2018-10-04
Nel Def contentino all’Ue sul deficit. Intatto il piano su tasse e pensioni
Svelate le percentuali: disavanzo al 2,4% nel 2019, 2,1% nel 2020 e 1,8% nel 2021. Giovanni Tria: «Debito giù di 4 punti». Al via gli investimenti pubblici. Tra le novità 10.000 assunti nella sicurezza e tagli al comparto della Difesa. Le percentuali dedicate agli investimenti sulle infrastrutture saliranno dallo 0,2% del 2019 (poco) allo 0,4% del 2021. Promesse scritte sulla sabbia, tanto si sa che l'autunno del 2019 (quando si definirà la manovra del 2020) è molto più lontano di quel che possa sembrare. La giornata di ieri è cominciata con Borsa e spread sotto controllo. Poi con il consueto appuntamento di Bruxelles ha preso il microfono il commissario agli Affari economici, Pierre Moscovici, per ribadire ai mercati che «gli italiani hanno scelto un governo euroscettico e xenofobo». Come se tale concetto impedisse di investire su un Paese. Se così fosse le Filippine dovrebbero vedere gli investimenti esteri in grande calo dopo l'arrivo di Rodrigo Duterte. In realtà quello di Moscovici è un tentativo di alzare la polvere nella speranza che la compagine gialloblù non arrivi a maggio quando si terranno le prime vere elezioni del Parlamento europeo. Di fronte a un gioco delle parti ieri il governo ha risposto con la stessa moneta. Ha presentato in conferenza stampa il nuovo Def inserendo un contentino all'Europa e spalmando le varie misure nei tre anni che il documento include a livello programmatico. Dunque, confermato il deficit al 2,4% per il 2019, poi il governo promette che scenderà al 2,1% l'anno successivo per attestarsi all'1,8% nel 2021. Le percentuali dedicate agli investimenti sulle infrastrutture saliranno dallo 0,2% del 2019 (poco) allo 0,4% del 2021. Promesse scritte sulla sabbia, tanto si sa che l'autunno del 2019 (quando si definirà la manovra del 2020) è molto più lontano di quel che possa sembrare. Intanto, il gioco delle parti porta a confermare da parte dei 5 stelle il reddito di cittadinanza, le pensioni di cittadinanza e la riforma dei centri per l'impiego. Il governo promette anche i fondi per gli sbancati che a onor del vero derivano dai conti dormienti che consentiranno di essere incamerati dallo Stato per una cifra complessiva che arriverà in tre anni a circa un miliardo di euro. Nel merito della manovra, il vice premier Luigi Di Maio ha insistito sul fatto che il rapporto tra deficit e Pil resta al 2,4% «sicuramente per il 2019» mentre «per il 2020 e il 2021 stiamo vedendo di accelerare l'abbassamento del rapporto con un intervento massiccio di tagli agli sprechi, di previsione della crescita più alta e di valorizzazione degli investimenti». In ogni caso, ha ribadito il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, nel testo «deve restare tutto quello che abbiamo promesso agli italiani. Altrimenti non ha senso andare avanti. Con un monito davanti alla platea di Confindustria: «Nessuno si illuda: il governo non torna indietro sulle misure del contratto di governo».Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, poco prima della conferenza stampa ha affidato a Famiglia cristiana il suo messaggio rassicurante: «Le famiglie e l'Unione europea non hanno nulla da temere: le misure contenute nella legge di bilancio creeranno sviluppo e occupazione. La nostra manovra, per la prima volta, mette al centro i cittadini e fa del bene al Paese». E sul reddito di cittadinanza ha garantito: «Eviteremo che questa misura esaurisca le sue finalità sul piano meramente assistenziale». Quindi, ha aggiunto che «quando i mercati conosceranno nei dettagli la nostra manovra, lo spread sarà assolutamente coerente con i fondamentali della nostra economia».Ieri sera l'intervento di Giovanni Tria, titolare del Mef, è stato il più breve tra i rappresentanti del governo. Dopo aver ricordato la scaletta decrescente del deficit ha promesso che in tre anni il rapporto tra debito e Pil scenderà di quasi quattro punti e ha subito lasciato la parola al leader leghista Matteo Salvini. Dal canto suo ha fissato tre paletti. Abolizione volontaria della Fornero. Ovvero la possibilità per chi voglia di utilizzare l'uscita anticipata sullo schema quota 100. «Non ci saranno penalizzazioni», ha detto senza però fornire alcun dato così come si è limitato a confermare la flat tax al 15% per le partite Iva senza specificare fino a che soglia. Ha promesso infine l'assunzione in tre anni di circa 10.000 agenti di pubblica sicurezza e pure un taglio Ires per quelle aziende che investiranno gli utili sulla crescita o sull'aggiornamento delle tecnologie. Al momento non abbiamo avuto modo di visionare il testo del Def. Disponiamo di indiscrezioni, mentre la versione cartacea dovrebbe essere spedita al Parlamento questa mattina. L'uscita anticipata dal mondo del lavoro dovrebbe costare sette miliardi mentre i fondi destinati ai centri per l'impiego non supereranno il miliardo. Incognite restano attorno ai progetti grillini di cittadinanza. La cosiddetta pensione tra l'altro non dovrebbe nemmeno essere in agenda per il 2019. Per la flat tax dovrebbero essere messi a budget due miliardi mentre per le assunzioni nelle Forze dell'ordine servirà almeno un ulteriore miliardo. Al contrario sarà il settore della Difesa a subire pesanti tagli. A quanto risulta alla Verità almeno 500 milioni dovrebbero essere sfilati e destinati a polizia e altre corpi armati. A finire nel mirino progetti di lungo termine come «Soldato futuro», ma anche le missioni all'estero e progetti di ammodernamento delle singole Forze armate. Tutti gli altri dettagli, fondamentali per fare una attenta valutazione, si leggeranno nel testo definitivo. A logica possiamo solo stimare che se 10 miliardi vanno agli interventi targati Carroccio, altrettanti andranno per le priorità grilline. Ieri in tarda serata è stato convocato il pre cdm, ai tecnici il compito di limare le ultime cose. I tempi sono stretti e il clima è sempre più teso. In piena discussione tra le parti e poco dopo la diffusione dell'audio di Rocco Casalino sui burocrati, il direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera, avrebbe rassegnato le dimissioni, prontamente stoppate da Tria. Ma chi frequenta i corridoi sa che Rivera vorrebbe tornare al suo incarico precedente così. Quanto la febbre dentro il Mef sia elevata lo si capirà oggi leggendo le note e le virgole del Def.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)