2020-04-01
Milano e Bertolaso fanno il miracolo. «La più grande rianimazione d’Italia»
Guido Bertolaso e Attilio Fontana (Ansa)
Con buona pace di Angelo Borrelli, apre i battenti l'ospedale realizzato in 10 giorni alla Fiera meneghina. A regime ospiterà 200 malati gravi in terapia intensiva e altrettanti medici. Servirà a dare ossigeno agli altri nosocomi.Costruire un ospedale in dieci giorni: chi non lo riteneva possibile, ha dovuto ricredersi. Ieri è stato infatti inaugurato a Milano il centro di terapia intensiva, destinato ai malati di coronavirus, realizzato nei padiglioni della Fiera. Solo il 13 marzo scorso, il capo della Protezione civile, Angelo Borrelli, l'aveva definita un'impresa irrealizzabile. Ma il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, aveva rispedito subito la risposta al mittente: «Ci arrangeremo, faremo da soli». E dopo la nomina a consulente speciale di Guido Bertolaso, la Regione più colpita dalla pandemia ha dato prova di poter realizzare ciò che sembrava possibile solo in Cina dove è stato costruito in una decina di giorni un ospedale nella città epicentro del contagio, Wuhan. Solo che qui si è dovuta sconfiggere la burocrazia italiana, mentre là è bastato ingaggiare un plotone di operai.«Abbiamo fatto una promessa e l'abbiamo mantenuta. Non abbiamo realizzato un ospedale da campo, non abbiamo realizzato un lazzaretto. Qui in Fiera abbiamo creato un vero e proprio ospedale specialistico. Un ospedale ideato e costruito nel rispetto del paziente e di tutti gli operatori sanitari e non che li assistono. Perché è proprio la figura del paziente al centro di quest'opera. Chi entra qui avrà ambiente, struttura, attrezzature e assistenza ottimale per le proprie esigenze di salute», ha scritto l'ex capo della Protezione civile nel messaggio letto da Gerardo Solaro del Borgo durante la conferenza stampa di presentazione della struttura. Bertolaso non ha potuto presenziare infatti, essendo ricoverato al San Raffaele da quando è risultato positivo al Covid-19, una settimana fa: «Al grido di aiuto dell'Italia si risponde. Sempre. Anche quando, come in questo caso, ci sono rischi a cui sapevo di andare incontro. Ma oggi più che mai sono fiero di essere italiano», ha aggiunto. Il nuovo ospedale Covid di Milano, una volta a regime, disporrà di 200 posti di terapia intensiva e altrettanti medici anestesisti, che dovrebbero arrivare a 220, con circa 500 infermieri e altri 200 operatori sanitari di vario genere, per un totale di oltre 900 addetti. Dopo i primi 24 posti aperti tra domenica e lunedì prossimo, saranno resi operativi otto reparti, con 53 letti per la terapia intensiva. In una seconda fase verrà aperto il padiglione sottostante con 104 letti e, infine, il padiglione 2 con altri 48 posti. «Si tratta del più grande reparto di terapia intensiva d'Italia», come ha sottolineato Ezio Belleri, direttore generale del Policlinico di Milano, che gestirà l'hub realizzato in Fiera: «Rappresenta uno strumento fondamentale per combattere la battaglia contro il Covid. È una grande sfida, un risultato inimmaginabile, frutto di uno sforzo enorme». La realizzazione del nuovo ospedale è stata resa possibile dal lavoro incessante di 500 persone, impiegate su tre turni per 24 ore al giorno, e quasi 100 imprese, oltre che dalle donazioni dei privati, come ha tenuto a sottolineare Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano, ringraziando tutti, dalla signora che ha dato 100 euro a chi (come Silvio Berlusconi) ha donato 10 milioni: «È grazie a loro che abbiamo raccolto 21 milioni di euro e fatto in dieci giorni ciò che si fa in qualche anno». L'ospedale servirà ad accogliere i contagiati in condizioni critiche che non trovano posto nelle altre strutture sanitarie non solo della Lombardia, ma di tutto il Paese. A regime, potrebbe servire a svuotare quegli ospedali costretti a mettere in stand-by le sale operatorie, ma si prevede che potrà essere utilizzato anche per gestire nuove ondate di contagi, come ha spiegato l'assessore al Welfare lombardo, Giulio Gallera: «Ciò che abbiamo realizzato oggi è chiaramente al servizio della Regione, del Paese e dell'Europa, sperando che tutto questo non sia necessario». La speranza, infatti, rimane sempre quella di poter smontare l'ospedale il prima possibile. Come ha spiegato Pazzali, lo smontaggio e lo stoccaggio in magazzino per il riutilizzo dei materiali sono già stati predisposti con il Policlinico, ma una rapida chiusura rimane un'illusione, e il presidente Fontana ne è consapevole: «Questo ospedale sarà il simbolo della battaglia vinta sul coronavirus, sarà il simbolo della ripresa della Regione. Ma ancora non abbiamo vinto niente. Mi raccomando, non diffondiamo troppo entusiasmo. Bisogna ancora rimanere a casa e rispettare le regole» ha esortato il governatore, che ha poi nuovamente espresso la sua gratitudine a Bertolaso: «L'ho sottratto a un momento di riposo meritato e l'ho costretto a venire a Milano a sottoporsi a un tour de force, a lavorare e a correre dei rischi. Noi gli siamo vicini, siamo convinti che vincerà questa ulteriore battaglia senza problemi. Lui è stato un altro elemento catalizzatore e ha saputo trasformare un'idea in qualcosa di concreto».
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)
13 agosto 2025: un F-35 italiano (a sinistra) affianca un Su-27 russo nei cieli del Baltico (Aeronautica Militare)
La mattina del 13 agosto due cacciabombardieri F-35 «Lightning II» dell’Aeronautica Militare italiana erano decollati dalla base di Amari, in Estonia, per attività addestrativa. Durante il volo i piloti italiani hanno ricevuto l’ordine di «scramble» per intercettare velivoli non identificati nello spazio aereo internazionale sotto il controllo della Nato. Intervenuti immediatamente, i due aerei italiani hanno raggiunto i jet russi, due Sukhoi (un Su-27 ed un Su-24), per esercitare l’azione di deterrenza. Per la prima volta dal loro schieramento, le forze aeree italiane hanno risposto ad un allarme del centro di coordinamento Nato CAOC (Combined Air Operations Centre) di Uadem in Germania. Un mese più tardi il segretario della Nato Mark Rutte, anche in seguito all’azione di droni russi in territorio polacco del 10 settembre, ha annunciato l’avvio dell’operazione «Eastern Sentry» (Sentinella dell’Est) per la difesa dello spazio aereo di tutto il fianco orientale dei Paesi europei aderenti all’Alleanza Atlantica di cui l’Aeronautica Militare sarà probabilmente parte attiva.
L’Aeronautica Militare Italiana è da tempo impegnata all’interno della Baltic Air Policing a difesa dei cieli di Lettonia, Estonia e Lituania. La forza aerea italiana partecipa con personale e velivoli provenienti dal 32° Stormo di Amendolara e del 6° Stormo di Ghedi, operanti con F-35 e Eurofighter Typhoon, che verranno schierati dal prossimo mese di ottobre provenienti da altri reparti. Il contingente italiano (di Aeronautica ed Esercito) costituisce in ambito interforze la Task Air Force -32nd Wing e dal 1°agosto 2025 ha assunto il comando della Baltic Air Policing sostituendo l’aeronautica militare portoghese. Attualmente i velivoli italiani sono schierati presso la base aerea di Amari, situata a 37 km a sudovest della capitale Tallinn. L’aeroporto, realizzato nel 1945 al termine della seconda guerra mondiale, fu utilizzato dall’aviazione sovietica per tutti gli anni della Guerra fredda fino al 1996 in seguito all’indipendenza dell’Estonia. Dal 2004, con l’ingresso delle repubbliche baltiche nello spazio aereo occidentale, la base è passata sotto il controllo delle forze aeree dell’Alleanza Atlantica, che hanno provveduto con grandi investimenti alla modernizzazione di un aeroporto rimasto all’era sovietica. Dal 2014, anno dell’invasione russa della Crimea, i velivoli della Nato stazionano in modo continuativo nell’ambito delle operazioni di difesa dello spazio aereo delle repubbliche baltiche. Per quanto riguarda l’Italia, quella del 2025 è la terza missione in Estonia, dopo quelle del 2018 e 2021.
Oltre ai cacciabombardieri F-35 l’Aeronautica Militare ha schierato ad Amari anche un sistema antimissile Samp/T e i velivoli spia Gulfstream E-550 CAEW (come quello decollato da Amari nelle immediate circostanze dell’attacco dei droni in Polonia del 10 settembre) e Beechcraft Super King Air 350ER SPYD-R.
Il contingente italiano dell'Aeronautica Militare è attualmente comandato dal colonnello Gaetano Farina, in passato comandante delle Frecce Tricolori.
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