
Il ministro Danilo Toninelli avvierà un percorso per ridurre i veicoli a benzina e diesel, puntando su bike sharing e mezzi pubblici. Verrà ripensatala Tav, mentre si farà il Terzo valico tra Tortona e Genova. Per Alitalia si pensa a un rilancio, ma non si entra nei dettagli.A meno di un mese dal suo giuramento, il neo ministro alle Infrastrutture e trasporti, Danilo Toninelli, ha già affrontato la sua prova del fuoco, o meglio del mare: seguire il responsabile del Viminale, Matteo Salvini, nella decisione di chiudere i porti italiani all'approdo della nave Aquarius e degli oltre 600 immigrati a bordo. Salvo poi correggere il tiro, specificando che la «chiusura dei porti italiani non è mai stata all'ordine del giorno». Nonostante le polemiche, è comunque stato questo il primo test di collaborazione fra Lega e 5 Stelle al quale, secondo quanto disposto dal contratto di governo gialloverde, dovranno seguirne molte altre. Alcune questioni urgenti riguardano proprio il dicastero occupato dall'esponente grillino, che raccoglie il testimone, decisamente ingombrante, del predecessore Graziano Delrio. Ma Toninelli da Soresina, in provincia di Cremona, classe 1974, laureato in Giurisprudenza e legato al movimento di Beppe Grillo fin dai tempi del vaffa day, non sembra preoccupato da questa eredità. I temi all'ordine del giorno sono tanti e scottanti. Si va dallo sviluppo del trasporto ferroviario alla delicata questione Tav, molto cara proprio al Movimento. L'accordo fra Salvini e Luigi Di Maio in tema trasporti tocca anche molti altri nodi: dalla mobilità sostenibile all'implementazione del sistema portuale. Senza dimenticare il problema mai risolto di Alitalia e quello della sicurezza, sia stradale sia ferroviaria. La Verità ha riassunto in cinque punti i temi principali sui quali il nuovo ministro dovrà, con tutte le probabilità, concentrare la propria attenzione nei prossimi mesi. Uno dei punti sui quali il contratto di governo gialloverde si sofferma maggiormente riguarda lo sviluppo della mobilità alternativa. «È necessario avviare un percorso finalizzato alla progressiva riduzione dell'utilizzo di autoveicoli con motori alimentati a diesel e benzina, al fine di ridurre il numero di veicoli inquinanti e contribuire concretamente al conseguimento e miglioramento degli obiettivi contenuti nell'accordo di Parigi», stabilisce il documento. Promettendo nuovi strumenti finanziari per favorire l'acquisto di veicoli ibridi ed elettrici e premi per chi si dota di mezzi a basse emissioni. Uno dei problemi principali da risolvere riguarda lo sviluppo delle relative infrastrutture, a partire dalle colonnine di ricarica ancora insufficienti in tutte le città. E poi c'è il car sharing che, a parte alcune eccezioni, fa ancora fatica a decollare davvero. A Toninelli spetta anche proseguire e sviluppare la politica di sviluppo della rete ciclabile. «Occorre creare un sistema di bike sharing capace di integrare differenti sistemi di mobilità su ferro e su gomma», prosegue il contratto, disponendo la realizzazione di nuove ciclostazioni vicino a parcheggi, stazioni, metropolitane e fermate di bus.Altra questione molto sentita dal nuovo esecutivo è la valorizzazione del sistema portuale della Penisola. Anche in questo caso lo scoglio principale da superare riguarda le risorse, necessarie per «attrezzare i porti con aree retro portuali capaci di garantire lo sdoganamento delle merci in loco, che devono poi essere trasportate grazie all'alta portabilità nelle destinazioni finali», come spiega il documento d'intesa. L'obiettivo è chiaro: restituire all'Italia «il naturale ruolo di leader della logistica in Europa e nel Mediterraneo». Ma per il momento in tema porti infuriano ancora le polemiche sulla loro chiusura agli immigrati. In attesa che le infrastrutture promesse diventino realtà.All'ordine del giorno anche il guaio dei treni. E della sicurezza del sistema su rotaie. Negli ultimi tempi abbiamo assistito a tragedie, dal disastro ferroviario di Corato, in Puglia, a quello più recente di Pioltello, alle porte di Milano. In entrambi i casi sono emerse enormi carenze strutturali che il governo attualmente in carica non può ignorare. Ma sul tavolo c'è anche un altro problema: i disagi che ogni giorno sono costretti a subire milioni di pendolari italiani a causa dei ritardi e delle cancellazioni delle corse locali. Su questo punto il contratto gialloverde è chiaro: «Un primo importantissimo passo da compiere per rispondere a una esigenza di mobilità veloce, sicura e a basso impatto ambientale è rappresentato dall'ammodernamento nonché potenziamento delle linee ferroviarie preesistenti». Il nuovo esecutivo guidato da Giuseppe Conte dovrà però occuparsi anche delle autostrade e dei pedaggi in costante crescita. Graziano Delrio, all'indomani dell'ennesimo rincaro scattato a Capodanno, aveva annunciato sconti fino al 20% dedicati proprio ai pendolari. Ora toccherà a Toninelli individuare la strategia giusta per andare incontro alle esigenze degli automobilisti. Immancabile è anche il pasticcio, mai risolto, di Alitalia. Recentemente l'ex ministro Delrio è tornato a ribadire la sua posizione: la compagnia «non deve essere svenduta». L'importante è fare in modo che cresca. Di qui l'invito al nuovo esecutivo: «Lavorino sul piano industriale di Alitalia e non sulla statalizzazione. Bisogna salvaguardare i lavoratori e avere un piano che rilanci l'occupazione». Attualmente l'azienda è commissariata e beneficia di un consistente prestito statale. Ma si tratta di una situazione nel lungo periodo insostenibile. Da parte sua, il governo di Giuseppe Conte nel contratto chiarisce che «Alitalia non va semplicemente salvata in un'ottica di mera sopravvivenza economica bensì rilanciata, nell'ambito di un piano strategico nazionale dei trasporti che non può prescindere dalla presenza di un vettore nazionale competitivo».Infine c'è la Tav, sulla cui presunta inutilità si sono più volte espressi gli esponenti pentastellati. «Continuiamo a mettere soldi sulla Tav ma intanto abbiamo scoperto che Emmanuel Macron ha sospeso l'opera sul lato Francia. Noi vogliamo recuperare 9 miliardi dalle grandi opere inutili e investirli sulle grandi, medie e piccole opere utili», aveva dichiarato Di Maio in diretta radiofonica lo scorso gennaio. Adesso sul contratto siglato con Salvini si legge che «con riguardo alla linea ad alta velocità Torino-Lione, nell'applicazione dell'accordo tra Italia e Francia, ci impegniamo a sospendere i lavori esecutivi e ridiscuterne integralmente il progetto». Insomma, il governo rivaluterà l'opera «carte alla mano, conti alla mano, con valutazioni giuridiche tecnico-scientifiche», come ha ribadito dopo il giuramento dallo stesso Toninelli. Più chiaro invece il destino del cosiddetto Terzo valico, ossia la nascente ferrovia Tortona/Novi Ligure-Genova. «Ci impegniamo al completamento dell'opera», promette il governo.
Giuseppe Cruciani (Ansa)
Il giornalista: «In tv l’intellighenzia progressista mostrifica la vittima. Bisognerebbe scendere in piazza in difesa del libero pensiero: vedremmo chi davvero vuole il dialogo».
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