2023-01-03
Mosca piazza i super razzi nel Mediterraneo
A Capodanno furioso attacco di Kiev nel Donetsk, massacro tra i soldati russi. La controffensiva: 40 droni nei cieli dell’Ucraina. Ursula von der Leyen a Volodymyr Zelensky: pronti i 18 miliardi di aiuti dall’Ue. Il Cremlino sfida la Nato con una fregata dotata di missili ipersonici.La crisi ucraina continua ad infuriare. La notte di Capodanno le forze di Kiev hanno sferrato un attacco contro una struttura militare russa a Makiivka, nella regione di Donetsk. Inizialmente, secondo gli ucraini, le vittime russe sarebbero state 400: una cifra, questa, che era stata tuttavia contestata da Mosca. «Come risultato di un attacco di quattro missili con una testata altamente esplosiva su un punto di schieramento temporaneo, 63 militari russi sono stati uccisi», aveva dichiarato il ministero della Difesa russo. Alla fine, nella serata di ieri, le forze di Kiev hanno affermato che il numero esatto di militari russi morti risulterebbe ancora «in fase di chiarimento». Come che sia, Reuters ha riportato che, secondo il funzionario filorusso Daniil Bezsonov, l’attacco ucraino sarebbe avvenuto attraverso l’uso di razzi Himars. Quanto accaduto ha inoltre portato vari esperti filorussi di questioni belliche, come Igor Girkin e Sergey Markov, a criticare le alte sfere militari dell’esercito di Mosca, accusandole, tra le altre cose, di «sciatteria». Nel mentre, il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, ha affermato che, nella notte di ieri, Mosca ha inviato una quarantina di droni contro il territorio ucraino: nel dettaglio, ha riferito che 22 droni sono stati distrutti sulla stessa Kiev, tre nella regione attorno alla capitale e 15 nelle province adiacenti. Secondo Klitschko, si sarebbero registrati danneggiamenti a delle infrastrutture energetiche. Non solo: Mosca ha anche effettuato dei raid contro la Legione straniera ucraina. «Le forze aerospaziali russe hanno sferrato colpi di alta precisione contro i punti di dispiegamento temporaneo della Legione straniera vicino a Markovo e Kramatorsk nella Repubblica popolare di Donetsk e a Novoosinovo nella regione di Kharkiv, uccidendo più di 70 mercenari stranieri e ferendone oltre 100», ha dichiarato il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov. Frattanto, un attacco delle forze di Mosca contro il mercato della città di Berislav (nella regione di Kherson) ha fatto ieri almeno cinque feriti. È in questo quadro che, sempre ieri, è stato reso noto un prolungamento delle esercitazioni militari congiunte in corso tra Russia e Bielorussia almeno fino all’8 gennaio. Nel frattempo, il portavoce delle Forze armate ucraine, Yuriy Ignat, ha detto che Kiev si sta preparando a un «nuovo massiccio attacco» da parte di Mosca: un attacco che potrebbe avvenire nel corso di questa settimana. «Ce lo aspettiamo, ci stiamo preparando. Vediamo che ci sono stati attacchi per tre giorni di fila. Non sappiamo ancora che cosa hanno pianificato», ha affermato. Non solo: il capo delle forze armate di Kiev, Valery Zaluzhny, ha anche affermato che gli ucraini hanno liberato il 40% delle aree occupate dai russi a partire dallo scorso 24 febbraio. Dall’altra parte, il ministero della Difesa britannico ha riportato che probabilmente negli ultimi giorni le forze di Kiev e di Mosca hanno combattuto per il controllo dell’autostrada P66 (che costituisce uno snodo strategico fondamentale per i rifornimenti delle truppe russe situate nel Donbass). L’ex generale della Nato, Hans-Lothar Domrose, ha comunque detto di attendersi un cessate il fuoco all’inizio dell’estate. Nella giornata di ieri, Volodymyr Zelensky ha avuto una conversazione con Ursula von der Leyen. «Nella prima telefonata del nuovo anno con il presidente Volodymyr Zelensky, ho espresso il mio sincero sostegno e i migliori auguri per il 2023 al popolo ucraino. Sosteniamo la vostra eroica lotta. Una lotta per la libertà e contro la brutale aggressione», ha twittato il capo della Commissione europea, per poi aggiungere: «Vi sosteniamo durante questo inverno con generatori, lampadine, alloggi, scuolabus. E continuiamo la nostra forte assistenza finanziaria. Presto inizieremo a erogare il nostro pacchetto di supporto da 18 miliardi di euro in tranche mensili». Il presidente ucraino ha ringraziato per il «sostegno» dell’Ue, specificando che la prima tornata di aiuti europei arriverà già a gennaio.Mosca, dal canto suo, ha annunciato che nel corso dell’anno utilizzerà l’aviazione a lungo raggio: a riferirlo è stato il comandante russo Sergei Kobilash, secondo cui è «previsto l’uso dell’aviazione nei corsi di addestramento operativo e di combattimento» per «migliorare le capacità pratiche e operative nei sistemi di controllo automatico e di informazione delle armi di alta precisione». «Questi compiti saranno risolti nel 2023 con la partecipazione dell’aviazione a lungo raggio all’operazione militare speciale», ha precisato. Il Cremlino sta inoltre mandando nel Mediterraneo una fregata che trasporta missili ipersonici Zircon: segno che la crisi ucraina si sta intrecciando progressivamente con il fianco meridionale della Nato. Inizia frattanto a delinearsi la strategia del nuovo governo israeliano. «Gli aiuti umanitari all’Ucraina continueranno», ha detto l’attuale ministro degli Esteri dello Stato ebraico, Eli Cohen, il quale – secondo quanto riferito dal Times of Israel – avrà oggi un colloquio telefonico con l’omologo russo, Sergej Lavrov. Ricordiamo che tra Gerusalemme e Mosca esiste un «meccanismo di deconflitto» in Siria, che consente agli israeliani di colpire i miliziani filoiraniani in territorio siriano. L’Occidente accusa dal canto suo l’Iran di fornire droni militari alla Russia: una Russia che, a luglio, ha firmato con la Repubblica islamica un accordo da 40 miliardi di dollari nel settore energetico. Ieri il governo tedesco ha reso noto che sta mantenendo contatti con quello russo.
(Guardia di Finanza)
I peluches, originariamente disegnati da un artista di Hong Kong e venduti in tutto il mondo dal colosso nella produzione e vendita di giocattoli Pop Mart, sono diventati in poco tempo un vero trend, che ha generato una corsa frenetica all’acquisto dopo essere stati indossati sui social da star internazionali della musica e del cinema.
In particolare, i Baschi Verdi del Gruppo Pronto Impiego, attraverso un’analisi sulla distribuzione e vendita di giocattoli a Palermo nonché in virtù del costante monitoraggio dei profili social creati dagli operatori del settore, hanno individuato sette esercizi commerciali che disponevano anche degli iconici Labubu, focalizzando l’attenzione soprattutto sul prezzo di vendita, considerando che gli originali, a seconda della tipologia e della dimensione vengono venduti con un prezzo di partenza di circa 35 euro fino ad arrivare a diverse migliaia di euro per i pezzi meno diffusi o a tiratura limitata.
A seguito dei preliminari sopralluoghi effettuati all’interno dei negozi di giocattoli individuati, i finanzieri ne hanno selezionati sette, i quali, per prezzi praticati, fattura e packaging dei prodotti destavano particolari sospetti circa la loro originalità e provenienza.
I controlli eseguiti presso i sette esercizi commerciali hanno fatto emergere come nella quasi totalità dei casi i Labubu fossero imitazioni perfette degli originali, realizzati con materiali di qualità inferiore ma riprodotti con una cura tale da rendere difficile per un comune acquirente distinguere gli esemplari autentici da quelli falsi. I prodotti, acquistati senza fattura da canali non ufficiali o da piattaforme e-commerce, perlopiù facenti parte della grande distribuzione, venivano venduti a prezzi di poco inferiori a quelli praticati per gli originali e riportavano loghi, colori e confezioni del tutto simili a questi ultimi, spesso corredati da etichette e codici identificativi non conformi o totalmente falsificati.
Questi elementi, oltre al fatto che in alcuni casi i negozi che li ponevano in vendita fossero specializzati in giocattoli originali di ogni tipo e delle più note marche, potevano indurre il potenziale acquirente a pensare che si trattasse di prodotti originali venduti a prezzi concorrenziali.
In particolare, in un caso, l’intervento dei Baschi Verdi è stato effettuato in un negozio di giocattoli appartenente a una nota catena di distribuzione all’interno di un centro commerciale cittadino. Proprio in questo negozio è stato rinvenuto il maggior numero di pupazzetti falsi, ben 3.000 tra esercizio e magazzino, dove sono stati trovati molti cartoni pieni sia di Labubu imbustati che di scatole per il confezionamento, segno evidente che gli addetti al negozio provvedevano anche a creare i pacchetti sorpresa, diventati molto popolari proprio grazie alla loro distribuzione tramite blind box, ossia scatole a sorpresa, che hanno creato una vera e propria dipendenza dall’acquisto per i collezionisti di tutto il mondo. Tra gli esemplari sequestrati anche alcune copie più piccole di un modello, in teoria introvabile, venduto nel mese di giugno a un’asta di Pechino per 130.000 euro.
Soprattutto in questo caso la collocazione all’interno di un punto vendita regolare e inserito in un contesto commerciale di fiducia, unita alla cura nella realizzazione delle confezioni, avrebbe potuto facilmente indurre in errore i consumatori convinti di acquistare un prodotto ufficiale.
I sette titolari degli esercizi commerciali ispezionati e destinatari dei sequestri degli oltre 10.000 Labubu falsi che, se immessi sul mercato avrebbero potuto fruttare oltre 500.000 euro, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per vendita di prodotti recanti marchi contraffatti.
L’attività s’inquadra nel quotidiano contrasto delle Fiamme Gialle al dilagante fenomeno della contraffazione a tutela dei consumatori e delle aziende che si collocano sul mercato in maniera corretta e che, solo nell’ultimo anno, ha portato i Baschi Verdi del Gruppo P.I. di Palermo a denunciare 37 titolari di esercizi commerciali e a sequestrare oltre 500.000 articoli contraffatti, tra pelletteria, capi d’abbigliamento e profumi recanti marchi delle più note griffe italiane e internazionali.
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