2024-10-13
«Dall’hotel al golf, uno stile senza confini»
Nel riquadro il presidente di Drumohr, Michele Ciocca
Il presidente di Drumohr, Michele Ciocca: «L’avventura è iniziata nel 2006 quando la mia famiglia ha acquistato il marchio scozzese. Il nostro mantra è il made in Italy. L’ultima sfida è accompagnare la clientela, dal mare alla montagna, in tutti i suoi momenti di relax».L’occasione è la degustazione dei prestigiosi vini della pluripremiata tenuta Castello di Albola, un’eccellenza del Chianti classico conosciuta per i propri Wines of altitude biologici, durante «La Vendemmia di Montenapoleone», l’esclusivo evento che unisce il mondo del lusso con le eccellenze enogastronomiche, giunto alla quindicesima edizione, organizzata nella boutique di Drumohr in via della Spiga dove, accanto ai maglioni in cashmere, spiccavano le preziose bottiglie. «Dopo il primo negozio in Montenapoleone, siamo passati in via Manzoni per poi arrivare qui in via della Spiga, avevamo bisogno di spazio dopo l’introduzione della collezione donna», racconta alla Verità, Michele Ciocca, quarta generazione della famiglia Ciocca, presidente del noto brand inglese nato nel 1770 a Drumfries, in Scozia, con collezioni di maglieria di alto livello che nel tempo hanno conquistato la più selezionata clientela internazionale, dalla Famiglia reale inglese a cominciare da Giorgio V fino al principe Carlo (oggi re) e Lady Diana, al re di Norvegia, attori del calibro di Audrey Hepburn e James Stewart e influenti personaggi del jet set. Fu proprio grazie a Gianni Agnelli che l’originale motivo del «razor blade» divenne un’icona e prese il nome di «Biscottino». Il Gruppo Ciocca, storica azienda tessile fondata nel 1912, oggi una delle aziende leader per la produzione di calze in lana, cotone e molte altre fibre e non solo, è riuscito in breve tempo, grazie alla capacità di combinare elementi di artigianato innovativo e creativo con la tradizionale tessitura scozzese, a rivitalizzare l’immagine del marchio anche trasferendo la produzione in Italia. Quando arriva la famiglia Ciocca in Drumohr? «Nel 2006 abbiamo acquisito il marchio. Io facevo altro, vivevo a Londra e lavoravo in finanza e mio padre mi disse che se volevo tornare in azienda, ovviamente la parte core, quella delle calze, era presidiata da lui e dai suoi fratelli, di questo progetto a latere potevo occuparmene per un passaggio generazionale più soft. Sono rientrato e ho iniziato». La partenza? «Il primo periodo è stato quello di imparare per cercare di replicare il più possibile il prodotto così come veniva fatto in Scozia. Internamente a Ciocca avevamo già un maglificio dal 1960 (marchi Rosso puro ed Heritage) che, pur facendo un prodotto diverso, aveva già una certa professionalità nel settore. Ho passato i primi tempi andando in Scozia, acquistando vecchi macchinari per produrre maglie il più simile possibile alla loro grande storia, comprando le materie prime lì, e decidendo d’instaurare all’interno dell’azienda un’unità operativa che facesse solo prodotti Drumohr e quindi un grosso sforzo di riformazione delle maestranze per un nuovo polo strategico». Quando inizia la vera e propria penetrazione nel mercato? «La crescita è iniziata con la ripresa dei contatti con i vari distributori e nel 2010 abbiamo aperto il primo punto vendita in Montenapoleone. E questo è il secondo capitolo perché passiamo da un monomaglieria con il primo negozio a un total look della collezione uomo, pantaloni, camicie, giacche, non solo maglie quindi e con la vocazione di fare tutto all’interno per salvare e mandare avanti la tradizione, implementando con nuove lavorazioni. Made in Italy è il nostro mantra, grossa parte made in Brescia e ci avvaliamo di aziende specializzate per alcuni dettagli di qualità idonea al prodotto che vogliamo». Nuovi cambiamenti?«La definirei la terza fase, sempre più legata a un modo di vivere. Un terzo capitolo che tocca il lifestyle, ovvero accompagnare la nostra clientela anche in momenti di vita quotidiana, di relax». In che modo? «È iniziato il percorso di collaborazioni: per quanto riguarda il mare, hotel di lusso 5 stelle come l’hotel Principe a Forte dei Marmi e la loro spiaggia Dalmazia, il Grand Hotel di Alassio, l’Hotel Vittoria sul lago di Como e il Grand Hotel Bristol a Rapallo e la brandizzazione del Marina di Bardi Beach Club, la Dolce Vita in Riviera. Piccole catene di un gruppo di élite molto alta». Cosa fornite? «Innanzi tutto una capsule mare con costumi, salviette, scarpe. Abbiamo costruito un mondo e poi personalizziamo con il nostro resort blade l’arredamento delle cabine. Per esempio al bagno Dalmazia a Forte le dieci cabine riservate alle dieci suite del Principe, ognuna è di un colore diverso, pochette brandizzate Drumohr, spugne con il nostro “Biscotto” che riprende i colori del bagno, ma mai nulla d’invasivo». Oltre gli hotel? «Ci siamo occupati di un golf in Franciacorta, La Colombera, seguito dal Fondo Borgosesia. Molti nostri clienti sono giocatori di golf e questo è un nuovo concept, senza clubhouse, un nove più tre buche con un concetto molto internazionale. Anche qui una piccola capsule per il golf e poi i rifugi a Cortina e Madonna di Campiglio facendo tute da sci Drumohr, pantaloni di velluto idrorepellenti, aggiungendo un contenuto moda a un prodotto tecnico». Nuove aperture? «Il bed & brekfast a Milano, sette suite in Corso Como 11, un vero investimento immobiliare, si possono trovare sul sito The Blaide Suite, un nuovo tassello del percorso lifestyle con il debutto nel mondo hospitality. Drumohr dalla tappezzeria a tutto il resto. E stiamo concentrandoci sul retail all’estero proprio per sfruttare la posizione che abbiamo grazie a questi hotel di lusso dove la clientela è prevalentemente straniera e il riscontro è molto positivo».