2025-04-19
La visita di JD Vance nella Città eterna smina la pratica dazi: «Ora dialoghiamo»
JD Vance e Giorgia Meloni (Ansa)
Meloni riceve il vice di Trump a Chigi. Governo compatto, Salvini e Tajani al pranzo. Il leghista: «Un onore incontrarlo».«Anche se mi avesse insultato, lo avrebbe fatto nella lingua più bella che si possa immaginare». La lingua di Dante Alighieri, la musica che accarezza questa Roma immortale. Sorriso largo, serenità di chi si sente fra amici, James David Vance conferma con una battuta che per lui e per la Casa Bianca, l’Italia è ancora e sempre la porta dell’Europa. Il vicepresidente americano, nella capitale per Pasqua, ribadisce davanti a Giorgia Meloni consonanze politiche e di prospettiva, affinità di valori, concretezza di un conservatorismo più forte delle differenze di vedute, che nessun dazio può mettere in dubbio. Il messaggio è forte: chi vuole trattare con l’America deve passare da Roma. Anche Emmanuel Macron, anche Friedrich Merz. Ursula Von der Leyen non ne parliamo.È un Vance più rilassato, meno ingessato rispetto a quello che due mesi fa a Bruxelles fu costretto a ribadire ad alleati intrisi di progressismo woke e di socialismo tossico i punti cardinali dell’Occidente costruito insieme. Negli anni bui della seconda guerra mondiale, in quelli entusiasmanti del miracolo economico, in quelli infidi della Guerra fredda, in quelli della globalizzazione frettolosa e senza regole. Un discorso potente e allora frainteso che fra le pietre millenarie della Capitale assume i toni della consonanza di fondo. Ci sarà da lavorare, ma con un punto fermo che la premier Meloni in total look rosa riassume così: «Con gli Usa amicizia solida e partnership strategica». Stati Uniti e governo italiano camminano in sintonia.JD Vance atterra a Ciampino di prima mattina nell’area riservata al 31° Stormo dell’Aeronautica militare. Con lui ci sono la seconda moglie Usha Chilukuri (avvocatessa di origini indostane) e i figli Ewan (7 anni), Vivek (4) e Mirabel (2). Impatto notevole con la città eterna per il leader cattolico dei repubblicani. «Avremo buone conversazioni, ma mi farò anche ispirare da questa Capitale bellissima, piena di persone meravigliose. Giravo in macchina e pensavo: queste strade, questi palazzi, questo panorama innalzano lo spirito umano. Non vedo l’ora di trascorrere la Pasqua qui, in un posto costruito da persone che amavano l’umanità e amavano Dio». Poi posta su X: «Auguro a tutti i cristiani del mondo, ma soprattutto a quelli americani, un benedetto Venerdì santo. Lui è morto affinché noi potessimo vivere». Il cuore politico della giornata sta nei colloqui bilaterali con Giorgia Meloni durati due ore, poi nel pranzo alla presenza dei vice Antonio Tajani e Matteo Salvini, alla faccia dei retroscena che prevedevano surreali mal di pancia. «Sono onorata di accogliere il vicepresidente degli Usa che non vedo da un sacco di tempo», scherza nel suo inglese oxfordiano il premier (sottolineatura necessaria in memoria dei balbettii imbarazzanti per esempio di Walter Veltroni e Matteo Renzi). In realtà si erano salutati il giorno prima alla Casa Bianca, al termine dell’incontro con Donald Trump. Prosegue Meloni in italiano: «L’Italia è un partner affidabile e serio nell’Ue e nell’area del Mediterraneo, sicuramente c’è un rapporto privilegiato fra noi del quale vado orgogliosa. Sono felice che lei abbia deciso di trascorrere la Pasqua a Roma».Vance conferma che Roma è decisiva per i dossier sul tavolo, soprattutto quello sui dazi che riguarda anche l’Ue. «Apprezzo la nostra amicizia, porto i saluti del presidente Trump a tutti gli italiani. Vorrei anche parlare con il primo ministro di alcune relazioni economiche molto importanti Italia e Usa. Stiamo conducendo importanti negoziati commerciali sui dazi non solo con l’Italia ma anche con l’intera Ue. Tutto ciò per un commercio equo e reciproco. Continueremo il dialogo anche sui negoziati per l’Ucraina. Non voglio dare giudizi affrettati ma siamo ottimisti di poter far finire questa guerra brutale». Il vice di Trump dipinge l’Italia come un interlocutore privilegiato. Ed è proprio questo particolare che Meloni riferisce al telefono a Von der Leyen dopo il summit. Secondo un portavoce di Bruxelles, «i colloqui del premier italiano alla Casa Bianca e a Roma sono giudicati positivamente». Alla fine Salvini commenta: «La speranza e che questo sia davvero l’anno della pace». Nell’incontro con il vicepresidente americano c’è anche spazio per sottolineare i legami culturali e religiosi dei due Paesi. Poi tutti a pranzo. Menù a base di pesce con dadolata di ricciola, rigatoni con gallinella di mare, involtini di branzino con carciofi, fragoline con gelato. E vini ovviamente italiani. Nel pomeriggio Vance rientra, per quanto possibile, nella sua dimensione privata. Visita con la famiglia a Castel Sant’Angelo, accompagnato dal ministro della Cultura, Alessandro Giuli, che oggi gli farà da guida anche al Colosseo. In serata partecipa alle funzioni del Venerdì santo in San Pietro. Stamane incontra il segretario di Stato vaticano, Pietro Parolin, nella speranza di salutare papa Francesco, sempre che le condizioni del Santo Padre lo permettano. Domani sarà con la famiglia alla messa solenne della resurrezione. «Essere qui per la Pasqua è un privilegio per la mia famiglia. Questa città è un’ispirazione». Scene da un americano a Roma, come sempre e per sempre.