2023-05-05
McCarthy in missione anti cinese dalla Meloni e da papa Francesco
Kevin McCarthy e Giorgia Meloni (Ansa)
Lo speaker della Camera statunitense in visita a Roma. In cima all’agenda, la rimessa in discussione del memorandum sulla Via della seta e il controverso accordo sino-vaticano sulla nomina dei vescovi.Gli Stati Uniti sono in pressing per evitare che l’Italia rinnovi il memorandum d’intesa sulla Nuova via della seta. È soprattutto in questo quadro che va letto l’incontro, avvenuto ieri a Palazzo Chigi, tra Giorgia Meloni e lo Speaker della Camera statunitense, Kevin McCarthy, arrivato a Roma a capo di una delegazione bipartisan di deputati per incontrare anche il capo dello Stato, Sergio Mattarella, e il presidente della Camera, Lorenzo Fontana. Stando a numerose indiscrezioni, il faccia a faccia con il premier sarebbe stato principalmente dedicato alla delicata questione del rinnovo del memorandum cinese, che fu siglato dal governo Conte I nel 2019 sulla scia della strada spalancata dal governo Gentiloni due anni prima. Si tratta di un documento che ha sempre irritato notevolmente Washington. Non è quindi probabilmente un caso che, secondo quanto riferito tre giorni fa dal sito Axios, Joe Biden avrebbe recentemente deciso di nominare il nuovo ambasciatore americano in Italia. Una mossa significativa, visto che gli Usa non hanno un proprio ambasciatore nel nostro Paese ormai dal gennaio 2021. Difficilmente la tempistica può rivelarsi del tutto casuale. Non è del resto un mistero che, sul dossier dei rapporti con Pechino, si registri un consenso abbastanza trasversale a Washington dal punto di vista politico. A giugno dell’anno scorso, il G7, su input di Biden, presentò un piano infrastrutturale da 600 miliardi di dollari per contrastare la Nuova via della seta in Asia e in Africa. Tutto questo, mentre ad aprile la Repubblica popolare cinese è andata su tutte le furie dopo che McCarthy aveva incontrato la presidentessa di Taiwan, Tsai Ing-wen, in California. Tra l’altro, anche un importante think tank conservatore americano, come Heritage Foundation, ha recentemente esortato il governo italiano ad abbandonare la Nuova via della seta. Per la Meloni, quello del memorandum cinese è un passaggio politico piuttosto delicato. Washington si è mostrata finora soddisfatta dell’atlantismo incarnato dal nostro premier: una linea ben lontana dagli sbandamenti filocinesi e filorussi dell’esecutivo giallorosso. Poco prima delle ultime elezioni politiche, la Meloni dichiarò il proprio sostegno a Taiwan, scatenando la reazione piccata dell’ambasciata cinese a Roma. Inoltre, da quando è arrivata a Palazzo Chigi, la sua politica estera è stata saldamente a favore dell’Ucraina contro l’invasione russa e ha portato a un rafforzamento dei legami con l’India, che della Cina è un noto rivale strategico. Non solo. Il dossier cinese ha anche indirettamente un impatto sulla potenziale alleanza in sede europea tra Ecr e Ppe: questo eventuale blocco, benedetto dagli Stati Uniti, dovrebbe puntare a marginalizzare il Pse, sempre più inviso agli americani proprio per le sue posizioni filorusse e filocinesi. Sotto questo aspetto, non va trascurato come proprio l’attuale governo italiano rappresenti un laboratorio politico per tale inedita alleanza in vista delle elezioni europee del 2024. Palazzo Chigi sta dunque cercando di imboccare una via articolata sul memorandum cinese: mantenere, cioè, in piedi le relazioni puramente commerciali, sterilizzando tuttavia dall’altra parte il ruolo di Pechino nei cruciali settori dell’alta tecnologia e delle infrastrutture. La preoccupazione americana riguarda infatti soprattutto le infiltrazioni del Dragone nei nostri porti, come quello di Taranto, dove opera anche la Nato. Va da sé che una stretta di Roma sulle attività cinesi nelle nostre infrastrutture, oltre che a soddisfare esigenze di corretta collocazione geopolitica, sarebbe anche pienamente in linea con i nostri interessi nazionali. Un simile scenario porterebbe però prevedibilmente a delle ritorsioni da parte del Dragone. Ecco che quindi il ruolo degli Stati Uniti dovrebbe a questo punto rivelarsi decisivo. Washington, magari insieme a Nuova Delhi, dovrebbe incrementare gli investimenti in Italia, fornendole protezione economica e geopolitica dalle probabili rappresaglie di Pechino. Non è del resto escludibile che si sia parlato anche di questo nel faccia a faccia tra la Meloni e McCarthy. Tuttavia, dalla prospettiva di Washington, la Nuova via della seta costituisce solo una parte del problema. Gli americani guardano con preoccupazione anche Oltretevere. Non a caso, ieri lo Speaker è stato ricevuto in Vaticano da Papa Francesco. Sebbene non siano stati forniti dettagli sull’udienza, è verosimile ritenere che McCarthy abbia fatto presente al Pontefice le preoccupazioni statunitensi per il controverso accordo sino-vaticano sulla nomina dei vescovi, che - originariamente firmato nel 2018 - è stato rinnovato finora due volte. Nel 2020, l’allora segretario di Stato americano, Mike Pompeo, cercò invano di bloccarlo, innescando delle tensioni tra la Casa Bianca di Donald Trump e la Santa Sede. Con Biden, i rapporti si sono fatti più cordiali. Tuttavia, a giugno 2021, l’attuale segretario di Stato Usa, Tony Blinken, fu ricevuto in Vaticano, dove affrontò il tema della libertà religiosa in Cina. Inoltre, non è un segreto che i cardinali Raymond Burke e Timothy Dolan (entrambi statunitensi) siano annoverati tra i principali critici dell’accordo sino-vaticano: un accordo, di contro, sponsorizzato soprattutto dalla Compagnia di Gesù e dalla Comunità di Sant’Egidio. Nei sacri palazzi, gli esponenti «ratzingeriani» vorrebbero riportare più a Occidente il baricentro della politica estera vaticana, attualmente collocata su posizioni terzomondiste e filocinesi. Un orientamento, quest’ultimo, che ovviamente preoccupa Washington.
Leonardo Apache La Russa (Ansa)
Nessuna violenza sessuale, ma un rapporto consenziente». È stata archiviata l’indagine a carico di Leonardo Apache La Russa e l’amico Tommaso Gilardoni, entrambi 24enni, accusati di violenza sessuale da una di ventiduenne (ex compagna di scuola di La Russa jr e che si era risvegliata a casa sua).
Nel riquadro, Howard Thomas Brady (IStock)