2025-07-21
«Mosca dietro la sfiducia a Ursula»
Ursula Von der Leyen (Ansa)
L’Ue continua a evocare complotti russi. Zelensky apre ad altri negoziati. Il Cremlino: «È presto per l’incontro Putin-Trump». Timori di maxi attacchi con 2.000 droni su Kiev.Nonostante gli sforzi, trovare una sintesi per la questione Ucraina appare sempre più difficile. Il presidente Usa Donald Trump contava di risolverla in breve tempo ma alla fine ha dovuto scontrarsi con la realtà tanto che ieri la Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti ha votato a larga maggioranza per la prosecuzione del sostegno a Kiev. Per usare le parole del portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, trovare un accordo «è un processo lungo, richiede sforzi e non è facile. E molto probabilmente Washington lo sta capendo. Trump diviene sempre più cosciente della complessità del processo» ha spiegato Peskov, ribadendo anche l’intenzione di Mosca di continuare a fare di tutto per facilitare una soluzione pacifica, ma anche chiarendo che un incontro tra Putin e Trump è «possibile e necessario» ma resta del lavoro da fare: «Quel momento non è ancora arrivato».Naturalmente la lentezza del processo gioca a favore di Mosca che, più passa il tempo, più guadagna terreno mentre Kiev arranca e l’Europa che la sostiene dietro a lei. Continuano quindi i tentativi per trovare una soluzione anche nel Vecchio continente.La settimana si apre con una riunione virtuale a Londra del gruppo di contatto sull’Ucraina presieduta da Regno Unito e Germania, ma per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per garantire davvero la pace bisogna mettere a terra un incontro a livello di leader dichiarandosi pronto «per un incontro del genere. Il ritmo dei negoziati deve essere accelerato». La strategia dell’Europa fin qui è stata quella di condannare e attaccare Mosca e il suo leader rappresentandolo come uno spietato criminale. Strategia, questa, che certamente non ha aiutato ad aprire un dialogo con Mosca, indispensabile per una tregua duratura. Eppure a Bruxelles non sembra lo capiscano, tanto che Thomas Regnier, uno dei portavoce della Commissione europea, ieri ha accusato Gheorghe Piperea, europarlamentare di Ecr, di aver presentato la mozione di sfiducia contro il presidente Ursula von der Leyen influenzato da un’ingerenza russa. Lei stessa, aprendo un dibattito in aula disse che quella mozione era «stata firmata dagli amici di Putin». Ora, secondo Regnier, la notizia sarebbe stata verificata da fact checker indipendenti: «Seguiamo da tempo le operazioni russe contro l’Ue e il presidente della Commissione. I fact checker indipendenti hanno ora chiaramente identificato tali operazioni nel contesto della mozione di censura». «Siamo fermamente impegnati contro le interferenze russe (così come contro quelle di ogni altro soggetto esterno). Ci auguriamo che in questo caso ci siano evidenze a supporto di questa grave affermazione. Perché, in caso contrario, bollare ogni iniziativa di dissenso come “propaganda russa”, sulla base di non meglio precisati “fact checkers indipendenti” e senza fornire mai uno straccio di prova, avrebbe un sapore illiberale», ha detto il capodelegazione di Fratelli d’Italia ed europarlamentare di Ecr Carlo Fidanza spiegando anche che, come noto, «noi non l’abbiamo né firmata né votata quella mozione, considerandola un errore e un regalo alla sinistra». Il vice segretario della Lega ed eurodeputato Roberto Vannacci reagisce così: «Questa mozione è stata la prima della legislatura, ho la quasi certezza che non sarà l’ultima. E Putin non c’entra nulla. Che von der Leyen, Picierno e la sinistra se ne facciano una ragione».Sul campo, l’esercito russo continua ad avanzare e si è avvicinato alla miniera di carbone di Krasnolymanska, la seconda più importante dell’Ucraina, nel Donbass. L’impianto di estrazione di carbone si trova vicino alla città di Rodinske e a circa 60 chilometri dalla capitale Donetsk. La produzione annua di carbone qui ammonta a diversi milioni di tonnellate. Segno che Mosca non solo avanza, ma conquista soprattutto posizioni strategiche. Zelensky, d’altra parte, ha detto che L’Ucraina è pronta a raccogliere dalla Russia e dalla società energetica Gazprom 6,9 miliardi di dollari. «Attualmente, abbiamo già diverse decisioni positive in arbitrati internazionali per un totale di 6,9 miliardi di dollari» ha spiegato. Kiev continua a resistere e lo fa soprattutto con i droni. Il ministero della Difesa russo ha riferito di aver abbattuto 364 droni ucraini nelle ultime 24 ore. I velivoli senza pilota sono sempre più protagonisti del conflitto. L’ultimo allarme lo lancia la Germania: Putin starebbe per sferrare un attacco con 2.000 droni. Una cifra sbalorditiva, che arriva mentre la Russia continua a espandere la sua produzione. Solo a giugno ha sferrato più di 5.000 attacchi con droni.
Rod Dreher (Getty Images)