinea Gusmeroli, raggiunto telefonicamente. Ed ecco materializzarsi la relazione tecnica del Ragioniere dello Stato secondo cui l'unica cosa da considerare è l'effetto finanziario connesso al «costo figurativo dell'indebitamento dello Stato» per valutare questa manovra. «Stavamo parlando all'epoca di 1,5 milioni di euro» conclude il deputato leghista. Praticamente nulla perché il Bot a un anno allora rendeva lo 0,075% che «parametrato a tre dodicesimi in ragione d'anno (periodo fissato prudenzialmente tra il 30 giugno e il 30 settembre 2019)» portava appunto il costo effettivo della proroga a poco più di un milione e mezzo di euro secondo la Ragioneria generale. Ma oggi il Bot a un anno ha un rendimento addirittura negativo (-0,133%) e quindi lo Stato dando un sacrosanto sollievo a milioni di imprese piegate dal lockdown ci guadagnerebbe pure potendosi indebitare a un costo negativo. Peraltro, le banche si strappano letteralmente di mano questi Bot nonostante il rendimento sotto lo zero potendosi indebitare con la Bce a un tasso negativo dell'1%. Lo scorso 10 giugno gli investitori avrebbero infatti acquistato oltre 12 miliardi di Bot a fronte dei 7 offerti dal Tesoro. Tutte cose misteriose o magiche per un Giuseppi duramente provato dagli aperitivi a Villa Pamphili in questi giorni di Stati generali.
Ecco #DimmiLaVerità dell'11 settembre 2025. Il deputato di Azione Ettore Rosato ci parla della dine del bipolarismo italiano e del destino del centrosinistra. Per lui, «il leader è Conte, non la Schlein».