2025-08-06
Da monaca di clausura a star social: ombre sulla nuova vita di suor Aline
Madre Aline Pereira Ghammachi (Ansa)
Nata in Brasile, si è subito dimostrata ambiziosa, fino a diventare badessa in un monastero a Treviso. Dopo una faida interna ha creato un altro movimento, anche grazie all’aiuto degli imprenditori locali.È ribelle, è bella, e lo sa. Non a caso oggi si mostra sorridente sul suo nuovo profilo Instagram, dove conta già 2.715 follower. Pochi? L’ha aperto solo un mese fa: datele tempo! Non indossa più la veste monastica, ma tuniche che variano dal nero all’azzurro, come i suoi occhi. Tiene però ancora il velo: non più per obbedienza all’Ordine cistercense, da cui si è allontanata, ma forse per conservare quell’immagine devota che le garantisce consenso e attenzione.È Madre Aline Pereira Ghammachi, brasiliana, ex badessa del monastero di San Gervasio e Protasio a San Giacomo di Veglia, nel Trevigiano. Laureata in economia, è stata la più giovane madre badessa d’Italia, eletta a soli 34 anni. Carismatica, con una parlantina che incanta, proviene da una famiglia influente nell’editoria brasiliana. Ed è proprio la comunicazione uno dei suoi strumenti che le sono serviti di più, dopo aver lasciato con molto clamore la clausura, insieme ad altre quattro sorelle, nel maggio scorso.Dopo l’uscita hanno fondato una nuova comunità in una villa a San Vendemiano, data da benefattori locali, a pochi chilometri da quello ufficiale. Lì vivono oggi in tutto 12 donne tra suore, postulanti e oblate, incluse due nuove arrivate da Malta proprio in questi giorni. Nel convento originale di San Gervasio e Protasio, invece, ora sono in 14, che tengono viva la vita monastica secondo la regola cistercense.Nella nuova sede le ex claustrali stanno lanciando un’attività chiamata «100 Volte Melius», associazione che presto avrà un sito e una linea dedicata ai prodotti artigianali: cosmetici naturali, miele, creme a base di aloe coltivata da loro. In futuro, potrebbero tornare anche il famoso vino della discordia, venduto a 18 euro a bottiglia, contro i 6 di un normale prosecco.Ed è proprio su quel prosecco che si è giocata una delle fratture. Gli alti vertici dell’Ordine, pur non contrari alla produzione di alcolici, criticavano però l’uso dell’immagine delle suore di clausura con la bottiglia in mano: una promozione ritenuta incompatibile con la vita monastica, quasi una mercificazione del velo. Ma forse la spaccatura era nell’aria da tempo. Alcune badesse che l’hanno conosciuta a Roma in occasioni ufficiali dicono che Aline era troppo giovane, inesperta e molto, molto ambiziosa. Forse andava fermata prima. Invece, il suo carisma ha preso il largo.A far deflagrare tutto, una lettera scritta nel 2023 da quattro suore a Papa Francesco. Nella missiva si parlava di pressioni psicologiche e abuso di autorità, non semplici malumori. Una prima visita ispettiva sembrò assolverla, anche i conti del convento erano in ordine, ma le successive verifiche portarono al commissariamento del monastero. Aline ha sempre negando tutte le accuse.Oggi l’ex badessa punta a costruire un’alternativa autonoma, forte anche del sostegno di alcuni imprenditori locali e di una rete di relazioni politiche su cui lei stessa avrebbe fatto intendere di poter contare. C’è chi afferma che stia contattando diversi sostenitori storici del monastero per invitarli a non acquistare più i prodotti del convento ufficiale, ma a sostenere «la loro realtà». Una crociata spirituale o una vendetta commerciale?Non solo. Secondo fonti interne, l’ex madre avrebbe denunciato una consorella rimasta all’interno della struttura originaria, accusandola di aver diffuso notizie false alla stampa. Immaginate una suora di clausura che si vede recapitare una denuncia? L’ex cistercense, combattiva e divisiva, si è affidata ad alcuni avvocati della Rota, il massimo tribunale ecclesiastico per far valere la sua voce anche nei luoghi più alti della Chiesa. Dicono che il suo vero obiettivo sia sfidare direttamente Padre Mauro Giuseppe Lepori, abate generale dell’Ordine cistercense.Ma le tensioni più crude non arrivano dai tribunali. Risalgono ai primi anni della sua vita monastica. Aline sarebbe entrata in convento con una giovane postulante brasiliana, sua connazionale, le due non legarono mai. Le altre suore raccontano di un clima teso. Un giorno, Aline avrebbe tentato di strapparle le vesti, minacciandola di filmarla nuda per costringerla ad andarsene. Lei nega, dicendo che sono solo malelingue. Quella postulante raccontava di avere visioni, di vedere Gesù. Fu poi trasferita ad Agrigento. Oggi, diventata suora, è potuta rientrare a Vittorio Veneto dopo l’uscita di Aline.Nel frattempo, la nuova vita dell’ex badessa è tutt’altro che in disparte. Ha ospitato una troupe televisiva brasiliana nella sua villa, trasformata per giorni in un vero e proprio set. Lì ha raccontato la sua versione davanti alle telecamere, parlando di mobbing ecclesiastico e sottolineando come la sua destituzione sia arrivata proprio mentre si celebravano i funerali di Papa Francesco. La tempistica, insomma, non sarebbe stata casuale.Mentre lei si dice delusa e impoverita, dal convento madre filtrano accuse: «Lei e suor Paola dormivano accanto alla cassa» raccontano. «L’abbiamo vista partire per il Brasile due volte, con valigie che non sembravano solo da viaggio». Suor Paola Dal Zotto, 75 anni, la più anziana tra quelle che l’hanno seguita, ha chiesto ufficialmente la dispensa dai voti in questi giorni. Un’altra sorella, invece, si è allontanata dalla nuova comunità: oggi si trova a Roma per riflettere su quale sarà davvero la sua strada.Nella villa di fine Ottocento, intanto, le foto e i video sui social non si fermano: Aline appare mentre coltiva aloe, zappa la terra con le consorelle che l’hanno seguita. In un post compare persino un cartone animato che la ritrae mentre racconta la sua missione. Difficile non solidarizzare, ma tutto appare anche terribilmente studiato.Nel silenzio ufficiale della Chiesa, tra Treviso, Agrigento e Roma, lo scandalo si allarga. E con esso la domanda resta sospesa: vocazione autentica o il tentativo di reinventare la clausura in chiave più contemporanea? Nel dubbio, la risposta potrebbe essere già su Instagram.
Sergio Spadaro e Fabio De Pasquale (Imagoeconomica)
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