2023-04-25
«Il mix Italia-Spagna vincente per Enel»
L’economista iberico Daniel Lacalle rappresentante della terza lista, alternativa ai nomi del Mef nel colosso energetico: «L’esempio arriva dai risultati della controllata Endesa. Sui vertici non è un problema di persone, Paolo Scaroni è uno stimato professionista, ma di metodo».«La nostra proposta di un cda indipendente non riguarda gli individui, ma la democrazia degli azionisti e la fiducia degli investitori. Non c'è alcun problema di personalità. Come investitore ho incontrato più volte il signor Scaroni, stimato professionista come dirigente del settore petrolifero e del gas e banchiere». Così l’economista spagnolo Daniel Lacalle, inserito nella terza lista Enel, quella del fondo Covalis, alternativa ai nomi del Mef, che presenta (obiettivo che a oggi sembra quantomeno ambizioso) come presidente del colosso energetico italiano un indipendente, il banchiere Mazzucchelli. Professore voi avete accusato un processo di scarsa trasparenza nella scelta dei nomi proposti per il nuovo Consiglio Enel. In cosa il processo è stato poco chiaro?«Credo che la decisione di nominare i vertici di un’azienda globale con una portata internazionale come è Enel debba tenere conto del parere di tutti gli azionisti e degli investitori internazionali in modo trasparente e aperto. Vorremmo vedere i migliori standard di governance in Enel. Tra le nostre idee, per esempio, c’è anche quella di proporre agli stakeholder di partecipare al lavoro del Cda».In che modo visto che comunque il Tesoro resta azionista di maggioranza?«Si può valutare l’invito di un rappresentante dei dipendenti o dei sindacati come osservatore del Consiglio, sul modello francese e tedesco».Il processo di selezione in Enel è stato, comunque, portato avanti sulla falsariga di quello delle altre controllate pubbliche. Che differenza avete trovato?«Non sono in grado di fare un confronto. Le confermo solo che siamo contrari al processo di selezione dell’ad basato sulle personalità, all’ultimo minuto e senza consultare gli azionisti. Questo crea incentivi non utili e risultati peggiori per gli investitori, la società e gli altri stakeholder». Dipenderà dai fondi che riuscirete a coinvolgere. Può darci un aggiornamento?«Non sono in grado di sapere chi sostiene la lista, ma siamo aperti a chiunque voglia portare l’azienda a guidare il processo di transizione energetica».Avrebbe aderito alla lista anche se fosse stato confermato il precedente top management?«La mia decisione di entrare nella lista si è basata solo sul desiderio del mercato di garantire una visione e una strategia per l’azienda».Quando le è stato proposto di entrare, nella lista c’era anche l’ex ad Starace? «Quando mi è stato proposto c’erano solo i nomi degli altri possibili membri indipendenti del cda». Lei è considerato un liberista: ritiene che in Enel ci sia troppo Stato? «Enel ha il talento, la tecnologia e la portata globale per essere un leader mondiale nell’innovazione e nella transizione energetica. Il ruolo del governo è quello di sostenere questo processo. La stessa Meloni ha dichiarato che il motto di questo governo sarà: “Non disturbare chi vuole fare qualcosa”. Noi siamo d’accordo».Da economista spagnolo come giudica la performance della controllata Endesa?«Nessuno può negare che Endesa e il settore delle utility spagnole abbiano ottenuto un miglioramento molto significativo e l’ambizioso piano di investimenti nelle energie rinnovabili è molto positivo. Credo che la combinazione di talenti italiani e spagnoli sia inarrestabile, ma non possiamo pensare che tutto ciò che è stato raggiunto sia sufficiente. Le opportunità a livello globale ed europeo sono straordinarie e devono essere colte». Uno dei vostri punti è l’espansione di Enel nelle rinnovabili. Ritiene non sia stato fatto abbastanza?«Il processo di transizione energetica competitiva nell’Unione europea è appena iniziato. Finora l’Italia, la Spagna e il resto d’Europa hanno appena scalfito la superficie in termini di sicurezza dell’approvvigionamento, competitività e leadership tecnologica per realizzare un processo di decarbonizzazione che riduca le bollette energetiche e faccia progredire l’industria e la crescita».Processo che comporta anche tanti rischi, per esempio dal punto di vista della perdita dei posti di lavoro e della concorrenza con Cina e India. Ne siete consapevoli?«È un processo che ovviamente va governato. Siamo grandi sostenitori dell’attività di Enel e vogliamo metterla in condizione di realizzare il suo potenziale come centro propulsore della transizione energetica, il che le consentirà di effettuare investimenti significativi sui posti di lavoro e le infrastrutture. Il rischio di perdere posti di lavoro è zero se il processo sarà guidato da Spagna e Italia. L’impatto sui posti di lavoro è senza dubbio positivo, le perdite di lavoro accadono solamente se un paese rimane attaccato al passato».Enel ha anche 60 miliardi di debiti. Apprezzate l’attuale piano di dismissioni che ha l’ambizione di ridurli drasticamente?«La riduzione del debito è fondamentale. Una strategia più snella e mirata accelererà la riduzione del debito attraverso un maggiore rendimento del capitale investito e quindi una migliore redditività».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.