2025-08-16
Missioni spaziali, quei flop che portarono al successo
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17 aprile 1970 - Il Centro di controllo missione della Nasa a Houston durante il rientro nell'atmosfera terrestre per l'ammaraggio e il recupero dell'Apollo 13 (Getty Images)
Non soltanto le tragedie con perdite umane, nella ricerca scientifica, e in particolare in quella spaziale, ogni malfunzionamento insegna qualcosa per arrivare al traguardo.A fallire non sono solo gli americani: lander, satelliti e sonde di India, Giappone, Europa, Russia e persino SpaceX hanno conosciuto insuccessi.Lo speciale contiene due articoli.La buona notizia è che ogni fallimento ha insegnato qualcosa, anche i più tragici. Perché incidenti a parte, più o meno conosciuti, l’esplorazione spaziale ha ancora molto da insegnare all’umanità. E i recenti tentativi di tornare sulla Luna con sonde automatiche prima ancora che con astronauti e cosmonauti lo dimostrano.Alla Nasa lo sanno bene e tragedie a parte, come quelle accadute agli Shuttle Challenger e Columbia, e prima ancora all’Apollo 1, con l’equipaggio bruciato vivo sulla rampa di lancio, il fallimento, anche qualora «non contemplato» per citare il celebre direttore di volo Eugene Kranz, è in realtà stato sempre la molla che portava a porsi i dubbi che la filosofia ci insegna essere alla base della sicurezza. Questi tragici eventi hanno contribuito a potenziare i progressi tecnologici, di sicurezza ed esplorazione spaziale.Il 27 gennaio 1967, durante un test di routine pre-lancio dell'Apollo 1, scoppiò un incendio nel modulo di comando e perirono gli astronauti Gus Grissom, Ed White e Roger B. Chaffee perché non riuscirono a fuggire a causa di difetti di progettazione della capsula che furono poi eliminati rendendola più sicura.L’esplosione del Challenger del 28 gennaio 1986, causata da un guasto a una guarnizione del razzo a propellente solido destro, portò alla revisione radicale nella gestione e nella progettazione dello shuttle stesso. Il disastro del Columbia del 1° febbraio 2003, quando la navetta si disintegrò durante il rientro nell'atmosfera terrestre uccidendo tutti e sette gli astronauti a bordo, fu causata dai detriti di schiuma isolante che durante il lancio causarono un danno all'ala sinistra. Ciò spinse la Nasa ad apportare modifiche cruciali ai protocolli di sicurezza che garantirono i voli fino alla dismissione della flotta. Nella storia della Nasa l’Apollo 13, che non riuscì ad allunare ma riportò a casa gli astronauti James Lovell, John Swigert e Fred Haise, fu definito un «fallimento di successo», e anche quello portò a fare profonde modifiche ai serbatoi dell’ossigeno dei moduli lunari e ad altre importanti componenti di bordo.Ma molte altre volte si è imparato qualcosa anche senza rischiare la vita umana: il 23 settembre 1999, la Nasa perse i contatti con il Mars Climate Orbiter a causa di un errore di calcolo tra le unità di misura metriche e imperiali. Un errore «da studenti della classe seconda media» ma tale che l'Orbiter entrò nell'atmosfera di Marte a un'altitudine errata causandone la distruzione e segnando uno dei fallimenti più imbarazzanti della Nasa. Ci fu poi il Mars Polar Lander lanciato il 3 gennaio dello stesso anno, che si schiantò durante la discesa verso Marte a causa di un problema software che spense prematuramente i motori. Qualcuno ricorderà anche la missione Genesis del 2001, fatta per raccogliere campioni di vento solare: la sonda si schiantò nel deserto dello Utah nel 2004 a causa di alcuni accelerometri difettosi che non riuscirono a dispiegare i paracadute. Nonostante l'incidente, alcuni campioni furono recuperati per analisi scientifiche, ma la maggior parte del materiale fu dichiarato inservibile.Più recentemente, nel giugno 2024, gli astronauti della Nasa Sunita Williams e Butch Wilmore affrontarono problemi a bordo del Boeing Starliner, la cui partenza fu ritardata a causa di perdite di elio e malfunzionamenti dei propulsori. Originariamente previsto per una missione di una settimana, il ritorno della sonda sulla Terra fu ritenuto troppo rischioso e fu richiesta una missione SpaceX per riportarli a casa dopo. La Williams stabilì un record: nel corso delle missioni spaziali della sua carriera è rimasta nello spazio per 608 giorni.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/missioni-spaziali-flop-portarono-successo-2673889011.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="oltre-gli-usa-i-flop-di-urss-europa-e-italia" data-post-id="2673889011" data-published-at="1755304387" data-use-pagination="False"> Oltre gli Usa, i flop di Urss, Europa e Italia A fallire non sono soltanto gli americani: la sonda indiana Chandrayaan-2 subì una battuta d'arresto quando il lander Vikram si schiantò durante la discesa verso la superficie lunare, e lo stesso accadde alla missione giapponese Hakuto-R. In Europa, si ricorda il flop del volo inaugurale del razzo Ariane 5 nel 1996 con a bordo i satelliti Cluster, che fallì poco dopo il decollo a causa di un errore del software caricato nel sistema di riferimento inerziale. Tale errore, derivante da un codice obsoleto e da una gestione inadeguata degli errori, causò la deviazione del razzo e l'autodistruzione. La missione Cluster originale, composta da quattro satelliti progettati per studiare la magnetosfera terrestre, non riuscì a raggiungere l'orbita e fu successivamente sostituita dalla Cluster II, lanciata con successo.La prima missione CryoSat, focalizzata sulla misurazione dello spessore della calotta glaciale, andò persa durante il lancio nel 2005 a causa di un guasto al secondo stadio del lanciatore Rockot. E che dire del lander Schiaparelli del programma ExoMars, destinato a dimostrare le tecnologie di atterraggio su Marte? Si schiantò nel 2016 durante la discesa a causa di una combinazione di fattori, tra cui un sensore difettoso e dati di altitudine errati inseriti nel satellite. Non saremmo obiettivi se non citassimo anche i fallimenti sovietici e russi, almeno quelli noti: diverse sonde lunari, sonde per Venere e veicoli spaziali con equipaggio. Luna 25, un lander lunare lanciato nell'agosto del 2023, avrebbe dovuto essere il primo veicolo spaziale russo ad allunare. Si trovò invece in una situazione anomala e si è schiantò sulla superficie lunare. Kosmos 482, lanciato nel 1972, era un veicolo spaziale che faceva parte del programma Venera, per raggiungere Venere. Un malfunzionamento gli impedì di uscire dall'orbita terrestre e rimase in orbita per oltre 50 anni prima di rientrare nell'atmosfera terrestre e schiantarsi. Soyuz 1 fu la missione con equipaggio lanciata nell'aprile del 1967 che si concluse in tragedia quando un guasto al paracadute durante il rientro causò lo schianto della capsula, uccidendo il cosmonauta Vladimir Komarov. Da quell’episodio cambiò il sistema di apertura delle calotte e nacque quello ancora oggi usato per il rientro delle Soyuz e delle Progress dalla Stazione Spaziale Internazionale. Mars 96, la sonda per Marte lanciata nel 1996, subì un guasto durante la sequenza di lancio: lo stadio superiore Blok D-2 del razzo Proton-K non funzionò facendola precipitare nell'Oceano Pacifico.Un anno nero per l’Italia fu il 1992, quando il progetto Tethered Satellite System 1 dell'Agenzia Spaziale Italiana fu lanciato durante la missione Shuttle Atlantis (missione Sts-46), 31 luglio - 8 agosto. Furono effettuate molte scoperte sulla dinamica dei sistemi satellitari vincolati (appunto tethered), ma il cavo che teneva il satellite unito allo Shuttle si srotolò solo per 260 metri rispetto ai 20,7 km previsti. Quattro anni dopo fu la volta della missione Tss-1R sullo Shuttle Columbia nella missione Sts-75. Questa volta il cavo si srotolò per oltre 19 km, ma si spezzò e il satellite si perse nello spazio. Infine, impossibile non fare menzione degli insuccessi di SpaceX e dei suoi razzi Starship nelle recenti prove di volo dal 7 al 9. Ed è proprio il patron Elon Musk a dirlo: «Anche questi fallimenti servono per fare passi avanti».
Ecco #DimmiLaVerità del 27 ottobre 2025. Ospite Marco Pellegrini del M5s. L'argomento del giorno è: "La follia europea di ostacolare la pace tra Russia e Ucraina"
Matteo Salvini (Ansa)
«Chiederò che sul Piano casa, scoperto nel 2026, parte dei fondi arrivi con gioia ed entusiasmo da parte di un sistema, quello delle banche, che sta facendo margini notevolissimi». Così il ministro dei Trasporti, Matteo Salvini. «Non c'è nessun accanimento nei confronti delle banche. Mi limito a leggere i bilanci. Negli ultimi tre anni le banche hanno fatto 112 miliardi di euro di utili, spesso una parte di questi investimenti coperti da garanzie dello Stato e, quindi, nel caso che tutto andasse bene si va a utile, nel caso non andasse c'è lo Stato che copre e garantisce». Il vicepremier ha spiegato che la richiesta non nasce da una volontà punitiva, ma dal principio di equilibrio e collaborazione tra pubblico e privato. Secondo Salvini, le banche, dopo anni di margini record, possono contribuire concretamente a sostenere misure sociali e infrastrutturali, come il Piano casa, considerato «Una priorita' nazionale per dare risposte a chi oggi non può permettersi un alloggio dignitoso».
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