2023-05-24
Mattarella capo dell’opposizione
Sergio Mattarella (Imagoeconomica)
Visto il vuoto di Elly Schlein, l’uomo del Colle fa supplenza. E bacchetta a più non posso: dalle riforme alla Ue, dal virus ai balneari, nulla è risparmiato agli «usurpatori» di Palazzo Chigi. Contro il governo il presidente ha persino arruolato Alessandro Manzoni... In meno di tre mesi Elly Schlein è passata da capo dell’opposizione a segretaria del Pd senza alcuna posizione. Da «nuovo che avanza», riciclo di una vecchia formula politica della seconda Repubblica, a «vuoto avanzato». Sì, se dopo aver vinto le primarie la leader del Partito democratico poteva dire: «Non ci hanno visto arrivare», ora, dopo appena dieci settimane, possiamo dire che non l’abbiamo vista arrivare per il semplice motivo che non c’era nulla da vedere. Tuttavia, se oggi sappiamo che la sola armocromia adatta alla Schlein è la trasparenza, c’è un colore che invece si impone su tutto e tutti e non è quello della neosegretaria, ma il grigio di Sergio Mattarella. Mentre per trovare la leadership del Pd occorre rivolgersi a Chi l’ha visto?, per individuare quella del presidente della Repubblica basta attendere mezza giornata. Infatti, non passano 24 ore prima che il capo dello Stato faccia udire la propria voce a reti unificate. Dal mattino alla sera, tagliando nastri, benedicendo associazioni o celebrando ricorrenze, l’uomo del Colle dispensa perle di saggezza. O meglio: dispensa bacchettate, e sempre alla maggioranza di governo. Il ministro dell’Agricoltura parla di etnia ed ecco che in capo a due giorni Mattarella tira in ballo Alessandro Manzoni, pronto a trasformare Lucia Mondella in una povera immigrata nigeriana le cui nozze con Renzo sono ostacolate da un signorotto locale. E se l’esecutivo fa presente che il Pnrr non è una ciambella con il buco, ma solo un buco senza fondo in cui rischiano di sparire i soldi che gli italiani dovranno restituire alla Ue, allora l’inquilino del Quirinale si presenta davanti ai microfoni per spiegare che l’impegno con l’Ue sul Piano nazionale di ripresa e resilienza va onorato e invita il governo a «completare il programma di riforme».Sì, mentre l’opposizione non ha più una voce, in quanto i rovesci elettorali hanno ammutolito il pur loquace Giuseppe Conte e l’incompetenza politica induce Elly Schlein a misurare le esternazioni, il capo dello Stato parla, parla, parla. Ormai è lui il vero capo dell’opposizione, l’uomo che si contrappone a una donna sola al governo e ai suoi accoliti. Con il suo tono felpato da vecchio democristiano riesumato da un passato che non passa, Mattarella ha fatto dell’intervento a gamba tesa una cifra del suo bisettennato. Altro che «mummia sicula», come lo ha soprannominato Roberto D’Agostino. Il presidente della Repubblica è più vivo dei segretari del suo partito. Certo più vivo di Nicola Zingaretti, che da numero uno del Pd sembrava la salma imbalsamata del fratello. Più vivo di Enrico Letta, che anche quando era al Nazareno pareva morto. Più vivo di Elly Schlein, che oltre alle frasi fatte sulla diseguaglianza, sull’accoglienza e sui diritti altro non sa dire. Al contrario, Mattarella sa sempre che cosa dire e infatti pronuncia le parole opposte a quelle di Giorgia Meloni e dei ministri del governo di centrodestra. Il presidente del Consiglio parla della necessità di riformare la Costituzione per dare vita a un premierato o a una Repubblica presidenziale, con un capo del governo o dello Stato eletti dagli italiani? Beh, basta lasciar passare qualche giorno e dal Colle parte un discorso alla nazione sulla necessità di tenere da conto la Carta su cui si regge il nostro Paese. Qualche volta le sue uscite sono preventive. Sapendo che cosa ha in mente il presidente del Consiglio in materia di elezione diretta dei vertici della Repubblica, ecco che Mattarella non si fa sfuggire il Festival di Sanremo per trasformarlo nel Festival di Sansergio, con uso della giuria popolare per farsi votare come il più amato dagli italiani, manco fosse Lorella Cuccarini. Il capo dello Stato, del resto, è abituato a fare le cose in grande e infatti sul palco dell’Ariston organizzò uno spettacolo come si deve, arruolando Roberto Benigni il quale, incurante di essersi più volte contraddetto, riesumò il vecchio refrain della Costituzione più bella del mondo. Un varietà comico necessario a ribadire che sul presidenzialismo, riforma che giustificherebbe lo sfratto di Re Sergio, non è aria. Mattarella ne ha per tutti. O meglio: ne ha per una sola parte politica, quella opposta alla sua. Il governo dice che bisogna rispedire a casa i migranti? In capo a due giorni eccolo scrivere al presidente della fondazione della Cei per sostenere che il nostro Paese deve coltivare l’accoglienza. La maggioranza tentenna sui balneari perché non vuole togliere loro le concessioni nonostante le disposizioni Ue? Il presidente scuote la testa e minaccia di non controfirmare il decreto Milleproroghe. L’esecutivo allenta le misure contro il Covid? Il capo dello Stato poteva farsi scappare l’occasione di dire la sua? Ovvio che no e infatti ecco dire che non si può cantare vittoria contro il virus, ma serve senso di responsabilità. Ci sono poche occasioni in cui Mattarella se ne sta zitto ed è quando l’Italia, o meglio Giorgia Meloni, è sotto tiro. La Francia la attacca? Invece di reagire con uno schiaffone, chiedendo ai francesi come si permettono, lui se ne sta muto come un pesce. Quel bellimbusto di Justin Trudeau, invece di dirsi preoccupato per come loro hanno trattato i nativi, si scopre in ambasce per il rispetto dei diritti nel nostro Paese? Al posto di mandarlo a ranare, che sarebbe la sua vera occupazione, l’uomo che dice di difendere gli interessi dell’Italia resta zitto. Forse era distratto oppure dormiva? No, la verità è che Mattarella è il vero leader dell’opposizione e dunque volete che l’opposizione vada in soccorso di quella che considera una pericolosa usurpatrice?
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