2021-06-29
Col Belgio la Nazionale si inginocchia. Per finta
I rivali dei quarti potrebbero perdere per infortunio le stelle De Bruyne e Hazard. I belgi da sempre fanno la scenetta antirazzista, i nostri potrebbero accodarsi. La Figc gela Letta e soci: «Lasciata libertà di scelta» La decisione sa di cerchiobottismo all'italiana, ma di fatto, a rimanere scontenti, sono i sostenitori acritici della ritualità del Black Lives Matter. Prima del fischio di inizio di Italia-Belgio, sfida dei quarti di finale del campionato europeo di calcio in programma venerdì 2 luglio all'Allianz Arena di Monaco di Baviera, i calciatori azzurri potrebbero inginocchiarsi, accondiscendendo al gesto promosso dal movimento statunitense oltranzista, pur senza condividerne in toto i principi ideologici, e dopo essere rimasti tutti in piedi contro l'Austria. Potrebbero farlo per solidarietà con gli avversari, che già da tempo avevano annunciato di volersi inginocchiare. La notizia ha suscitato diverse polemiche, gli italiani, durante il match con gli austriaci a Wembley, avevano deciso di rimanere in piedi dopo una riunione a Coverciano in cui era stata stabilita una linea di condotta comune. «La Figc, nel ribadire il suo impegno incondizionato contro il razzismo e ogni discriminazione, ha ritenuto opportuno lasciare alla squadra la libertà di aderire alla campagna Black Lives Matter. Come già affermato dal presidente Gabriele Gravina, si ritiene che l'imposizione di qualsivoglia comportamento rappresenti in sé una prevaricazione, e sostiene la scelta della squadra in occasione delle gare di Uefa Euro 2020, compresa quella col Belgio», si legge nella nota della Federazione. In buona sostanza, la Nazionale si limiterà a lasciare libera scelta ai calciatori di partita in partita. Ne esce ancora delusa la retorica liberal-dem che avrebbe preteso l'aderenza pressoché totale degli atleti alle istanze politiche alla base della prostrazione. Il gesto, così concepito, è affievolito nella sua componente ideologica, diventando, in un certo qual modo, un flatus vocis, per alcuni magari un supplemento svogliato agli esercizi di stretching, per altri no, ma non certo un cambio di rotta compatto in corso d'opera. Già durante l'incontro con il Galles, quando era stata lasciata libertà di scelta ai singoli, la maggioranza degli azzurri era rimasta con la schiena dritta. Permane però un rischio insidioso: quello di piegarsi davanti alla commistione di baldanza, organizzazione strategica e qualità tecnica della compagine belga. L'Italia ha parecchie frecce da scoccare. Su tutte, il ritorno di Giorgio Chiellini, una benedizione al centro della retroguardia. Dallo staff medico filtra ottimismo, l'infortunio ai flessori della coscia sinistra pare quasi recuperato, il titano bianconero potrebbe essere disponibile dal primo minuto. Beninteso, contro l'Austria, Chiellini è stato sostituito da un ottimo Francesco Acerbi, disinvolto nelle operazioni di copertura e assai utile nel propiziare la rete decisiva di Matteo Pessina. E però per tenere a bada Romelu Lukaku, bomber dalla fisicità esplosiva e col senso del gol di un cecchino veterano, occorrerà l'esperienza di un centrale smaliziato, a suo agio con gli artifici tattici e le piccole furberie indispensabili a disinnescare il potenziale dell'avversario. La sorte poi pare benevola nei confronti dell'Italia, che se la vedrà con un Belgio uscito malconcio dal match contro i portoghesi. Due pilastri della compagine allenata da Roberto Martinez potrebbero non essere arruolabili. Un contrasto aspro col lusitano Palhinha ha messo ko Kevin De Bruyne: il fulcro del centrocampo dei Diavoli Rossi e del Manchester City è stato falciato da un intervento da tergo ed è uscito zoppicando per un problema a una caviglia. Gli esami strumentali riveleranno l'entità della botta subita. Pure Eden Hazard non se la passa bene. Dopo una rapida ripartenza a metà del secondo tempo, il fantasista del Real Madrid si è bloccato, accusando un dolore persistente al quadricipite sinistro. Pare sia stato sostituito per ragioni di prudenza, ma quando si parla di beghe muscolari, i tempi di recupero effettivi sono un'incognita. Dal canto suo, Roberto Mancini può preparare un confronto che, per impostazione tattica, è nelle corde dei suoi giocatori. A differenza del match degli ottavi di finale, che sembrava una riedizione a parti invertite delle Cinque Giornate di Milano, con gli austriaci tecnicamente poco dotati impegnati a innalzare barricate e a chiudere gli spazi all'estro degli azzurri, il Belgio gioca la palla, propone iniziative, lascia ai contendenti maggior possibilità di ripartire e di imbastire una manovra coerente. Una notizia confortante per la punta Ciro Immobile, capace di diventare pericoloso soprattutto se lanciato a briglia sciolta verso la porta, e per il reparto laterale d'attacco, che oltre a Lorenzo Insigne e a Domenico Berardi, conta sull'ingresso di un Federico Chiesa in stato di grazia, con spiccata attitudine a saltare l'uomo. A centrocampo, la tenzone sarà tra la razionalità di Tielemans e Witsel e i guizzi imprevedibili di Barella e Verratti, confidando nella spinta sulla fascia di Spinazzola. La Nazionale, come predica il suo commisasrio tecnico, ha a disposizione 26 titolari pronti in ogni momento della gara. Manca la stella, il Roby Baggio di turno o, perché no, il Bobo Vieri in avanti capace di spezzare in un sol colpo i famigerati equilibri. Ma si può contare sulla compattezza di gruppo per capitalizzare le occasioni macinate.