2024-12-11
«Meloni leader Ue più influente»
A dispetto di chi la voleva «isolata» e in difficoltà, soprattutto dopo la vittoria di Trump negli Stati Uniti, «Politico» e «New York Times» tessono le lodi del capo del governo.Quando lo scorso luglio gli europarlamentari di Fratelli d’Italia, insieme con il gruppo europeo dei Conservatori, hanno votato contro al bis di Ursula von der Leyen come presidente della Commissione europea, è subito ripartita la litania della «Meloni isolata» che non conta nulla. Salvo che, dopo qualche mese, la narrazione progressista si è infranta contro il muro della realtà: il premier italiano alla fine ha ottenuto il commissario di peso che voleva, con tanto di vicepresidenza esecutiva annessa. Raffaele Fitto, fino ad allora ministro per gli Affari europei nel suo governo, si è trasferito a Bruxelles ed è stato inserito da Politico tra le 28 persone più influenti d’Europa, in quanto abile «costruttore di ponti». Ieri, inoltre, sempre Politico ha organizzato una serata per annunciare chi saranno, secondo la testata, i personaggi più influenti del Vecchio continente nel prossimo anno e, mentre andiamo in stampa, tra i candidati alla vetta della classifica compare proprio Giorgia Meloni, il presidente del Consiglio raccontato dai molti dei nostri media come maestro di autoisolamento.Se ci si spinge a osservare un po’ più in là, vincendo il provincialismo che spesso ci contraddistingue, si scopre che le attenzioni verso Giorgia Meloni non vengono solo dall’Europa. Dopo averla incontrata a Parigi in occasione dell’inaugurazione di Notre-Dame, il presidente eletto degli Stati Uniti, Donald Trump, ha parlato con toni entusiasti del colloquio avuto con lei: ha «tanta energia», ha dichiarato in un’intervista telefonica rilasciata al New York Post: «Sono stato molto con lei. È fuoco vivo, ve lo dico. È grande». E così, anche chi riprendeva il capo di Fdi per i suoi rapporti cordiali con Joe Biden, sostenendo che ciò le avrebbe fatto perdere le simpatie del tycoon (come se fosse sostenibile, per un primo ministro italiano, non intrattenere buone relazioni con la Casa Bianca), ha la sua smentita. Giorgia Meloni, anche grazie alla consolidata amicizia con Elon Musk, si candida a essere - piaccia o non piaccia - l’interlocutore privilegiato in Europa del prossimo presidente Usa. A notarlo, d’altronde, è anche il quotidiano progressista per antonomasia degli Stati Uniti, il New York Times, non certo amico di Trump (e della Meloni). In un articolo di Mattia Ferraresi si legge che il tycoon, per «portare il trumpismo nel cuore dell’Europa», dovrà guardare «a Giorgia Meloni, la premier post-fascista italiana». «Le stelle sembrano allinearsi a suo favore», continua. «Meloni governa da oltre due anni la terza economia più grande della zona euro, un periodo sorprendentemente lungo secondo gli standard italiani, e rimane ragionevolmente popolare. Nel frattempo, il continente si sta spostando rapidamente a destra». In effetti, accusare un primo ministro di destra di essere isolato, mentre tutto lo scacchiere occidentale si sta spostando in quella direzione, non può essere né verosimile né lungimirante. «A livello internazionale», prosegue l’articolo, «Meloni si è dimostrata un abile stratega. Con sorpresa dei critici, ha stretto rapporti calorosi con il presidente Biden e la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. È a capo del gruppo dei Conservatori e eiformisti europei […] e ha una reputazione di diplomatica esperta. La recente nomina di uno dei suoi sostenitori più fidati come vicepresidente esecutivo della Commissione rafforzerà sicuramente la sua influenza a Bruxelles». Inoltre - rileva sempre l’articolo - al contrario dei suoi omologhi nelle altre due potenze del Vecchio continente, Francia e Germania, è in ascesa, mentre Emmanuel Macron e Olaf Scholz sono messi l’uno peggio dell’altro quanto a consensi e futuro politico. Davvero oltraggioso, insomma, questo mondo che procede e se ne infischia della narrazione progressista.
Ecco #DimmiLaVerità dell'11 settembre 2025. Il deputato di Azione Ettore Rosato ci parla della dine del bipolarismo italiano e del destino del centrosinistra. Per lui, «il leader è Conte, non la Schlein».