2024-11-01
Nei guai la coppia dell’utero in affitto. «Tre tentativi di fuga dall’Argentina»
Un funzionario: «Accertamenti su altri casi, si sospetta una tratta di esseri umani». I due hanno versato 5.500 euro In Italia però non possono essere puniti: la nuova legge non è ancora in vigore.Il caso dei due italiani fermati in Argentina per aver cercato di portare fuori dal Paese una bimba avuta tramite maternità surrogata dimostra, forse, l’opportunità della legge che rende tale pratica reato universale. Al momento, nel mirino degli inquirenti sudamericani non c’è la coppia omosessuale né la donna che ha portato avanti la gravidanza, bensì l’organizzazione criminale dietro alla vicenda, rea di sfruttare l’estrema vulnerabilità di persone a corto di soldi. Nonostante la legge Varchi sia stata approvata in via definitiva il 16 ottobre scorso, invece, i due uomini non potranno essere perseguiti in Italia perché la norma non è ancora stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale. Come ha rivelato il quotidiano La Nacion, la coppia italiana, prima di essere fermata all’aeroporto di Ezeiza nella notte tra venerdì e sabato, aveva già tentato due volte di lasciare l’Argentina. Durante questi tentativi, le autorità si sarebbero insospettite per diversi motivi: il distacco della donna verso il neonato, la differenza economica tra madre e padre, ma soprattutto il fatto che questa fosse di Rosario mentre il presunto compagno italiano fosse stato in Argentina una sola volta in passato, nell’agosto del 2023. Tempistiche non compatibili con un concepimento naturale. A quel punto, la polizia federale ha sporto denuncia, poi la Procura ha aperto un’indagine penale per tre possibili reati: traffico di persone, vendita di bambini o appropriazione di minori. La gestazione per altri, infatti, non è normata in Argentina e si posiziona in una sorta di zona grigia. Venerdì, poi, i due uomini hanno tentato il tutto per tutto: portarsi dietro anche la donna con l’ultimo volo di mezzanotte diretto a Parigi. L’autorità per l’immigrazione, però, aveva già diramato l’allerta, e quando l’aereo stava per decollare il giudice ha anche firmato il divieto di lasciare il Paese. Così sono stati tutti bloccati prima dell’imbarco. La bambina ora è sotto la custodia della coppia italiana, che ha affittato un appartamento a Buenos Aires e si è impegnata a non portare fuori la piccola dal Paese.Secondo quanto emerso, la giovane sarebbe stata contattata via messaggi a tempo da un’organizzazione che opera con un collegamento negli Stati Uniti. Durante l’interrogatorio, la madre della bimba ha ammesso di aver firmato il contratto per bisogno di soldi. Senza lavoro e senza diploma, la donna si troverebbe in una condizione economica molto difficile, con una figlia minorenne da crescere. La cifra ricevuta in contanti dopo sei mesi di gravidanza è di 6 milioni di pesos, circa 5.500 euro: una quantità di denaro irrisoria, che testimonia il doppio sfruttamento cui è incorsa. L’organizzazione criminale, infatti, avrebbe ricevuto almeno dieci volte tanto. Il tema è abbastanza caldo a Buenos Aires, tant’è che la giustizia argentina sta indagando su altri casi di gpa dietro cui si celerebbe una vera e propria tratta di esseri umani.Ciononostante, anche di fronte a una simile evidenza l’Associazione Luca Coscioni ha dichiarato in un comunicato di essersi rivolta alle ambasciate dei Paesi in cui l’utero in affitto è legale per chiedere loro di «opporsi a qualsiasi richiesta di cooperazione giudiziaria proveniente dall’Italia». Essi sono Australia, Canada, Cipro, Georgia, Grecia, Stati Uniti d’America, Ucraina, Armenia, Bielorussia, Israele, Nuova Zelanda, Portogallo, Regno Unito, Ucraina e Irlanda. «È fondamentale», si legge nella nota, «che la comunità internazionale si unisca per condannare questa legge ingiusta e discriminatoria a tutela anche dei diritti dei cittadini italiani che hanno scelto di diventare genitori attraverso la gravidanza per altri nei Paesi in cui è legale». I diritti delle donne sfruttate e dei bambini separati dalle madri naturalmente non vengono menzionati. L’argomento dei sostenitori della legalizzazione, infatti, è che in questo modo si eviterebbe il ricorso a organizzazioni criminali che si tengono gran parte del denaro. Sarebbe quindi una questione economica, cioè di giusto prezzo. Completamente in un altro senso, invece, va la legge Varchi approvata dal Parlamento due settimane fa. Essa, infatti, rende la maternità surrogata reato universale, dunque perseguibile in Italia anche se praticata all’estero.
Volodymyr Zelensky (Ansa)
Elly Schlein con Eugenio Giani (Ansa)