
Commessa da centinaia di milioni per l'accoglienza dei minori al confine con il Messico assegnata senza gara a un'agenzia no profit. Ci lavora un ex funzionario del presidente.La situazione al confine meridionale degli Stati Uniti continua a rivelarsi problematica. A marzo, si è registrato il maggior numero di attraversamenti illegali della frontiera nell'arco degli ultimi quindici anni, mentre le strutture di accoglienza per i migranti minorenni continuano ad essere stracolme: migranti minorenni che hanno superato la soglia delle 20.000 unità. Tuttavia, al di là della crisi che il governo non riesce a gestire, si scorge anche un ulteriore problema. Un problema che si porta dietro un neppur troppo vago sospetto di conflitto di interessi. Secondo quanto rivelato ieri dal sito Axios, l'organizzazione no profit texana Family Endeavors ha ottenuto un contratto del valore di 530 milioni di dollari per aiutare a gestire l'afflusso di bambini migranti al confine meridionale. Nel dettaglio, l'Administration for children and families (divisione interna al dipartimento della Salute americano) ha «erogato 255 milioni di dollari all'organizzazione no profit in base al […] contratto, che ha un ammontare potenziale massimo di 530 milioni di dollari». Si tratta di cifre indubbiamente considerevoli. Anche se, fin qui, non sembrerebbero esserci problemi. Eppure dei dubbi fanno capolino, perché - ha aggiunto Axios - non soltanto il contratto è stato aggiudicato senza gara d'appalto, ma la no profit che lo ha siglato ha non molto tempo fa assunto un funzionario che ha fatto parte del team di transizione di Joe Biden. Si tratta, nella fattispecie, di Andrew Lorenzen-Strait, che è entrato nella Family Endeavors lo scorso 20 gennaio: lo stesso giorno, cioè, dell'insediamento del nuovo presidente alla Casa Bianca. Secondo Axios, «Lorenzen-Strait, un ex funzionario presso la U.S. Immigration and customs enforcement, in precedenza ha svolto attività di consulenza per il team di transizione Biden-Harris sulle questioni relative alla politica e al personale del dipartimento della Sicurezza interna». Tra l'altro, sulla pagina LinkedIn del diretto interessato, si trova scritto: «Ha servito come consigliere per la sicurezza nazionale per la campagna 2020 del presidente Biden e come membro della transizione presidenziale Biden-Harris». Inoltre, il suo ruolo nella no profit riguarda proprio i rapporti con il governo federale. La faccenda assume tratti ancor più inquietanti alla luce dell'ingente cifra presente nel suddetto contratto: sempre Axios ha infatti sottolineato che il suo valore è pari a circa dodici volte il budget annuale della società. E attenzione: come ha riportato il Washington Examiner, non è la prima volta che Family Endeavors sigla contratti con il governo federale. Tuttavia, quando ciò è capitato negli anni scorsi, si trattava generalmente di intese che di rado superavano (e comunque, in caso, di poco) il milione di dollari. Non solo: quello rivelato ieri da Axios non è l'unico contratto «strano» recentemente firmato da Family Endeavors con le strutture governative americane. Lo scorso 7 aprile, lo stesso Washington Examiner aveva rivelato come, a marzo, l'Immigration and customs enforcement (agenzia federale che fa capo al dipartimento per la Sicurezza interna) avesse assegnato a Family Endeavors un contratto da 86,9 milioni di dollari; un'assegnazione avvenuta, anche in quel caso, senza gara d'appalto. Ora, in base a quanto prescrive la Federal acquisition regulation, i contratti governativi dovrebbero generalmente prevedere delle gare. Eccezioni sono contemplate, ricorda il Washington Examiner, nei casi di emergenza: e proprio a una situazione di «urgenza inusuale e impellente» si è rifatta l'Immigration and customs enforcement per giustificare l'assenza di gara. Sarà. Resta il fatto che ci troviamo davanti a contratti federali da decine di milioni di dollari, senza appalto e con una società in cui opera da circa tre mesi un ex membro del team di transizione di Biden. Tra l'altro, il caso ha voluto che la Family Endeavors abbia cominciato a siglare queste intese così danarose proprio da quando questo ex membro è stato assunto. Insomma, oggettivamente qualche opacità c'è. E non osiamo nemmeno immaginare il putiferio che sarebbe già scoppiato se una situazione simile avesse riguardato Donald Trump. Sarebbe quindi auspicabile che l'amministrazione americana faccia la dovuta chiarezza.
Maurizio Landini (Ansa)
La Cgil proclama l’ennesima protesta di venerdì (per la manovra). Reazione ironica di Meloni e Salvini: quando cade il 12 dicembre? In realtà il sindacato ha stoppato gli incrementi alle paghe degli statali, mentre dal 2022 i rinnovi dei privati si sono velocizzati.
Sembra che al governo avessero aperto una sorta di riffa. Scavallato novembre, alcuni esponenti dell’esecutivo hanno messo in fila tutti i venerdì dell’ultimo mese dell’anno e aperto le scommesse: quando cadrà il «telefonatissimo» sciopero generale di Landini contro la manovra? Cinque, dodici e diciannove di dicembre le date segnate con un circoletto rosso. C’è chi aveva puntato sul primo fine settimana disponibile mettendo in conto che il segretario questa volta volesse fare le cose in grande: un super-ponte attaccato all’Immacolata. Pochi invece avevano messo le loro fiches sul 19, troppo vicino al Natale e all’approvazione della legge di Bilancio. La maggioranza dei partecipanti alla serratissima competizione si diceva sicura: vedrete che si organizzerà sul 12, gli manca pure la fantasia per sparigliare. Tant’è che all’annuncio di ieri, in molti anche nella maggioranza hanno stappato: evviva.
Nel riquadro in alto l'immagine dei postumi dell’aggressione subìta da Stephanie A. Nel riquadro in basso un frame del video postato su X del gambiano di 26 anni che l'ha aggredita (iStock)
L’aggressore è un gambiano con una lunga fila di precedenti, però si era visto accordare la protezione speciale per restare in Italia. I clandestini sono 50 volte più pericolosi, ma sinistra e magistrati legano le mani agli agenti.
Vittime sacrificali di criminali senza pietà o effetti collaterali della «inevitabile» migrazione di massa? In questo caso il grande abbraccio che tanto intenerisce la Cei si concretizza con un pugno, una bottigliata, un tentativo di strangolamento, qualche calcione mentre era a terra, sputi, insulti. «Mi diceva che mi avrebbe ammazzata», scrive sui social Stephanie A., modella di origini brasiliane, aggredita lunedì sera nello scompartimento di un treno regionale Trenord della linea Ponte San Pietro-Milano Garibaldi, nella zona di Arcore. La giovane ha postato gli scatti dei colpi subìti ma anche alcune foto che ritraggono l’aggressore, fondamentali per identificarlo. Il suo appello non è caduto nel vuoto.
Per la sinistra, il crimine aumenta a causa dei tagli alle forze dell’ordine. Il governo ha assunto uomini, però polizia e carabinieri hanno le mani legate. Mentre le toghe usano i guanti di velluto con facinorosi e stranieri.
Ogni giorno ha la sua rapina e la sua aggressione. La maggior parte delle quali fatte da clandestini. L’ultima è quella compiuta da uno straniero su un treno lombardo ai danni di una modella. Ma nonostante l’evidenza dei fatti c’è ancora chi si arrampica sugli specchi per negare la realtà. Non sono bastati gli ultimi dati del ministero dell’Interno, che mostrano un aumento dei reati commessi da immigrati quasi sempre senza permesso di soggiorno o addirittura con in tasca un foglio di espulsione dal Paese.
Ansa
Utile oltre le stime a 1,37 miliardi nei primi nove mesi del 2025. Lovaglio: «Delisting per Piazzetta Cuccia? Presto per parlarne».





