2023-10-06
Milano-Taranto: la corsa motociclistica della rinascita italiana
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Concorrenti della Milano-Taranto a Linate, poco dopo la partenza da Milano (courtesy milanotaranto.it)
Epica gara di «gran fondo», vide sfidarsi le moto e gli scooter che fecero la prima motorizzazione, con record di velocità e bagni di folla (e di sangue) sulle strade del dopoguerra. Nata durante il ventennio, ebbe il suo apice negli anni Cinquanta.Quando nel maggio 1950 si accese la lotta tra Manuel Fangio e Alberto Ascari sui circuiti della Formula 1, da poco rinata dopo la tragedia della guerra, anche nel mondo delle corse motociclistiche stava per accadere qualcosa di nuovo, che farà la storia delle competizioni su due ruote: la prima edizione del dopoguerra del raid motociclistico da Milano a Taranto, su una distanza di 1340 chilometri da percorrere in una sola notte.La gara di endurance nasceva sulle ceneri delle competizioni nate agli albori del motociclismo degli anni Dieci fino alla cesura della guerra, con un picco durante il ventennio. Nel 1919, il primo record segnato negli annali su un percorso da Milano a Napoli (865 km.). Il vincitore l’ingegner Ettore Girardi, alla guida di una Garelli 350cc. due tempi, impiegò 23 ore ad una media di poco più di 38 km/h a raggiungere il capoluogo partenopeo su strade che venivano descritte come «disegnate dal Diavolo» sulle quali si cimentarono pochi temerari, per un totale di 29 partecipanti a quello che fu chiamato il «Raid Nord-Sud». Negli anni seguenti le medie orarie andarono via via crescendo, nelle diverse categorie in base alla cilindrata della motocicletta. Trionfarono le «mille» americane Harley-Davidson e Indian ma anche le glorie del motociclismo pionieristico come la milanese Frera da 350cc. Dopo una pausa durata 7 anni, la gara riprese con la prima estensione fino a Taranto, fortemente voluta da Mario De Introna (tarantino e pilota del locale Moto Club). Il 6 maggio 1937 si correva la Coppa Mussolini, quando in pochi anni le moto erano cambiate grazie ai balzi compiuti dall’industria motociclistica italiana. Iniziava l’epoca d’oro della Moto Guzzi, con l’intramontabile monocilindrico orizzontale da 500cc, in gara contro le bicilindriche inglesi e le compatriote Gilera. La media, di tutto rispetto contando i tempi e la natura del percorso, superava i 100 km/h. Primi al traguardo, le stelle di Enrico Lorenzetti e Guido Leoni, entrambi «guzzisti» che raggiungeranno i massimi trionfi dopo la fine della guerra, che mise per alcuni anni la parola fine sulla gara da Nord a Sud. Ci vollero altri cinque anni per rivedere i piloti nuovamente pronti a lasciare il capoluogo lombardo e affrontare i massacranti chilometri che li separavano da Taranto. La prima edizione del dopoguerra, con le strade ancora disastrate dalle conseguenze del conflitto, partì da Rogoredo (periferia Sud-est di Milano) all’alba del 7 maggio 1950. Su 121 partecipanti, soltanto in 46 riuscirono a tagliare il traguardo sul lungomare della città pugliese. Il vincitore fu il favoritissimo Guido Leoni su Guzzi 500, che coprì la distanza di 1.325 chilometri in 12 ore e 59 minuti, alla strepitosa media di 102 km/h. Alle sue spalle, dopo due ore di attesa, giunsero due Gilera 500. Nella divisione in classi della competizione, tra le 250cc. il successo se lo divisero Piero Cavacciuti sulla milanese Parilla alla media di quasi 90 all’ora e Guerrino Malossi (della famiglia degli imprenditori delle preparazioni moto) sulla bolognese M.M. 250. Nelle 125cc. nasceva l’astro di un grande pilota, Carlo Ubbiali. Durante l’edizione 1950 della Milano-Taranto il campione bergamasco finì la corsa spingendo la sua Mondial per chilometri dopo una rottura, aiutato anche dalla folla, e svenne appena dopo il traguardo. Fino al 1960 sarà uno dei piloti più premiati nelle categorie 125 e 250cc, con ben 68 podi conquistati. Nelle edizioni dal 1951 al 1954 crebbe l’entusiasmo del pubblico per quella che divenne una gran fondo motociclistica paragonabile alle gare storiche come il Tourist Trophy dell’isola di Man. La molteplicità delle cilindrate e dei modelli in competizione spinse di riflesso la popolarità delle moto e la loro produzione di serie (nella Mi-Ta correvano prevalentemente moto derivate dai modelli in produzione). In particolare l’entusiasmo si riversò sul segmento più diffuso, quello delle piccole cilindrate (o motoleggere) compresi gli scooter. Mitiche le gare che videro confrontarsi le Lambrette Innocenti e altri marchi dell’epoca, fatto che evidenziò lo status di leader mondiale dell’Italia nel mondo dello scooter (oggi la tipologia di due ruote più diffusa). Oltre alla Lambretta e alla Vespa, marchi oggi scomparsi ma all’avanguardia nella produzione si cimentarono nel durissimo test di resistenza di uomini e macchine come gli scooter Isothermos (poi Iso Moto, parenti della supercar Iso Rivolta e della Isetta) e MV, della blasonata famiglia della MV Agusta. Nel 1954 corse anche una microcar prodotta dalla Mi-Val di Gardone Val Trompia. Il «Mivalino», totalmente cabinato e dotato di motore 171cc su licenza della tedesca Messerschmitt, fu doppiamente rivoluzionario come precursore delle minicar e perché guidato anche da una donna, Elsa Bonacossa, che fu la prima e unica rappresentante del genere femminile a correre nella Mi-Ta. Sponsorizzata da Supercortemaggiore, la marca di benzina della Agip, la Milano-Taranto vide un costante aumento dei partecipanti. Dai 140 del 1951 ai 300 del 1955. Si alzarono le medie di velocità, molto rilevanti in particolar modo per le piccole cilindrate che superarono agilmente il muro dei 100 km/h. Anche le preparazioni si fecero sempre più sofisticate e il percorso vide una variante, quella che per due edizioni seguì la sponda adriatica su un percorso più lungo (1.400 km.) ma più agevole di quello originario. Nel 1954, a riprova di quanto fossero diventate «cattive» le motoleggere, l’edizione vide vincitore assoluto Remo Venturi su una Mondial 175cc., seguito da altre due Mondial a completare il podio. Un trionfo del piccolo sul gigante Benelli 500 4 cilindri, arrivato alle spalle delle tre motoleggere. L’anno successivo, apice della storia della gran fondo, fu anche il più drammatico. Con 300 moto alla partenza per il percorso adriatico, la «III Coppa Supercortemaggiore Milano-Taranto» l’edizione più partecipata ebbe un tragico epilogo. Vinta da Bruno Francisci su Gilera Saturno 500, la gara fu funestata da incidenti mortali. Tra il 19 e il 20 giugno 1955 Giuseppe Lattanzi perse la vita a 9 km. dalla sua città, Ancona, mentre era in testa con 134 km/h di media sulla sua Mondial. Tra Faenza e Forlì, sotto la pioggia battente si spense la vita di Angelo Montevecchi e poco più tardi quella del toscano Ermanno Camilletti. Erano tutti della scuderia Mondial, che decise per il ritiro definitivo dalla competizione. L’ecatombe riempì le pagine dei quotidiani che iniziavano ad interrogarsi sulla possibilità di interrompere una scia di sangue che aveva macchiato indelebilmente l’asfalto tra Milano e Taranto.Il terribile 1955 fu un oscuro presagio. L’edizione 1956 fu l’ultima Mi-Ta della storia, dominata dalle Gilera Saturno 500. Il primo a tagliare il traguardo fu il pilota romano Dario Basso, in seguito squalificato per una irregolarità meccanica nella preparazione della moto. La vittoria fu assegnata così a Pietro Carissoni, campione bergamasco della regolarità ed ultimo premiato nella storia della leggendaria corsa attraverso la Penisola. Il 12 maggio 1957, poco più di un mese prima della partenza di quella che sarebbe stata la dodicesima edizione della gran fondo motociclistica, un gravissimo incidente interessò la «sorella maggiore» della Mi-Ta, la Mille Miglia. Nel pomeriggio di quel tragico giorno, sulla Mantova-Brescia all’altezza di Guidizzolo la Ferrari del pilota spagnolo Alfonso de Portago e del copilota Edmund Nelson uscì di strada a causa dello scoppio di uno pneumatico e piombò sulla folla, uccidendo sul colpo i due occupanti e nove spettatori, tra cui cinque bambini. A causa della immane sciagura tutte le competizioni motoristiche su strade pubbliche furono immediatamente vietate, compresa naturalmente la Milano-Taranto che fu annullata e che non si corse mai più. Grazie ad un gruppo di appassionati del Moto Club Veteran di San Martino in Colle (Perugia) il nome della Milano-Taranto vive nuovamente, sotto forma di rievocazione a cadenza annuale. Dal 1987 grazie all'iniziativa e alla dedizione di Franco Sabatini, oggi scomparso ma costantemente ricordato nelle edizioni della gara, si danno appuntamento privati, moto club italiani ed esteri e collezionisti per rivivere quelle emozioni uniche di una competizione che fu tra i simboli della rinascita del Paese e depositaria dell’entusiasmo per le due ruote, protagoniste assolute della prima motorizzazione di massa. Appuntamento con la prossima edizione della Milano-Taranto: il 7 luglio 2024.
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)