2025-01-15
Milano, Sala taglia il tema sicurezza
La maggioranza di centrosinistra chiude un’ora prima il Consiglio comunale quando s’intavola il problema. La minoranza: «Abbiamo chiesto per 600 volte di intervenire...». La maggioranza in Consiglio comunale a Milano fa chiudere l’assise un’ora prima, mentre si sta parlando dei fatti di Capodanno. Lo riferisce il capogruppo di Forza Italia, Luca Bernardo, in un comunicato dove ricorda che in agenda ci sono più di 600 mozioni e ordini del giorno sul tema sicurezza. Evidentemente parlare di ciò in quel Consiglio comunale provoca l’orticaria in molti consiglieri della maggioranza che ritengono, con altrettanta evidenza, che il tema non debba occupare più tempo di tanto perché non costituisce una priorità.Uno potrebbe chiedersi cosa possa fare un Consiglio comunale nei confronti del tema della sicurezza cittadina. Domanda legittima, ma è sbagliata la questione: il punto non è cosa possa fare il Consiglio comunale, il punto è che il Consiglio comunale deve occuparsene in modo serio, approfondito e proporre, nell’ambito delle competenze comunali, provvedimenti che impediscano, o aiutino a impedire, lo scempio compiuto da alcuni durante la notte di Capodanno in piazza Duomo. Del resto, era capitato anche due anni fa ma, in questo caso, repetita non iuvant. Affermazione che i vecchi professori di latino rivolgevano agli studenti chiocconi che, nel dialetto versiliese, significa duri di comprendonio.L’episodio del Consiglio comunale non stupisce affatto essendo che, dalle parti di Palazzo Marino, sede del Comune di Milano, con Sala regnante, in tema di sicurezza o non hanno detto nulla, o hanno detto cose sbagliate, o hanno fatto finta che il problema non ci fosse. E non ci riferiamo al povero assessore Marco Granelli che si dà da fare per quanto può, ma proprio al sindaco Beppe Sala che ha un rapporto col tema della sicurezza come quello di un rimandato in matematica con le radici quadrate.L’ultima uscita combinata del sindaco di Milano e del suo consigliere per la sicurezza hanno toccato il livello più basso che potevano. L’argomento in questione è l’inseguimento da parte dei carabinieri che poi si è concluso con la morte del giovane egiziano Ramy. Il sindaco Sala si è distinto anche questa volta per aver detto delle cose prive di senso. Dopo aver visto i video dell’inseguimento di Ramy ha, infatti, affermato che quell’inseguimento e ciò che viene detto all’interno della registrazione, fornita dai carabinieri stessi, «rappresenta un brutto segnale»; ci sfuggiva - e ne chiediamo scusa - che il sindaco Sala fosse un esperto in inseguimenti dei carabinieri nei confronti di soggetti che non si fermano all’alt imposto dalle forze dell’ordine. Non sappiamo dove abbia studiato questa materia, a tal punto in modo approfondito, da «decretare», a indagini aperte e con un processo ancora da svolgere, che quell’inseguimento è un brutto segnale. Non mi ricordo, essendo passati tanti anni ormai dalla lettura del Manuale delle giovani marmotte, se vi fosse, in quel libro, qualcosa a proposito degli inseguimenti. Mi ricordo, piuttosto, le regole da seguire nel gioco del «nascondino». Come disse Leopardi «Non so se il riso o la pietà prevale».Cosa ne sa il sindaco Sala di come va fatto un inseguimento? Dopo che il Corvetto è stato messo a ferro e fuoco, dopo che si stanno ripetendo nel Paese manifestazioni contro la polizia e i carabinieri alimentando un clima di odio verso le forze dell’ordine, essendo Sala sindaco di Milano e non - con tutto il rispetto - di un Comune di qualche centinaia di anime in montagna, ed essendo che quando parla viene ripreso da tutti i media, non sarebbe stato il caso che avesse detto qualcosa di simile a: «Lasciamo che le indagini facciano il loro corso», oppure «Se qualcuno ha sbagliato, pagherà», oppure «Magari possono avere anche sbagliato i carabinieri, ma quello che è certo è che hanno sbagliato i due ragazzi che non si sono fermati». Non pensa il sindaco Sala che, detto da un’autorità come lui, questo possa influire negativamente sul clima sufficientemente surriscaldato nei confronti delle forze dell’ordine in particolare dei carabinieri? Se, poi, si passa a quello che ha affermato Franco Gabrielli, ex capo della polizia e dunque direttore generale della pubblica sicurezza, allora la questione peggiora ancora perché non sta parlando un consulente di Sala qualsiasi, sta parlando un’autorità nazionale nel campo della sicurezza. Questo signore è stato, dal 29 aprile 2016 al 28 febbraio 2021, capo della polizia. Se il sindaco Sala è un’autorità civile e politica (sia pure amministrativa), Gabrielli è certamente un’autorità nel campo della sicurezza e, quindi, le sue dichiarazioni sono ancora più gravi e preoccupanti. Egli ha affermato: «L’inseguimento non è stato fatto in modo corretto, non si può mettere in pericolo una persona perché sta scappando».A prima vista ,uno potrebbe affermare che, forse, sta parlando qualcuno che non conosce le difficoltà e i pericoli di un inseguimento, ma non è così. Allora perché parla? Sa Gabrielli, più del sindaco Sala, che le sue parole possono avere un effetto rinforzativo delle convinzioni supportate dal nulla di quei facinorosi che stanno mettendo a ferro e fuoco l’Italia? Naturalmente c’è il coro dei censori che invocano l’articolo 21 della Costituzione sulla libertà di manifestazione del pensiero: Gabrielli ha diritto ad esprimere le sue opinioni. Indiscutibile. E l’opportunità di farlo? E il senso di opportunità che dovrebbe informare queste personalità che hanno un rilievo nel dibattito pubblico? Queste ce le mettiamo sotto i piedi? Non ne teniamo conto? Non vogliamo mettere in conto che qualche mente bacata, o anche non bacata ma ideologizzata e pregiudizialmente contraria al lavoro delle forze dell’ordine, possa trarre da queste parole delle conclusioni errate? E poi, comunque, è opportuno che l’ex capo della polizia intervenga durate le indagini ancora in corso che daranno il via ad un processo tutto da celebrare? Sentenza prima delle indagini e del processo? Per un uomo di Stato, servitore dello Stato, grand commis, tutto ciò appare francamente incompressibile.
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