2021-08-20
«Pm amico del Pd», via all’azione disciplinare
Notificata a Mescolini l'apertura del procedimento per le chat con Palamara. La toga radiata: «Parte in ritardo perché non mi volevano nel processo». L'ex procuratore, trasferito per incompatibilità a Firenze, fece pressioni per la sua nomina a Reggio Emilia.La vicenda del magistrato considerato (a torto o a ragione, non sappiamo) troppo vicino al Pd è a una svolta. Il pg di Cassazione Giovanni Salvi, a inizio estate, ha notificato l'apertura del procedimento disciplinare nei confronti dell'ex procuratore di Reggio Emilia, Marco Mescolini, oggi pm a Firenze. La toga è sottoposta ad azione disciplinare per i messaggi scambiati con Luca Palamara poco prima della propria nomina. Anche a Palamara è stato inviata l'incolpazione, destinata all'improcedibilità in seguito alla radiazione dalla magistratura dell'ex presidente dell'Anm. Mescolini, nominato procuratore il 4 luglio 2018, era stato rimosso e trasferito d'ufficio per incompatibilità ambientale il 21 febbraio 2021 dopo la pubblicazione delle chat con Palamara da parte di questo giornale e la successiva nota inviata da quattro pm della Procura reggiana al Csm, in cui gli esponenti sostenevano di non sentirsi «più nelle condizioni di svolgere il proprio lavoro con la serenità necessaria, giacché l'Istituzione» che contribuivano «a rappresentare ha perso credibilità e autorevolezza, apparendo all'esterno priva di indipendenza». Mescolini, che alle colleghe aveva giurato «anche sui suoi figli di non aver mandato nessuna chat», era stato travolto da una campagna che gli contestava partigianeria politica nella conduzione delle indagini, da quelle contro i colletti bianchi a quelle di mafia, come l'inchiesta Aemilia che portò all'iscrizione di diversi politici del centrodestra sul registro degli indagati (quasi tutti assolti) e alla contemporanea convocazione come testimoni di esponenti del Pd, tra cui l'ex sindaco e ministro Graziano Delrio.In effetti le toghe riferirono delle presunte pressioni subite dal loro capo per differire le perquisizioni presso gli uffici comunali «poiché erano prossime le elezioni» e per non iscrivere sul registro degli indagati «i soggetti la cui posizione indiziaria appariva debole, e fra questi il sindaco Luca Vecchi» del Pd. La pm Valentina Salvi ripercorse «analiticamente alcuni scontri avuti con Mescolini» in seguito a queste indicazioni e la collega Maria Rita Pantani si lamentò che la Procura di Reggio Emilia fosse stata accusata di «“benevolenza", nello svolgimento della propria attività, nei confronti di una parte politica: il Partito democratico». Nelle motivazioni della richiesta di trasferimento, la Prima commissione registrò che «era stata tratteggiata la figura di un magistrato che ha a cuore le sorti degli esponenti politici locali del Pd» e che «tale operazione di discredito» minava «fortemente la fiducia che il cittadino ripone nell'esercizio indipendente e imparziale della giurisdizione». Dopo la pubblicazione delle chat, Delrio e altri big del Pd diramarono un comunicato di solidarietà, e dopo la rimozione partì una petizione a favore dell'ex procuratore firmata subito da «esponenti della Cgil, della sinistra, giornalisti, ex componenti del Pd e rappresentanti di associazioni per la legalità». Quelle conversazioni, oltre alle polemiche politiche, hanno portato a una formale incolpazione, probabile premessa di un rinvio a giudizio. L'accusa di illecito disciplinare nasce «perché, in violazione dei doveri di correttezza […] in più occasioni e con particolare insistenza» Mescolini «faceva ricorso a forme improprie di interlocuzione con il dottor Luca Palamara, componente del Csm, strumentalizzando i rapporti privilegiati, per ragione di comune appartenenza associativa e per relazioni di tipo personale, con lo stesso che si attivava per “blindare" la sua nomina». Mescolini avrebbe concordato con Palamara la strategia da mettere in campo: «Su Reggio fai di tutto per chiudere, se puoi. È importante per tutto», è uno dei tanti messaggi inviati nel febbraio 2018, quando la candidatura era in fase di discussione in quinta commissione. Uno degli sms più celebri è quello inviato dal magistrato dopo la promessa di Palamara che sarebbe andato tutto bene: «Ti vengo a trovare e ti porto la maglietta PAL RE DE ROMA». E il 4 luglio 2018 il «Re de Roma» gli dà la buona notizia: «Hai vinto». Risposta del neo procuratore: «Grazie Luca... ti sono debitore».Dalle chat contestate nell'atto di incolpazione emerge che l'ex procuratore «contattava pressantemente» anche il consigliere, di origini reggiane, Gianluigi Morlini, «perché intervenisse in suo favore sul dottor Palamara». Lo stesso Morlini giustificò la propria insistenza per avere notizie sull'iter della candidatura, con il fatto di essere «pressatissimo da Mescolini». L'accusa contro quest'ultimo è anche quella di aver partecipato alla messa a punto della proposta di nomina: «Inviava al dottor Palamara, via mail, elementi da inserire nella nuova proposta, veicolati da Palamara stesso al magistrato segretario, incaricato della predisposizione della stessa come risulta dalle chat». In una di esse si legge: «Ti ho fatto mail con alcune idee per il parere plenum. D'ora in poi sto zitto e aspetto. Grazie». Per Salvi l'intervento di Mescolini nella stesura della proposta sarebbe confermato da quanto scritto da Palamara al magistrato segretario Marco Ghionni: «Marco ti ricordi motivazione Mescolini?». Ghionni: «Già mandato file vecchio e nota che mi hai girato tu». Palamara: «Ok appena pronta me la fai vedere?». Per il pg in questo modo Mescolini avrebbe mirato «a sottrarsi alla valutazione imparziale e indipendente da parte del Csm circa la scelta del candidato più idoneo […] - attraverso pressioni esercitate sul dottor Palamara […] con corrispondente rilevante pregiudizio degli altri aspiranti». Una contestazione mossa da chi (Salvi) nelle sue linee guida del settembre 2020 ha «depenalizzato» le forme di «autopromozione anche petulante» e soprattutto da chi è stato accusato dallo stesso Palamara di essersi a sua volta sponsorizzato con lui per il posto di pg di Cassazione. Ma perché l'azione disciplinare è stata avviata con tanto ritardo rispetto a molti altri casi? Palamara dà un'interpretazione maliziosa: «La notifica a me è stato un pro forma. Volevano processare Mescolini da solo. È molto chiara la finalità di fargli il disciplinare senza la mia presenza. Posso immaginare l'imbarazzo di chi avrebbe dovuto sostenere l'accusa avendo praticato con me gli stessi comportamenti contestati a Mescolini». L'ennesimo pasticcio nel grande processo alle toghe colpevoli di aver chiesto aiuto a Palamara.
Matteo Salvini (Imagoeconomica)
La stazione di San Zenone al Lambro, dove il 30 agosto scorso un maliano ha stuprato una 18enne (Ansa)