2025-05-30
MRna autoreplicante, allarme sui rischi: tumori trasmissibili con pezzi di Dna
Il paper del dottor Maurizio Federico mostra le criticità di Kostaive. Tra cui il facile ingresso delle vescicole extracellulari nei tessuti esterni. Il Dna che genera tumori potrebbe diffondersi tra gli esseri viventi. «Pezzi di genoma di una specie possono essere trasferiti a un’altra specie da un virus […] Secondo alcune rilevazioni il cancro sarebbe già trasmissibile come un virus tra animali e in futuro potrebbe succedere tra umani», dichiarava ieri sulla Stampa David Quammen. L’autore di Spillover lancia l’allarme sul «trasferimento genico orizzontale» e «non solo in verticale dai genitori alla prole», anche per i tumori. Con i vaccini autoreplicanti l’uomo rischia di imitare gli aspettimaligni della natura, eppure la minaccia viene silenziata dagli enormi interessi di Big pharma. Un paper di Maurizio Federico, direttore del Centro nazionale per la salute globale dell’Iss, appena pubblicato su Mdpi, affronta le molteplici problematiche legate al vaccino autoreplicante. La Commissione europea ha autorizzato a febbraio la commercializzazione di Kostaive, denominazione commerciale del vaccino Arct-154 progettato per proteggere dal Covid. Altri quattro vaccini sono in fase di studio e gli autoreplicanti (sa) saranno sperimentati e applicati in diversi campi, dalle malattie infettive a quelle tumorali. «Tuttavia, restano ancora da affrontare rilevanti questioni di sicurezza» fa notare Federico, soprattutto per quanto riguarda l’uso di saRna che generano prodotti biologicamente attivi in esseri umani sani, considerando anche che le attuali regole per la valutazione non clinica dei vaccini non richiedono studi di farmacocinetica». Non si studia la loro distribuzione, l’assorbimento, il metabolismo, l’escrezione. Il biologo e virologo, nello studio supportato dal ministero della Salute all’interno della «Rete italiana per la sorveglianza virologica, il monitoraggio immunologico, la formazione e la ricerca in preparazione alla gestione delle emergenze infettive (R.I.Pr.E.I.), evidenzia questioni di sicurezza ancora inesplorate, assieme a una «possibile strategia per controllarle». È vero che con la tecnologia autoreplicante bastano minori quantità di molecole di Rna da somministrare per ottenere una risposta immunitaria comparabile, ma «il saRna può riprodursi e accumularsi all’interno della cellula bersaglio [...] resistendo nel contempo alla rapida degradazione intracellulare». Lo studio spiega i meccanismi complessi del caricamento del saRna nelle vescicole extracellulari (Ev) rilasciate dalle cellule sane, e la conclusione è che le Ev «possono penetrare in cellule e tessuti vicini e distanti […] ad esempio quelle di cellule di insetto in cellule umane […] dati i loro molteplici meccanismi di ingresso cellulare». La loro diffusione «può portare a un’espansione di tipo virale». Sia le risposte immunitarie umorali, sia quelle cellulari richiedono giorni per svilupparsi in modo efficiente (e per eliminare le cellule che esprimono certe proteine, come si è visto con la Spike di Sars-CoV-2), mentre il ciclo di replicazione del saRna si completa in poche ore e le Ev possano diffondersi in pochi minuti. Il dottor Federico cita i risultati di studi sulla biodistribuzione quali «il carico di saRna rilevato nei polmoni aumentato di oltre cento volte al quindicesimo giorno successivo all’iniezione. Forti aumenti dei livelli di saRna sono stati documentati anche nel fegato e nella milza otto giorni dopo l’inoculazione». Sulla possibile diffusione delle molecole di saRna ancora troppo poco si sa, di certo una loro caratteristica è l’efficienza nel replicarsi, proprio come fanno i genomi virali. «Tuttavia, a differenza del ciclo replicativo dei virus autentici, è atteso che le molecole di saRna a lunghezza intera si accumulino intracellularmente, poiché non possono fuoriuscire dalla cellula a seguito dell’associazione con le proteine strutturali virali», fa notare il dirigente Iss. Risposte infiammatorie, disregolazione immunitaria e autoimmunità sono tra gli effetti della conseguente tossicità, così pure la diffusione di Dna che genera tumori. Sull’eccesso di mortalità in una popolazione, quella giapponese, alla quale sono state somministrate il maggior numero di dosi pro capite di vaccino a mRna, è uscito a fine aprile uno studio di scienziati di Tokyo, Tsukuba e Kyoto. Scrivono: «Sorprendentemente, il numero di morti in eccesso per milione di abitanti in Giappone ha superato i 1.400 nel 2023, tre volte superiore a quello degli Stati Uniti, mentre i decessi per Covid-19 in Giappone hanno rappresentato solo il 10% di questa mortalità in eccesso».I ricercatori ricordano che «sono state segnalate diverse reazioni avverse alla vaccinazione a mRna contro il Covid-19, come miocardite, pericardite, coagulazione del sangue e malattie autoimmuni legate alle nanoparticelle lipidiche (Lnp) e all’eccessiva produzione di proteine Spike generate dall’mRna», a conferma della sua possibile tossicità incontrollata. Non solo, studi recenti hanno riportato un aumento dell’immunoglobulina G4 spike-specifica, una classe di anticorpi immunosoppressivi, e delle cellule T regolatorie dopo la seconda e le successive vaccinazioni. «Questo può portare a un’infezione cronica in cui il virus rimane nell’intestino e non è possibile ottenere risultati positivi ai test con tamponi nasali». E si spiegherebbe non solo l’elevato numero di decessi in eccesso non correlati al Covid-19, «ma anche la sincronizzazione tra l’aumento delle infezioni da Covid-19 e i decessi in eccesso non correlati al Covid-19», scrivono gli autori del paper. Invece di preoccuparsi del nuovo ceppo Omicron che si starebbe affacciando in Cina e negli Stati Uniti, come fa Eugenia Tognotti sempre sulla Stampa, è meglio controllare la diffusione dell’Rna autoreplicante.
«The Iris Affair» (Sky Atlantic)
La nuova serie The Iris Affair, in onda su Sky Atlantic, intreccia azione e riflessione sul potere dell’Intelligenza Artificiale. Niamh Algar interpreta Iris Nixon, una programmatrice in fuga dopo aver scoperto i pericoli nascosti del suo stesso lavoro.