2021-10-15
Le famiglie di Bergamo: «Luce sugli errori»
Mattarella rende onore alle vittime del covid a Bergamo (Ansa)
I parenti delle vittime del Covid scrivono a Mattarella: «Altri Stati hanno già individuato le carenze emerse nel corso della pandemia. Noi siamo fermi al palo». Esiste una commissione parlamentare, ma si occuperà solo dei fatti precedenti al 30 gennaio del 2020.Due giorni fa, durante la trasmissione Zona bianca su Rete4, condotta da Giuseppe Brindisi, ospiti in collegamento come l'ex coordinatore del Cts Agostino Miozzo facevano passare il messaggio che parlare ancora di un piano pandemico mancante «è un processo alla storia fuori luogo». Non era d'accordo il vice direttore della Verità, Francesco Borgonovo, perché il ministero della Salute, il Comitato tecnico scientifico, la task force anti Covid «devono rendere conto di quello che hanno fatto», mentre «tra aperitivi e proclami ottimistici, il dramma stava per abbattersi in tutta Europa con porta d'ingresso purtroppo proprio nel nostro Paese», come dichiarò l'allora vice ministro, oggi sottosegretario alla Salute, Pierpaolo Sileri, nel libro Covid segreto scritto con Alessandro Cecchi Paone. E non la pensano così milioni di italiani, tanto meno il Comitato dei familiari vittime Covid-19. «C'è una responsabilità diretta della presidenza del Consiglio dei ministri, del ministero della Salute e della Regione Lombardia», ha ribadito in più occasioni l'avvocato Consuelo Locati, coordinatrice del pool di legali che rappresenta oltre 550 familiari di persone morte di coronavirus. È stata istituita una commissione parlamentare d'inchiesta che però si occuperà solo dei fatti precedenti al 30 gennaio 2020, giorno prima della dichiarazione dello stato di emergenza nazionale. Indagherà su quanto accaduto in Cina? Di certo non sulla gestione italiana dell'emergenza Covid. Una beffa clamorosa, un'assoluta mancanza di rispetto nei confronti di chi si aspetta la verità dopo tanti silenzi e omissioni, dopo così tanti contagi e decessi. Per questo, migliaia di persone hanno sottoscritto l'appello lanciato venerdì scorso su Change.org da Robert Lingard, consulente del comitato, perché ci sia una vera commissione d'inchiesta. Il rischio, altrimenti, è che nessuno paghi per gli errori commessi. Il Covid è stato una catastrofe ma se ci fosse stato un piano pandemico aggiornato molto si sarebbe potuto fare, senza finire travolti come può accadere solo in un Paese del Terzo mondo. L'atteggiamento del professor Miozzo, che durante il talk show invitava a «non banalizzare» la questione del piano mancante, cioè non parlandone più, ben chiarisce la volontà di andare oltre dimenticando il passato. Troppo comodo, troppo ingiusto. Due giorni fa i familiari delle vittime del Covid-19 hanno inviato un appello al presidente della Repubblica, chiedendo che «si possa esaudire un impegno assunto a Bergamo più di un anno fa» e che «anche il nostro Paese faccia quello che hanno fatto molti altri in modo trasparente, se vogliamo evitare altre centinaia di migliaia di vittime nella prossima pandemia». Nella lettera viene precisato che «molti altri Stati, tra cui anche la Francia, hanno già individuato le carenze manifestate nel corso della pandemia e hanno indicato le azioni per evitare di commettere in futuro gli stessi errori. Noi non abbiamo ancora iniziato questo processo e siamo fermi al palo». Il giudizio è severo: «Brancoliamo nel buio nonostante le dichiarazioni giornaliere di assoluta trasparenza».Degli emendamenti che hanno ridotto l'attività della commissione parlamentare d'inchiesta ha scritto pure il Guardian, raccogliendo la testimonianza dei legali e di uno dei cittadini della Bergamasca che per il Covid ha perso ben tre parenti nel marzo 2020. «Abbiamo bisogno di un'indagine più ampia perché abbiamo bisogno di giustizia per le vittime innocenti che hanno sofferto per la mancanza di preparazione del nostro Paese», ha dichiarato Paolo Casiraghi al quotidiano inglese. «Ci hanno detto che era tutto sotto controllo; invece, i documenti dimostrano che non era così». Nell'appello a Sergio Mattarella, gli avvocati del comitato ricordano che nel Regno Unito è stato appena pubblicato «l'ultimo di una serie di dieci rapporti condotti da due commissioni, ciascuna composta da 11 membri del Parlamento, le quali hanno svolto, a partire dal marzo 2020, inchieste separate con l'obiettivo di fornire una valutazione il più completa possibile della gestione della pandemia da parte del governo britannico». La conclusione è un rapporto di 150 pagine dal titolo Coronavirus. Lezioni da apprendere perché lo scopo di una simile relazione, sottolineano i legali, è «fornire una valutazione di ciò che è accaduto allo scopo di ricavare ammaestramenti per evitare il ripetere degli stessi errori nel futuro». L'Italia, invece, non vuole fare nulla. Eppure, secondo i report finora inediti dell'Ecdc, il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie infettive, tra il 22 febbraio 2020 e il 7 marzo 2020 sedici Paesi hanno registrato le prime infezioni di Covid-19 in persone che erano tornate dall'Italia, prima che nel nostro Paese venisse dichiarato il lockdown generale. Non solo, dal verbale dell'incontro in data 24 febbraio 2020 dell'Health security committee, il comitato per la sicurezza sanitaria dell'Ue, il rappresentante italiano avrebbe ammesso che «nessun screening in uscita è attualmente fatto in Italia». Non siamo stati capaci di contenere il virus e ne siamo stati travolti, ma nessuno si degna di indagare. I familiari delle vittime del Covid ricordano a Mattarella quanto si era impegnato a fare nel suo intervento a Bergamo il 28 giugno 2020: «Oggi ci ritroviamo per ricordare. Per fare memoria dei tanti che non ci sono più […] Ricordare significa assumere la consapevolezza di quello che è accaduto [...] Ricordare significa riflettere seriamente, con rigorosa precisione, su ciò che non ha funzionato, sulle carenze di sistema, sugli errori da evitare di ripetere».
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