2023-10-21
«Mi separo, ma non mi piegherete»
Il messaggio del premier su X scatena gli avvoltoi: il dem Alessandro Zan e i sostenitori delle nozze gay inveiscono contro la famiglia tradizionale. Come se i fallimenti personali inficiassero valori e convinzioni. Giorgia Meloni va giù duro: «C’è chi voleva indebolirmi colpendomi in casa».«La mia relazione con Andrea Giambruno, durata quasi dieci anni, finisce qui». Quando mette il dito sulla tastiera e nella piaga, Giorgia Meloni non è la premier ma una donna ferita, dopo aver ascoltato per il secondo giorno consecutivo i fuorionda di Striscia. All’umiliazione pubblica determinata dalle parole sessiste del compagno (finite nelle case di milioni di italiani), la presidente del Consiglio risponde con la lucidità e la dignità di chi, difendendo il ruolo privato, protegge anche quello pubblico. Rivolta al partner, aggiunge sui social: «Lo ringrazio per gli anni splendidi che abbiamo trascorso insieme, per le difficoltà che abbiamo attraversato, e per avermi regalato la cosa più importante della mia vita, che è nostra figlia Ginevra. Le nostre strade si sono divise da tempo ed è arrivato il momento di prenderne atto».Meloni lascia intendere che la relazione con il giornalista di Rete 4 fosse già in crisi irreversibile e che le incursioni mediatiche fra le pareti domestiche non l’hanno aiutata. Poi si concentra sulla sofferenza della figlia in un momento così emotivamente complicato. Nel post scriptum sottolinea: «Tutti quelli che hanno sperato di indebolirmi colpendomi in casa sappiano che per quanto la goccia possa sperare di scavare la pietra, la pietra rimane pietra e la goccia è solo acqua. Difenderò quello che siamo stati, difenderò la nostra amicizia e difenderò, a ogni costo, una bambina di sette anni che ama la madre e ama il padre, come io non ho potuto amare il mio. Non ho altro da dire su questo».Era l’unico modo per chiudere la partita dopo gli imbarazzanti servizi televisivi, con il compagno protagonista negli studi Mediaset di uno show di una tristezza infinita. Giambruno è stato ripetutamente sorpreso mentre flirtava con la collega Viviana Guglielmi. Fra inviti più o meno goliardici («Sembri una donna intelligentissima, perché non ti ho conosciuta prima?»), volgarità assortite («Posso toccarmi il pacco mentre vi parlo?») e proposte scherzose oltre i confini della decenza. «Sai che io e X (nome censurato da Striscia, ndr) abbiamo una tresca? Qui lo sanno tutti. Stiamo cercando una terza partecipante perché noi facciamo le threesome», vale a dire i rapporti a tre. Un florilegio come minimo imprudente per chi, lavorando da anni in Tv, dovrebbe essere consapevole dei rischi derivati dalle parole in libertà abbandonate dentro un microfono e registrate per ogni (anche squallida) evenienza.La decisione di Meloni di chiarire dolorosamente la vicenda dentro l’immensa agorà della Rete è stata vincente. Il suo post su X ha ottenuto il like anche di Elon Musk. La dichiarazione è indice di trasparenza, salvaguarda il governo e toglie acqua dallo stagno maleodorante nel quale potrebbero galleggiare nuovi retroscena (alcuni esperti giurano che ci sono) pronti per essere mandati in onda a orologeria. La solidarietà social è notevole e trasversale, induce gli avversari a non buttarla pesantemente in politica per non correre il rischio di perdere consensi. «Siamo al tuo fianco Giorgia». Fratelli d’Italia si stringe attorno alla premier e parole di solidarietà giungono da buona parte del mondo politico. «Un fortissimo abbraccio a Giorgia, con la mia amicizia ed il mio sostegno. Avanti a testa alta», scrive sui social il vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini. «Giorgia ti abbraccio», posta Antonio Tajani. Anche il leader di Azione, Carlo Calenda, non fa mancare il suo sostegno: «Tutta questa vicenda è abbastanza sconcia. L’uso strumentale dei fuorionda da parte di reti Tv collegate a partiti politici, la richiesta assurda che delle frasi (volgari) di Giambruno risponda Meloni. Il tutto con di mezzo una bimba di sette anni che deve poter fare una vita normale. Io sono un avversario di Meloni ma oggi ha tutta la mia solidarietà. Così in Italia non si produrrà mai nulla tranne il fango, finché il fango non sommergerà tutti e tutto». Arriva pure la carezza di Giuseppe Conte: «Vorrei esprimere solidarietà a Giorgia Meloni come persona, come donna e come madre». Il portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, firma una dichiarazione con la doppia morale: «Alla premier desidero esprimere massimo rispetto e solidarietà rispetto a ciò che le è accaduto. In merito alle sue dichiarazioni, visto che tutto questo è partito da Mediaset, chi vuole indebolirla e perché?». L’affaire Giambruno parte da lontano e rischia di arrivare lontano. Dopo gli imbarazzi per le uscite sul riscaldamento climatico con la diatriba contro un ministro tedesco, sulla «transumanza» dei migranti, sulla violenza alle donne e «l’arrivo del lupo» se ti ubriachi, l’incontinenza verbale dell’ormai ex first gentleman era da tempo un problema per la compagna, per il governo e per Mediaset. Ieri il giornalista milanese ha deciso di autosospendersi per una settimana dalla conduzione del programma Diario del giorno. Come si suol dire, una decisione spintanea. <div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/mi-separo-ma-non-mi-piegherete-2666035012.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="giorgia-volevano-indebolirmi-e-ricci-le-ho-fatto-un-favore" data-post-id="2666035012" data-published-at="1697828961" data-use-pagination="False"> Giorgia: «Volevano indebolirmi». E Ricci: «Le ho fatto un favore» «Giorgia Meloni? Un giorno scoprirà che le ho fatto un piacere». Antonio Ricci è un vecchio lupo di mare e muove le parole come pezzi su una scacchiera. Il suo commento sibillino è un punto esclamativo sull’imbarazzante vicenda determinata dai fuorionda di Andrea Giambruno con Viviana Guglielmi e non passa inosservato. È possibile che sia un’autodifesa per «lo smottamento di fango» determinato dall’uscita degli audio sessisti da Striscia, ma è anche una presa di posizione forte. Lo è rispetto agli imbarazzi della premier nei confronti delle parole in libertà del compagno, del suo protagonismo irrefrenabile, sistematicamente strumentalizzato dall’opposizione. Nella giornata dello showdown hanno sbagliato tutti. E tutti sembrano ammetterlo senza darlo a vedere. Giorgia Meloni è furente con Giambruno che non ha compreso la delicatezza del ruolo e per un malinteso senso di libertà («Sono un giornalista libero, non prendo ordini da lei») ha creato i presupposti per il fallimento di un rapporto che durava da dieci anni. Ma la premier è contrariata pure con sé stessa. Per non essere riuscita a convincerlo a fare un passo indietro all’inizio dell’avventura a palazzo Chigi, momento in cui i ruoli avrebbero dovuto inevitabilmente scindersi e quello di lui diventare secondario, se non impalpabile per doverosa opportunità politica. Anche i corridoi di Mediaset sono percorsi da imbarazzo. «Non dovevamo dargli una conduzione di primo piano, adesso sembra che lo abbiamo fatto per dispetto», sussurra un vecchio manager berlusconiano. Ora è difficile arginare le dietrologie. E quel «non sono ricattabile» della premier Meloni risuonato a inizio legislatura sembra aleggiare di nuovo nell’aria. «Chi pensa di indebolirmi colpendomi in casa sbaglia», ha aggiunto questa volta per chiarire ancora di più il pensiero. Ieri Enrico Borghi, capogruppo di Italia viva al Senato, insinuava: «Non so dire se ci sia una regia politica, spero che non sia così. Io credo che si debba tornare al principio fondamentale che la vita delle persone, gli aspetti più intimi e delicati debbano rimanere in un ambito separato dalla sfera pubblica». In realtà la politica non c’entra, Forza Italia non ha bisogno di Rete 4 per esprimere consensi o dissensi riguardo agli alleati di governo. Mediaset non aveva alcuna intenzione di creare un problema, semplicemente nessuno poteva prevedere l’incontinenza verbale di Giambruno in onda e fuori. La valanga cominciò a muoversi l’estate scorsa, quando lui attaccò in diretta il ministro tedesco Karl Lauterbach sul cambiamento climatico in Italia, neanche fosse un sottosegretario alla presidenza del Consiglio. Poi definì gli spostamenti dei migranti «transumanza» e fu costretto a chiedere scusa in diretta. Ancora, mentre la premier affrontava la delicatissima vicenda di Caivano sulle violenze sessuali, il compagno disse durante Diario del giorno: «Se eviti di ubriacarti e di perdere i sensi, magari eviti anche di incorrere in determinate problematiche perché poi il lupo lo trovi». Un’altra invasione di campo, per colpa sua Meloni si trovò sulla graticola. Ma forse pensando al supremo compito di proteggere la figlia, deglutì e lo difese ancora una volta. Una sera da Bruno Vespa, alla domanda sulla sua vita privata, la premier rispose: «What vita privata? Porto sempre Ginevra con me sennò non la vedrei mai». Non c’entra la politica e non sembrano neppure avere spazio le ragioni dell’audience. Il pubblico non ha apprezzato il ripetuto show dal buco della chiave di Striscia: dalla prima alla seconda serata di rivelazioni, il programma ha perso un punto di share (da 15,9% a 14,9%). La puntata di giovedì ha catalizzato l’attenzione di 3 milioni di spettatori, molto lontani dai 5 milioni (e 24% di share) di Affari tuoi su Rai1 con Amadeus. Il Game Show ha surclassato il Giambruno Show. Nel ribollire delle ipotesi fangose, qualcuno ipotizza perfino un cadeau della Tv a Meloni, che avrebbe una presunta storia con il deputato di Fdi Manlio Messina. È Fabrizio Corona, smentito dall’interessato. «L’ho chiamato e mi ha confermato che la notizia è falsa ma serviva ad aumentare lo share». La vicenda avrà ovviamente conseguenze. Per ora il giornalista si è autosospeso e non condurrà il Diario del giorno per una settimana, mentre l’assenza di giovedì scorso era determinata dall’invito a moderare un convegno. Mediaset sta comunque valutando un’eventuale «violazione del codice etico aziendale»; in questo caso verrebbe avviata una contestazione formale. Improbabile un licenziamento. Le boutade sessiste potrebbero costare a Giambruno una rapida retrocessione nel dimenticatoio. Due siluri in un colpo solo.
Charlie Kirk (Getty Images)
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