2023-10-07
Meno di 50.000 in piazza. Il partito Landini-Schlein non piace neanche a sinistra
Deludente la partecipazione al corteo della Cgil che ha sfilato con 100 associazioni e tutta l’opposizione. Attacchi al governo su tasse e migranti, oscurato il lavoro.È vero che neanche il più ottimista dei sindacalisti rossi avrebbe potuto seriamente pensare che la manifestazione di ieri raggiungesse i 2 milioni di partecipanti di venti anni fa, quando sulla spinta del «non si tocchi l’articolo 18», Sergio Cofferati, il leader della Cgil dell’epoca, radunò una folla oceanica in una serie di cortei che poi confluirono nell’area del Circo Massimo a Roma. Ma per come era stata «venduta» e per l’elenco di partecipanti, tra partiti e associazioni varie, l’ultimo raduno invocato dalla Cgil avrebbe dovuto rappresentare la faccia più movimentista della sinistra. Quella che magari conta poco in Parlamento, anche perché è all’opposizione, ma che almeno alza la voce e si fa sentire per strada. Invece, numeri alla mano, si può parlare di un flop. La questura dichiara 35.000 presenze, mentre Landini preferisce non sbilanciarsi e si trincera dietro a un «noi non diamo numeri, contateci». Ora è vero che in ogni corteo che si rispetti c’è una discrepanza, un gioco delle parti anche abbastanza stucchevole tra i numeri evidenziati dagli organizzatori (prima 100, poi 200.000 presenti) e quelli messi nero su bianco da chi invece ha il compito di sovrintendere all’ordine pubblico. Ma è altrettanto vero che anche se volessimo arrotondare per eccesso e parlare di 50.000 persone che si sono unite all’ex segretario della Fiom i conti sarebbero deficitari. In primis perché alla manifestazione «La via maestra, insieme per la Costituzione» hanno partecipato più di 100 associazione e poi perché con la Cgil ha sfilato praticamente tutta l’opposizione di sinistra. A citarli tutti servirebbero un paio di pagine della Verità, quindi per non perdere lettori ci limitiamo a ricordare la segretaria del Pd Elly Schlein, la delegazione del M5s (il presidente Giuseppe Conte era impegnato a Foggia), il co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, e il leader di Sinistra italiana Nicola Fratoianni. Come da previsioni mancavano Azione, Italia Viva e Più Europa («Si parlerà di una piattaforma politica populista e irrealizzabile, erede di quella grillina», ha sottolineato Carlo Calenda), ma in compenso c’erano diverse sigle di associazioni ambientaliste, Europe for peace, il presidente delle Acli Emiliano Manfredonia, il numero uno dell’Anpi Gianfranco Pagliarulo, il sindaco di Pesaro e presidente di Ali (Lega autonomie locali) Matteo Ricci, gli studenti e anche Rosy Bindi, don Ciotti e Gustavo Zagrebelsky. Insomma, si è trattato di un evento prettamente politico. Dove le questioni dei lavoratori hanno fatto da corollario alle rivendicazioni sulla libertà in pericolo, la difesa della Costituzione e quell’idea di un Paese diviso in due tra buoni e cattivi che tanto piace al segretario della Cgil. Landini ha parlato di salario minimo («5-6 euro l’ora rappresentano delle paghe da fame, inaccettabili»), ed ha delegittimato il lavoro del Cnel che punta sulla contrattazione, nulla di nuovo sotto il sole verrebbe da dire, ma poi alla fine la cifra del corteo è stata quella della chiamata alle armi (in senso figurato si intende) contro le destre. Su migranti, presunti condoni ed evasione. «È il momento di uscire dalla rassegnazione, dall’idea che non si può cambiare, che bisogna subire. Quello che ci unisce qui è la Costituzione, va difesa e attuata. Questa è la piazza che vuole cambiare il Paese, questa è la piazza di chi paga le tasse e per questo vogliamo essere ascoltati», ha detto.Funziona? A giudicare dalla risposta del popolo di sinistra sembra proprio di no. Mutuando un’espressione calcistica, verrebbe da dire che il ticket Landini-Schlein non va. La cronaca della manifestazione racconta di un incontro dietro al palco. I due si sono abbracciati e hanno scambiato qualche battuta. Il segretario dem, che ha avuto un calo di voce, per farsi sentire spesso ha parlato nell’orecchio del numero uno del sindacato. Ma non è che avessero grandi novità di rivelarsi. Il punto è che la Schlein è debolissima, come testimoniano tutti i sondaggi, dentro e fuori il partito. E vede nell’ex Fiom una scialuppa di salvataggio alla quale aggrapparsi. Mentre Landini usa la piazza e il segretario per accreditarsi a livello politico con il paravento del Partito Democratico. L’uno ha bisogno dell’altro, ma insieme non vanno. Non è un caso che dal palco Landini abbia rivolto un appello a Cisl e Uil affinché si uniscano alla protesta: «Nei prossimi giorni, visto che il governo deve fare la legge di bilancio, noi proporremo anche a Cisl e Uil, di fronte alle assenze che già vediamo nella legge di bilancio, di proseguire quella mobilitazione che unitariamente abbiamo fatto a maggio. Insieme a loro discuteremo come proseguire una mobilitazione che punti a cambiare le politiche economiche sociali sbagliate».Un appello, che almeno per quanto riguarda la Cisl, impegnata il 13 e 14 ottobre a spiegare nelle fabbriche la proposta di legge per la partecipazione attiva dei lavoratori alla vita e ai profitti delle aziende, non avrà ascolto almeno fino a quando non sarà chiaro il quadro della manovra. Mentre potrebbe trovare orecchie più sensibili in casa Uil.
Francesca Albanese (Ansa)
La sede della Corta penale internazionale dell’Aia (Ansa)