2020-06-28
Nella gara tra incapaci la Azzolina stravince
Da Valeria Fedeli a Marianna Madia, di ministri scarsi ne abbiamo avuti parecchi. Ma il Conte bis brilla per impreparazione e ha una regina indiscussa: la titolare dell'Istruzione. Ieri l'ultima gaffe su Scampia, che arriva dopo una gestione imbarazzante dell'emergenza.In quasi tre quarti di secolo di storia repubblicana, di ministri scarsi ne abbiamo avuti tanti. Per rimanere ai casi più recenti, basti ricordare Valeria Fedeli, ministro dell'Istruzione senza istruzione, oppure Marianna Madia, l'evanescente amazzone che Matteo Renzi mise alla Funzione pubblica. Tuttavia, benché gli annali ci restituiscano storie di politici per caso che al governo si distinsero come campioni e campionesse di gaffe, credo che il numero di incompetenti e incapaci messo insieme con il governo Conte bis superi tutti i precedenti. Difficile infatti trovare un simile campionario di inesperienze. A cominciare da Nunzia Catalfo, ministro del Lavoro, passando per Fabiana Dadone, ministro della Pubblica amministrazione, si arriva a Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, e a Roberto Gualtieri, ministro dell'Economia. A tenerli uniti nell'esecutivo c'è un minimo comune denominatore e cioè il fatto che quasi nessuno di loro conosce la materia di cui è responsabile.Però, a superare tutti, primeggiando nella classifica dell'impreparazione al governo, è Lucia Azzolina, ministro dell'Istruzione. Se gli altri suoi colleghi ricoprono un incarico al di sopra delle loro possibilità, lei sembra non ricoprire proprio niente, nel senso che sta al ministero, alla guida di uno dei settori più delicati della Pubblica amministrazione, perché da lei dipendono centinaia di migliaia di insegnanti e milioni di studenti, ma è come se non ci fosse. Che non si trattasse della persona giusta al posto giusto lo si era capito subito, fin da quando un professore ha analizzato la sua tesina, scoprendo che il 17,8 per cento era copiato. Poi, con il passare dei mesi, si è visto che quando apre bocca spesso lo fa per sparare una sciocchezza. L'ultima è di ieri: parlando della situazione degli edifici scolastici, la Azzolina ha detto che a Scampia ci sono scuole che sono costrette a fare lezione in appartamento. Peccato che, per quanto sia grave la situazione a Scampia, nel quartiere di Napoli non esistono scuole in appartamento e alla fine il ministero è stato costretto a rettificare. Pochi giorni prima, parlando di un insegnamento più attento ai bisogni degli alunni, la responsabile dell'Istruzione ha spiegato che «gli studenti non sono imbuti da riempire di conoscenze». Una frase che ha suscitato le ironie dei social, visto che l'imbuto non si riempie, ma semmai serve a svuotare qualche cosa. E quando la ministra ha provato a rettificare, tirando in ballo l'imbuto di Norinberga, l'attore Luca Bizzarri le ha risposto via Twitter: «Infatti viene riempito lo studente, non l'imbuto. C'è anche il disegnino, lo ha pubblicato lei, ministro». Per non dire di quando la signora ha provato a correggere Matteo Salvini, che l'aveva criticata per l'idea di una barriera di plexiglas intorno a ogni studente, per evitare contagi. La Azzolina aveva replicato piccata al leader leghista che plexiglas si scrive con due «s», ma il dizionario le ha dato implacabilmente torto. Sì, il ministro dell'Istruzione, procedendo con una tradizione inaugurata da alcuni suoi predecessori, pur avendo due lauree non mostra molta istruzione: se ce l'ha, la tiene ben nascosta.Tuttavia, lasciando perdere le gaffe, la sua peggiore prova l'ha data da quando è scoppiata l'epidemia di coronavirus. Con le scuole chiuse, pure lei si è rinchiusa al ministero, riuscendo a far precipitare docenti e studenti in una specie di limbo, senza nessuna certezza né sulle lezioni, né sugli esami. Fino all'ultimo, nessuno sapeva che cosa fare, come organizzarsi in vista delle prove della maturità, come valutare gli esaminandi. Sì, grazie alla sua indecisione, la scuola è stata lasciata nel caos e l'anno scolastico si è chiuso come si è potuto. Ma peggio della fine delle lezioni minaccia di essere l'inizio, in quanto nessuno sa ancora quali siano le regole della riapertura. In principio la Azzolina aveva lasciato intendere che gli studenti avrebbero dovuto alternarsi in classe: a giorni pari un gruppo, a giorni dispari un altro. Poi, capito che non si poteva fare, è spuntata l'idea del plexiglas, con una «s»: mettiamo gli studenti dentro una scatola trasparente. Ora si fa largo la proposta del distanziamento fra i banchi, idea formidabile, ma di difficile realizzazione quando si hanno locali angusti e 30 studenti per classe. I presidi si sentono abbandonati a loro stessi, con il peso di dover vigilare anche sulla tutela della salute oltre che sul corretto svolgimento delle lezioni. I sindaci e i governatori delle Regioni anche. Insomma, la scuola si è chiusa nel caos e quasi certamente riaprirà nel caos. Perfino il suo predecessore, Lorenzo Fioramonti, pure lui eletto con i 5 stelle, se n'è accorto, tanto da dire che la Azzolina starebbe portando l'istruzione allo sconquasso e «per il ritorno a settembre c'è davvero da preoccuparsi». E se lo dice lui, che al ministero non è ricordato come un fulmine di guerra, c'è da credergli.