2024-03-08
La Cedu salva la toga anti Meloni?
Marcello Degni (Imagoeconomica)
Una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo ha portato alla sospensione dei procedimenti disciplinari contro il magistrato che twittava attaccando il premier.Una nuovissima sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo ha imposto una sospensione inattesa ai due procedimenti disciplinari aperti contro Marcello Degni, consigliere della Corte dei conti. E rischia di metterli in crisi. In febbraio, Degni era finito sotto la lente del Consiglio di presidenza (l’organo d’autogoverno della giustizia contabile e l’equivalente del Consiglio superiore della magistratura) ed era anche stato deferito ai probiviri dell’Associazione nazionale magistrati della Corte dei conti. Il motivo? Un messaggio che Degni a fine dicembre aveva pubblicato su Twitter-X, indirizzandolo a Elly Schlein. Il consigliere aveva rimproverato al segretario del Partito democratico di aver «perso l’occasione» per innalzare le barricate in Parlamento contro la Legge di bilancio del centrodestra: «C’erano le condizioni per l’ostruzionismo e per l’esercizio provvisorio», aveva scritto Degni. E poi, utilizzando una prima persona plurale che segnalava vicinanza ideale allo schieramento di cui fa parte il Pd, il magistrato aveva concluso: «Potevamo farli sbavare di rabbia sulla cosiddetta manovra blindata, e invece…». Il messaggio di Degni era finito all’attenzione del Parlamento, dov’era stato biasimato dagli esponenti di governo. Il magistrato s’era difeso sostenendo di essersi «espresso da libero cittadino», e aveva risposto con lo slogan caro a Francesco Saverio Borrelli: «Resistere, resistere, resistere». Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, aveva replicato che l’episodio era «grave, soprattutto per la sfrontatezza con cui questo giudice ritiene sia normale quanto ha fatto». L’intensità della polemica aveva indotto il Consiglio di presidenza e i probiviri dell’Associazione dei magistrati della Corte dei conti (l’organo di rappresentanza «sindacale» della magistratura contabile) ad avviare due procedimenti disciplinari paralleli sul caso. Una settimana fa le due istruttorie erano state chiuse, e le decisioni parevano imminenti, quando invece il 24 febbraio la Corte di Strasburgo ha accolto il ricorso presentato nel 2021 da un giudice romeno, sanzionato dal Consiglio superiore della magistratura del suo Paese per un messaggio «politico» pubblicato su un social network: non Twitter, bensì Facebook. Le sentenze della Corte europea dei diritti dell’uomo «fanno giurisprudenza» nei 47 Paesi contraenti, tra i quali l’Italia: incidono sull’orientamento giuridico generale. È per questo che il Consiglio di presidenza e i probiviri hanno sospeso i procedimenti disciplinari su Degni, e si sono messi a valutare se e come la sentenza europea possa applicarsi al suo caso. Si vuole evitare, insomma, che un’eventuale sanzione possa rischiare, domani, di essere «bocciata» da un suo ricorso a Strasburgo, sulla scia di quello appena vinto dal collega.Il giudice romeno si chiama Vasilică Cristi Danilet. Nel 2019 aveva pubblicato su Facebook un commento contro «il ritorno al controllo politico delle istituzioni sui servizi segreti, sulla polizia e sul sistema giudiziario», e aveva ipotizzato che l’esercito, cui la Costituzione romena affida «il compito di garantire la democrazia», potesse un giorno essere «chiamato in strada» per quello scopo. Sottoposto a procedimento disciplinare, anche Danilet s’era difeso sostenendo d’essersi espresso da «semplice cittadino». Il Csm della Romania però lo aveva punito per aver «messo in dubbio la credibilità delle istituzioni» e per aver «superato i limiti di riservatezza previsti dalle leggi per i giudici»: per due mesi, gli aveva ridotto del 5 per cento lo stipendio. La Corte di Strasburgo ha riconosciuto che le norme applicate contro Danilet in Romania «perseguono il fine legittimo di garantire l’imparzialità e l’autorevolezza della funzione giudiziaria», ma ha deciso che «nel caso di critiche che partecipano al dibattito sul funzionamento della giustizia» deve prevalere «il diritto alla libertà d’espressione». Per questo il governo di Bucarest è stato condannato a risarcire il giudice con 5.232 euro.Il messaggio di Danilet, va detto, era assai diverso da quello di Degni: il giudice romeno non manifestava vicinanza ideale ad alcun partito. Il consigliere della Corte dei conti, poi, è finito nelle polemiche anche perché il suo post «incriminato» non è affatto un caso isolato. Su Twitter-X sono tanti i proclami politici e ideologici di Degni, che infatti nel profilo online si definisce apertamente «economista di sinistra»: loda Il Manifesto («il giornale più bello del mondo»), cita Toni Negri («Il comunismo è una passione collettiva gioiosa, etica e politica che combatte contro la trinità della proprietà, dei confini e del capitale»), e aborrisce tutto ciò che sta a destra («Con i fasci non si parla»). I colleghi di Strasburgo, comunque, gli hanno dato un «assist». Ora si vedrà che cosa decideranno il Consiglio di presidenza e l’Associazione dei magistrati della Corte dei conti.