2023-03-14
Mea culpa tedesco su vaccini e diktat. «Prese misure insensate e illegali»
Lo «Spiegel» fa autocritica. Il ministro: «Big Pharma paghi le cure post effetti avversi».Anche gli organi di informazione dovrebbero fare una bella autocritica, riconoscendo gli errori commessi durante la pandemia. L’invito arriva da Der Spiegel, settimanale tedesco di centrosinistra che certo non ha mai assunto posizioni contrarie a chiusure e restrizioni in epoca Covid. «Ciò che mi preoccupa in retrospettiva è la facilità con cui le libertà civili sono state sospese nella nostra presunta società liberale», ha scritto in un editoriale il caporedattore Alexander Neubacher. Già le prime righe sono un’ammissione di colpevole complicità. «Ora sappiamo che molte misure pandemiche erano prive di senso, eccessive e illegali. Nessuna pagina gloriosa, nemmeno per noi media». C’è poco da essere orgogliosi del ruolo svolto da giornali, agenzie, emittenti radiotelevisive, sta ammettendo una delle riviste europee più influenti. Neubacher cita comportamenti generalizzati, eppure privi di fondamento scientifico o motivazione sanitaria. «All’epoca, molti tedeschi consideravano la Cina un ottimo esempio di come combattere efficacemente il coronavirus. Decine di migliaia di persone hanno sostenuto iniziative come lo #ZeroCovid, chiesto alla politica tedesca di agire con una chiusura radicale dell’economia e della vita pubblica», scrive. «In effetti, molte libertà sono state gravemente limitate. C’erano, ricorderete, divieti di uscire, divieti di contatto, divieti di viaggiare. In Baviera, restrizioni a uscire di giorno e di notte. Ad Amburgo, le mascherine all’aperto erano obbligatorie sui percorsi da jogging. A Berlino, non era più permesso sedersi su una panchina del parco», elenca il giornalista economico, autore tra l’altro del libro Ökofimmel, ovvero Ecomania, che già nel 2012 mostrava quanto sia diventata isterica la politica ambientale tedesca, e non solo quella. La Corte costituzionale del Brandeburgo ha appena stabilito che la cosiddetta legge municipale di emergenza Covid «violava la costituzione dello Stato perché minava la separazione dei poteri», sottolinea Der Spiegel. Anche il coprifuoco giorno e notte in Baviera non avrebbe dovuto esistere. «“Sproporzionato”, lo ha definito il Tribunale amministrativo federale», scrive Neubacher. «Col senno di poi, è scioccante la facilità con cui le libertà civili sono state sospese». Ci fosse qualche giornalone italiano altrettanto pronto a fare un esame critico degli errori commessi. L’editorialista sa che è solo l’inizio delle cause legali, ma guardando a quel periodo dice di essere preoccupato perché «la patina della civiltà sembra essere più sottile di quanto pensassi». Ricorda che «troppo pochi si sono opposti, quando i politici hanno ordinato per la prima volta la chiusura delle scuole tre anni fa e poi l’hanno prorogata ripetutamente per mesi. Nessuna Corte costituzionale federale, nessuna Accademia nazionale delle scienze, nessun Consiglio etico, nessun Christian Drosten (il potente virologo dello Charité, ndr). Il che, come direi oggi, è stata un’enorme omissione». Conclude che nessuno può chiamarsi fuori da quella vergogna, nemmeno i media che amano vedersi «come il quarto potere», perché, dice «temo che il dittatore in noi fosse piuttosto forte». Quanto si possono applicare anche al nostro Paese simili considerazioni. Intanto, anche il ministro della Salute tedesco, Karl Lauterbach, fa nuove ammissioni dopo aver dichiarato che la prolungata chiusura delle scuole durante la pandemia è stata un errore. Afferma che occorre un «riconoscimento più rapido» dei danni da vaccini, sveltendo le procedure per identificare le persone colpite, in modo da poterle aiutare senza perdite di tempo anche sul fronte risarcimenti. Si è impegnato a varare un piano di ricerca delle terapie necessarie per le persone con long Covid e con danni da post vaccino. «Molti pazienti si sentono abbandonati. I profitti per i produttori di vaccini sono stati esorbitanti, sarebbe in realtà un buon gesto che contribuissero al costo delle cure», ha aggiunto Lauterbach. In Italia, aspettiamo segnali analoghi.