2021-05-21
Migranti sbolognati agli enti locali. Turismo in pericolo e Regioni in rivolta
Mentre l'Ue latita, i ricollocamenti avvengono solo nella penisola. Massimiliano Fedriga: «Non accetteranno in molti, sdoganati gli arrivi illegali». Sono iniziate e si concluderanno nel week end le operazioni per distribuire nelle varie Regioni 559 immigrati sbarcati clandestinamente in Italia nei giorni scorsi. Gli immigrati, come anticipato dalla Verità, verranno così collocati: 60 in Piemonte, Lombardia e Emilia Romagna; 50 nelle Marche; 49 in Umbria; 44 in Liguria; 43 in Basilicata; 40 in Abruzzo, Campania, Veneto e Lazio; 25 in Puglia e 8 in Sicilia. È il segnale che, considerato il totale fallimento delle politiche europee sull'immigrazione, l'Italia si avvia a una estate incandescente sul fronte dell'invasione di immigrati. L'estate, quell'estate che il nostro Paese attende come l'inizio del rinascimento economico, si annuncia all'insegna del caos. Altro che turisti, altro che green pass: qui l'unico pass che consente a chiunque di varcare i nostri confini è quello delle navi delle Ong, che scaricano sulle nostre coste immigrati clandestini a migliaia. Facile prevedere cosa ci attende: rivolte, scontri, tumulti, tafferugli, proteste. «Il problema», dice alla Verità Augusta Montaruli, capogruppo di Fratelli d'Italia in commissione Politiche dell'Unione europea della Camera, «è che un criterio di distribuzione degli immigrati sul suolo nazionale semplicemente non c'è, mentre l'Europa fa spallucce e si disinteressa della questione. Presenterò una interrogazione al ministro dell'Interno Luciana Lamorgese per capire come questo governo intende affrontare la questione». È stata la Montaruli, per prima, ad accorgersi dell'esistenza della tabella di collocamento degli immigrati nelle varie Regioni italiane. Una tabella che altro non è che una bandiera bianca: se il governo pensa di andare avanti così, piazzando immigrati clandestini in tutta Italia, mentre l'Europa intera se ne frega e pensa ad attrarre turisti, le proteste si annunciano roventi. «Credo», dice all'Adnkronos Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia e presidente della Conferenza delle Regioni, «che non ci sarà disponibilità di molte Regioni a prendere immigrati entrati irregolarmente nel Paese. Se affrontano così la questione dei flussi migratori, con la redistribuzione sul territorio nazionale», aggiunge Fedriga, «peggioreremo anche la situazione, oltretutto facendo passare un messaggio molto pericoloso che è quello che se uno entra illegalmente può rimanerci e anzi viene distribuito sul territorio nazionale». «Inizia la bella stagione», attacca l'assessore alla Sicurezza della Regione Piemonte, Fabrizio Ricca, «e ricominciano gli sbarchi. La Spagna schiera l'esercito al confine: dobbiamo ragionare sul perché dobbiamo accogliere solo noi. Ci hanno segnalato che questi 60 sono in arrivo, nel caso ci auguriamo che questo possa essere un unicum», aggiunge Ricca, «almeno chiedano alle Regioni cosa ne pensano, se ci sono Regioni pronte ad accoglierli li accolgano tutti senza nessun problema, noi in questo momento abbiamo altre priorità». «Apprendiamo dal Viminale», sottolineano il segretario provinciale della Lega di Vercelli Paolo Tiramani, il segretario cittadino Gian Carlo Locarni e il capogruppo Romano Lavarino, «che sono ricominciati i bandi prefettizi per la ridistribuzione degli immigrati sul territorio nazionale. Sarà nostro compito opporci rispettosamente, ma con decisione assoluta, alla messa in atto di questi bandi, intesi a una distribuzione territoriale di nuovi migranti sul territorio». «I sindaci marchigiani della Lega», avverte il deputato Riccardo Augusto Marchetti, coordinatore della Lega Marche, «non prenderanno nessuno degli immigrati, sbarcati in questi ultimi giorni in Sicilia, che il ministero dell'Interno vorrebbe smistare tra le Regioni italiane. Sul territorio abbiamo tante famiglie in difficoltà e tante rimaste senza lavoro e senza reddito: ogni euro disponibile serve per aiutare la nostra gente. Ci pensino i sindaci del Pd a prendersi questi immigrati che, per inciso», argomenta Marchetti, «non hanno il minimo requisito per essere considerati profughi, trattandosi di migranti economici le cui domande di asilo al 90% sono respinte dalle varie commissioni». «Qualora ci arrivassero delle richieste», annuncia all'AdnkronosElia Delmiglio, sindaco di Casalpusterlengo, il Comune in provincia di Lodi tra i più colpiti, con la vicina Codogno, dalla pandemia, «noi manifesteremo la nostra assoluta indisponibilità, perché le risorse umane ed economiche in questo momento riteniamo prioritario destinarle alle famiglie, alle imprese in ginocchio, ai ristoratori in difficoltà, non sicuramente a un'emergenza immigrati che poteva e deve essere gestita diversamente». Proteste anche dalla Sicilia: «Purtroppo le premesse ad oggi non sono buone», afferma Matteo Francilia, responsabile regionale enti locali del Carroccio, «in Sicilia prima del turismo sono ripartiti gli sbarchi. Nelle prossime settimane la Sicilia proverà a ripartire anche con il turismo e in questa fase così delicata sarebbe letale un'emergenza sbarchi come quella che abbiamo vissuto l'anno scorso. È indispensabile che il governo prevenga la ripresa di questo traffico criminale di esseri umani, così come era riuscito a fare Matteo Salvini da ministro dell'Interno bloccando tantissimi sbarchi irregolari, salvando così anche vite umane. Abbiamo bisogno di una strategia energica che spinga l'Europa a fare il proprio dovere», aggiunge Francilia, «non soltanto in termini di redistribuzione dei migranti ma anche di controllo delle frontiere e di presidio delle rotte. Speriamo di vedere arrivare turisti e non immigrati clandestini».
(Guardia di Finanza)
I peluches, originariamente disegnati da un artista di Hong Kong e venduti in tutto il mondo dal colosso nella produzione e vendita di giocattoli Pop Mart, sono diventati in poco tempo un vero trend, che ha generato una corsa frenetica all’acquisto dopo essere stati indossati sui social da star internazionali della musica e del cinema.
In particolare, i Baschi Verdi del Gruppo Pronto Impiego, attraverso un’analisi sulla distribuzione e vendita di giocattoli a Palermo nonché in virtù del costante monitoraggio dei profili social creati dagli operatori del settore, hanno individuato sette esercizi commerciali che disponevano anche degli iconici Labubu, focalizzando l’attenzione soprattutto sul prezzo di vendita, considerando che gli originali, a seconda della tipologia e della dimensione vengono venduti con un prezzo di partenza di circa 35 euro fino ad arrivare a diverse migliaia di euro per i pezzi meno diffusi o a tiratura limitata.
A seguito dei preliminari sopralluoghi effettuati all’interno dei negozi di giocattoli individuati, i finanzieri ne hanno selezionati sette, i quali, per prezzi praticati, fattura e packaging dei prodotti destavano particolari sospetti circa la loro originalità e provenienza.
I controlli eseguiti presso i sette esercizi commerciali hanno fatto emergere come nella quasi totalità dei casi i Labubu fossero imitazioni perfette degli originali, realizzati con materiali di qualità inferiore ma riprodotti con una cura tale da rendere difficile per un comune acquirente distinguere gli esemplari autentici da quelli falsi. I prodotti, acquistati senza fattura da canali non ufficiali o da piattaforme e-commerce, perlopiù facenti parte della grande distribuzione, venivano venduti a prezzi di poco inferiori a quelli praticati per gli originali e riportavano loghi, colori e confezioni del tutto simili a questi ultimi, spesso corredati da etichette e codici identificativi non conformi o totalmente falsificati.
Questi elementi, oltre al fatto che in alcuni casi i negozi che li ponevano in vendita fossero specializzati in giocattoli originali di ogni tipo e delle più note marche, potevano indurre il potenziale acquirente a pensare che si trattasse di prodotti originali venduti a prezzi concorrenziali.
In particolare, in un caso, l’intervento dei Baschi Verdi è stato effettuato in un negozio di giocattoli appartenente a una nota catena di distribuzione all’interno di un centro commerciale cittadino. Proprio in questo negozio è stato rinvenuto il maggior numero di pupazzetti falsi, ben 3.000 tra esercizio e magazzino, dove sono stati trovati molti cartoni pieni sia di Labubu imbustati che di scatole per il confezionamento, segno evidente che gli addetti al negozio provvedevano anche a creare i pacchetti sorpresa, diventati molto popolari proprio grazie alla loro distribuzione tramite blind box, ossia scatole a sorpresa, che hanno creato una vera e propria dipendenza dall’acquisto per i collezionisti di tutto il mondo. Tra gli esemplari sequestrati anche alcune copie più piccole di un modello, in teoria introvabile, venduto nel mese di giugno a un’asta di Pechino per 130.000 euro.
Soprattutto in questo caso la collocazione all’interno di un punto vendita regolare e inserito in un contesto commerciale di fiducia, unita alla cura nella realizzazione delle confezioni, avrebbe potuto facilmente indurre in errore i consumatori convinti di acquistare un prodotto ufficiale.
I sette titolari degli esercizi commerciali ispezionati e destinatari dei sequestri degli oltre 10.000 Labubu falsi che, se immessi sul mercato avrebbero potuto fruttare oltre 500.000 euro, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per vendita di prodotti recanti marchi contraffatti.
L’attività s’inquadra nel quotidiano contrasto delle Fiamme Gialle al dilagante fenomeno della contraffazione a tutela dei consumatori e delle aziende che si collocano sul mercato in maniera corretta e che, solo nell’ultimo anno, ha portato i Baschi Verdi del Gruppo P.I. di Palermo a denunciare 37 titolari di esercizi commerciali e a sequestrare oltre 500.000 articoli contraffatti, tra pelletteria, capi d’abbigliamento e profumi recanti marchi delle più note griffe italiane e internazionali.
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