
Gli Usa parlano di un terra-aria, Londra di un ordigno in una cassa di vino. Sospetti sul pilota, forse fuggito su un secondo velivolo. I commilitoni: «Il corpo senza un dito era di Prigozhin». Ma servirà il Dna. Putin: «Condoglianze ai parenti, non lo dimenticheremo».Abbattuto da un missile, come sostiene la Wagner, o da una bomba messa con la complicità del capo pilota della compagnia aerea, ricercato ma sparito nel nulla, come dice il Cremlino? Tanto da chiarire sulla fine dello «chef di Putin».C’è un primo sospettato, chissà se un utile capro espiatorio o davvero tra i colpevoli della morte del capo della Wagner, Evgenij Prigozhin, i cui resti sarebbero stati identificati nel pomeriggio di ieri, mentre a San Pietroburgo i commilitoni del «generale» organizzavano manifestazioni di cordoglio alla sede cittadina della compagnia, asserendo di aver riconosciuto il corpo del loro capo grazie al suo dito mancante, e Mosca confermava il ritrovamento del suo telefono cellulare. Sarà comunque necessario un test del Dna sui cadaveri. La causa dell’incidente all’Embraer Legacy 600 della Autolex, società che la Cia americana sostiene essere una compagnia riconducibile alla Wagner, è stata inizialmente attribuita a un missile S-400 appartenente alla dotazione antiaerea che protegge Mosca. Tuttavia, il Cremlino parla della possibile presenza a bordo di un ordigno esplosivo - infinitamente meno costoso del missile - che sarebbe stato installato nel vano posteriore o in quello del carrello dell’aeroplano durante le operazioni di manutenzione alle quali era stato sottoposto dal 5 agosto al 20 agosto. Del resto, se a Mosca si aspettano l’intrusione degli F-16 ucraini entro Capodanno, l’uso di un’arma molto costosa come lo S-400 sarebbe assurdo. Secondo il canale Telegram «Baza», legato ai servizi segreti russi, gli investigatori di Mosca stanno lavorando anche sulla pista della bomba che condurrebbe al pilota personale dello stesso Prigozhin, l’ex comandante e oggi imprenditore Artem Stepanov, fondatore della Mnt Aero, la società proprietaria ma non esercente dell’aereo precipitato. Oltre che pilota, Stepanov risulta essere un tecnico, dunque avrebbe avuto la possibilità e la competenza per agire indisturbato prima che l’aeromobile decollasse verso San Pietroburgo. Secondo fonti russe, nel momento in cui scriviamo egli avrebbe lasciato Mosca su un aeromobile ufficialmente diretto all’aeroporto di Ust-Kamchatsk, in Kamchatka, dove però non è stato registrato l’atterraggio. Con lui ci sarebbero gli altri soci della Mnt-Aero, Olga Gubareva e Kirill Shcherbakov, anche loro irraggiungibili. Un secondo velivolo di proprietà del fondatore della Wagner è invece decollato dalla capitale russa in direzione Baku. Al momento da occidente è difficile dare credito a una versione oppure all’altra, ovvero se trattasi di missile o di bomba, e sebbene i video dell’incidente, con l’aeroplano che precipita senza alcun controllo né propulsione, verticalmente e con molto carburante incombusto che fuoriesce da serbatoi e impianti squarciati, siano apparsi a tempo di record sul Web, dalle poche immagini a terra apparse sui media si desume soltanto che la caduta è stata rapidissima e che il relitto è riconoscibile dalla livrea bianco-blu-oro di ciò che rimane delle coperture dei motori e di parte del timone. Gli Usa, ad esempio, propenderebbero per il razzo terra-aria, stando a quanto riferito da Reuters. Londra, tramite l’ex funzionario dell’intelligence Christopher Steele, parla invece di «una bomba in una cassa di vino» ricevuta n dono dall’ex cuoco. La compagnia brasiliana Embraer ha detto solo di essere a conoscenza dell’incidente, mentre le autorità del Paese sudamericano si sono messe a disposizione per fornire tutte le informazioni necessarie sulle caratteristiche del jet e restano in attesa di una comunicazione da parte del governo russo. Da una ricerca sui siti di tracciamento dei voli si ritiene che l’aereo abbia precedentemente trasportato Prigozhin da Rostov sul Don, ovvero dal luogo che divenne il quartier generale del suo breve ammutinamento avvenuto nel giugno scorso, fino a Mosca, facendo tappa a San Pietroburgo per ragioni non riconducibili alla necessità di fare carburante, per poi proseguire per la Bielorussia. Così il motivo della rotta scelta è un altro mistero: forse dover sbarcare oppure imbarcare altre persone, o trasportare un carico pesante. Un’ulteriore stranezza è il fatto che l’aereo non risultava dotato di alcun apparato d’allarme né di difesa antimissile, come in genere sono invece gli esemplari che trasportano personale a rischio. Non che questo avrebbe potuto salvare il velivolo da un missile S-400, arma che potrebbe aver colpito il Legacy mentre sorvolava la regione di Tver, vicino al villaggio di Kuzhenkino. Qui però la traccia radar del volo riporta un’improvvisa interruzione dell’invio dei dati di bordo, segno di una mancanza istantanea dell’energia avvenuta mentre l’aereo volava livellato in crociera a poco più di 3.700 metri di quota - mentre avrebbe potuto salire molto di più - alla velocità di 300 nodi (550 chilometri orari), e avrebbe potuto andare più veloce, in una condizione di cielo sereno. Una situazione più compatibile con la bomba che con il missile. Un altro aspetto da capire è perché un personaggio come Prigozhin, sapendo da tempo di essere un bersaglio, con un’intera compagnia aerea a disposizione, non abbia scelto di far apparire il suo nome in più liste d’imbarco o presso differenti vettori, o di partire da un aeroporto più riservato rispetto allo scalo internazionale di Sheremetyevo, facilmente controllabile dai servizi russi e stranieri, benché l’Ucraina abbia negato qualsiasi coinvolgimento.Ieri Vladimir Putin - con macabra ironia - ha fatto le sue condoglianze alla famiglia del defunto, mostrandosi all’oscuro dell’incidente (Prigozhin «era tornato ieri dall’Africa», «Aspettiamo le indagini»), assicurando che il mercenario «non sarà dimenticato» e celebrando «il contributo dei combattenti di Wagner contro il neonazismo» in Ucraina. Per i miliziani, più che un omaggio, un de profundis.
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