2024-09-24
Nella legge di Bilancio più soldi agli statali. Landini è sulle barricate
Aumenti del 6% per 200.000 dipendenti dei ministeri Cgil e Uil possono far saltare il tavolo. Oggi l’incontro.L’aumento delle retribuzioni è uno dei tarli di questo governo. Al di là dei giochi della politica e dei batti e ribatti sul tema del salario minimo, l’esecutivo Meloni è consapevole che negli ultimi anni l’inflazione ha ulteriormente eroso il potere d’acquisto dei cittadini e che è sulla partita del rinnovo dei contratti che si possono dare dei segnali concreti e veloci. Per questo prende sempre più corpo la volontà di inserire in manovra tra i 200 e i 250 milioni di euro per consolidare gli aumenti in busta paga degli statali. Parliamo del comparto che comprende ministeri, agenzie fiscali ed enti pubblici non economici, per il triennio che inizia nel 2022 e si chiude nel 2024. Complessivamente circa 200.000 dipendenti. In questa partita lo Stato è rappresentato dall’Aran (l’Agenzia che negozia per la pubblica amministrazione) e ha già confermato la proposta di incrementi della retribuzione media complessiva a regime di 160 euro, pari al 5,74%. Il governo aggiungerebbe un pezzetto. Un altro 0,22% in forma di salario accessorio. In modo da arrivare ad aumenti pari al 6%. La trattativa sta per entrare nel vivo (oggi è previsto un nuovo incontro alle 10 e 30 all’Aran), ma il problema (come aveva già evidenziato La Verità) resta quello dell’ostilità che ancora una volta sembra pregiudiziale di Cgil (soprattutto) e Uil. Non sembra, infatti, che le aperture dell’esecutivo abbiamo intaccato la posizione delle due sigle che stanno organizzando insieme anche altre manifestazioni anti-governative e stanno raccogliendo le firme per il referendum politico contro l’autonomia. E qui un po’ di numeri ci vengono in soccorso. Da un lato, infatti, è vero che le risorse messe a disposizione dal governo (e che probabilmente saranno incrementate nella manovra) consentirebbero di realizzare un aumento medio decisamente inferiore rispetto all’inflazione del periodo e quindi non consentirebbe di recuperare la perdita del potere di acquisto del periodo (dove l’Ipca al netto dei beni energetici ha segnato un aumento dei prezzi pari al 13,4%), ma è è indiscutibile che parliamo di aumenti quasi doppi rispetto a quelli precedenti. Nel triennio 2016-2018 infatti le trattative tra Stato e sindacati si erano fermate a rialzi del 3,48%, mentre nella tornata 2019-2021 non si era andati oltre il 4,07%. Insomma, il governo sta già facendo un grande sforzo per venire incontro alle esigenze degli statali e alle richieste dei sindacati. E se la pretesa è quella di recuperare appieno il 13% di potere d’acquisto perso causa inflazione è evidente che ci troveremmo di fronte a un’opposizione politica. Senza dimenticare che mai come in questi casi, il tempo è denaro. Il ritardo con cui si stipula un contratto produce, comunque, un danno alla tutela del potere di acquisto dei lavoratori. In questo momento, infatti, Aran e rappresentanze degli statali dovrebbero già essere impegnate a trattare il rinnovo del contratto 2025-2027. E l’indennità di vacanza contrattuale in corso di erogazione (corrisposta anticipatamente ai dipendenti delle amministrazioni statali) assorbe poco meno della metà delle risorse stanziate destinabili, a regime dal 2024, per gli aumenti retributivi. Dove si gioca quindi la partita? Sul filo dei consensi. Da quanto risulta alla Verità è davvero arduo infatti pensare che ci possa essere un passo indietro delle due sigle più anti-governative, mentre la Cisl è decisamente più aperturista e non è detto che la sua linea non possa incontrarsi con quella degli autonomi per arrivare a ottenere una maggioranze dei consensi e firmare il rinnovo. Una firma separata rappresenterebbe un unicum. Mai era successo prima infatti che si arrivasse a una spaccatura del genere sul pubblico impiego. Ma è altrettanto vero che mai come oggi Cisl da una parte e Cgil e Uil dall’altra sono agli antipodi nel modo in cui intendono dare corpo alla battaglia per difendere gli interessi dei lavoratori.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.