
Una guida divulga la filosofia dei pedofili, insegna ad adescare i piccoli, teorizza l'incesto e consiglia come evitare i rigori della legge. In vendita bambolotti dotati di «parti intime», sex toys all'insaputa dei produttori.Hai voglia a chiamarli «orchi», «mostri» e via orripilando con gli epiteti che il manuale del buon giornalista dovrebbe mettere al bando. Il problema è che la realtà supera in orrore ogni immaginazione. Parliamo di pedofili (veri), quel mondo sotterraneo e allo stesso tempo parallelo più vicino di quanto pensiamo. Sono in libera vendita online - prezzi dai 200 euro in media fino a qualche migliaio di euro per i pezzi «più pregiati» - bambole e bambolotti dalle fattezze smisuratamente identiche a bambini e in silicone «per sensazione reale», con organi genitali, così da tenersi in allenamento in attesa delle prede in carne ed ossa. L'ultima sorpresa è il manuale per fare sesso con i più piccoli, un vero e proprio prontuario che circola nella rete.Si chiama Love child, edito da una non meglio precisata casa editrice Il Mulo. Lo si reperisce attraverso cenacoli on line il cui accesso è filtrato, ma insomma è abbastanza a portata di mano. È presentato - testualmente - come la «esclusiva guida di praticare il sesso sicuro e divertente con i bambini»: «Auguriamo», si legge, «buona fortuna (gli autori forniscono anche una serie di avvertimenti su come evitare i rigori della legge, ndr) e il più grande divertimento». È un vademecum utile a tutti i predatori, ma rivolto in modo specifico a genitori che intendano abusare, violentare fisicamente e nell'anima. i propri figli «perché sono nati per questo», si spiega. A scanso di equivoci, visto che sul tema si è fatta una grande confusione in genere nelle crociate di origine anglosassone contro la Chiesa cattolica, qui si parla di neonati e di bambini fino ai 4-5-9 anni visti come oggetti sessuali.Sono «sorprese» che sempre più spesso stanno emergendo - sì, la classica punta dell'iceberg - nel lavoro degli inquirenti, come l'indagine della Polizia postale che nelle settimane scorse ha portato all'arresto di un uomo e due donne (una delle piccole vittime di quattro anni è la figlia del pedofilo e della ex compagna, che sarebbe stata usata come oggetto di scambio in un rapporto conflittuale).Tasselli di un giro molto più ampio e di livello globale. Le indagini delle autorità italiane hanno toccato Canada, Stati Uniti e soprattutto il Sudamerica, Cile, Perù, Argentina, ma le richieste di collaborazione per ulteriori approfondimenti pare che finora siano cadute nel vuoto. Per ora quello che si è riusciti a scoprire è che l'ignobile manualetto Love child è finito nelle mani dei pedofili italiani tramite la chat di Telegram «Catedraticos». Che in spagnolo è l'appellativo dato ai docenti universitari: una sorta di Cupola accademica dell'ignominia che chiamano «amore bambino».Sono in corso gli approfondimenti per individuare la lingua da cui è stata tratta la versione in italiano maccheronico. Forse spagnolo, ma non è escluso che sia una lingua dell'Est europeo. Capirlo è un passo in più per circoscrivere l'»entità» che gli inquirenti ritengono sia la centrale di questo traffico pedopornografico, più grave e infido del «semplice» commercio di video e immagini perché con tutta evidenza ha come obiettivo la divulgazione della filosofia e del know how dei predatori di bambini.A pagina 14 si teorizzano le basi naturali dell'incesto. A pagina 33, la parte ancora più subdola, si indicano quelli che chiamano i «vivai» dove localizzare le prede: i ruoli a stretto contatto con i più piccoli, gli asili, le scuole. Qualora si abbia la «fortuna» di lavorare in un «vivaio» la priorità è quella di guadagnarsi l'accesso alla «superficie liscia» (ovvero alle parti intime) ma senza avere fretta: «Non iniziare nulla per lungo tempo». Una volta ottenuta la fiducia dei bambini e dopo aver studiato i momenti in cui non c'è la supervisione di altri adulti, allora «il divertimento può iniziare».A pagina 61 si dà un consiglio per andare a colpo sicuro: «I bambini tristi e solitari sono il candidato numero uno e sono molto facili da trovare». I propugnatori del libero amore con chi è assolutamente inerme conoscono benissimo le gravissime conseguenze che sui piccoli hanno le loro azioni. La prova è in questo passaggio della guida, una domanda retorica: «Allora perché soffrono danni mentali dopo aver avuto un rapporto sessuale piacevole con un adulto?». La risposta autoassolutoria e che denota tutta la malafede è che la colpa è della società: «perché», spiegano l'anonimo o gli anonimi estensori, «il sesso tra adulti e bambini è generalmente malvisto, immorale e vergognoso davanti al pubblico…». Da qui deriverebbero i «danni mentali» per le loro piccole vittime ma che, con piena evidenza, mettono del tutto in conto.Si chiamano bambole «reborn», rinate, reclamizzate come «bambole bambino» (maschio e femmina ovviamente). Gli investigatori ne trovano armadi pieni. Si possono tranquillamente ordinare su Amazon e online in generale. Lunghezza 40-60 cm, hanno perfino il peso del neonato. Vengono presentate come opera di creatività di artigiani destinate al collezionismo. Chi le produce non ha ovviamente responsabilità per l'uso che ne viene fatto, ma la pubblicità in rete strizza l'occhio sottolineando che sono dotate di «parti intime».Finora qualche grido di allarme è venuto da siti di mamme che non è andato a chiedersi se trattasi di «collezionismo» o «patologia», ma senza nemmeno riuscire a ipotizzare che i predatori ne facciano i loro sex toys. Chi le pubblicizza ne esalta anche l'utilità terapeutica, ad esempio per le persone ammalate di Alzheimer. Ma è sufficiente una domanda: che bisogno c'è di corredarle di organi genitali?Forse è necessario pensare ad interventi ovviamente internazionali, visti i tanti trattati e convenzioni per la tutela dell'infanzia che, su questo piano, risultano inutili. Una piccola proposta. Se proprio non si vuole vietarle, sulle «bambole bambino» si incida la più forte invettiva contro i pedofili che mai sia stata pronunciata: «Chi scandalizza anche uno solo di questi piccoli, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e che fosse gettato negli abissi del mare». Copyright Gesù Cristo.
(Arma dei Carabinieri)
Le immagini di un sistema avanzato di videosorveglianza hanno mostrato ai militari del Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale e della stazione di Caivano un uomo incendiare 25 sacchi di scarti tessili. Quintali di rifiuti, la cui combustione ha alimentato una nube di fumo che ha avvolto anche alcune abitazioni vicine.
L’arresto in flagranza differita di un 57enne di Acerra eseguito a Caivano è frutto del lavoro coordinato dei Carabinieri della Regione Forestale Campania e del Comando Provinciale partenopeo. Un’attività che muove i suoi passi dal decreto recentemente entrato in vigore in materia di illeciti ambientali e dagli schermi collegati ad una moderna «control room», una struttura che accentra segnalazioni, flussi informativi e richieste di intervento nelle province napoletana e casertana con un comune denominatore: la lotta all’inquinamento.
L’integrazione della nuova normativa a questo sistema di coordinamento consente di individuare e monitorare situazioni a rischio, consentendo una mobilitazione immediata delle pattuglie sul territorio.
Le immagini di un sistema di videosorveglianza dedicato hanno mostrato ai militari del NIPAAF (Nucleo Investigativo di Polizia Ambientale, Agroalimentare e Forestale) e della stazione di Caivano un soggetto intento ad incendiare 25 sacchi di scarti tessili. Quintali di rifiuti, la cui combustione ha generato una nube di fumo che ha avvolto anche alcune abitazioni vicine.
Secondo quanto documentato in poche ore, il 57enne avrebbe alimentato le fiamme e poi si sarebbe allontanato a bordo del suo suv. Le pattuglie intervenute, collegate con la «control room», hanno ricostruito il tragitto del veicolo e ne hanno identificato il proprietario. L’uomo è stato rintracciato qualche ora dopo la registrazione delle immagini e arrestato in flagranza differita nella sua abitazione. E’ ora ai domiciliari, in attesa di giudizio.
L’intera operazione costituisce un esempio concreto dell’efficacia della nuova normativa - che supera i limiti della tradizionale flagranza - e del lavoro sinergico e strutturato dell’Arma dei Carabinieri.
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Hotel Convitto della Calza
A Firenze un imprenditore, sponsor del sindaco, ha trasformato un antico immobile della Diocesi in hotel, benché la destinazione d’uso lo vietasse. Il Comune, che non ha vigilato per mesi, ora dice: «Verificheremo».
Può un’attività abusiva nascere impunemente sotto gli occhi di chi dovrebbe controllare che le norme pubbliche siano rispettate? A Firenze si può. Questo e altro. Tutti fanno quello che vogliono nonostante i divieti, costruiscono dove gli pare e come gli pare, salvo che il Comune si svegli quando tutto è già successo, solo perché sollecitato dall’opinione pubblica, e risponda candidamente «verificheremo… puniremo chi non è in regola». O, come è accaduto in qualche caso, «non sapevo». Oppure, addirittura : «L’ho visto passando…».
- Dopo lo scandalo mazzette, Confimprenditori si ribella: «Piuttosto che finanziare ville e bagni d’oro, aiutiamo i nostri settori produttivi». Matteo Salvini ancora polemico: «Al Consiglio di Difesa le decisioni erano già prese. Per il futuro vogliamo più chiarezza».
- Il documento sulla guerra ibrida: «Per contrastarla ci servono 5.000 uomini».
Lo speciale contiene due articoli
Non sapendo dove prendere le risorse per il Paese invaso, la Commissione riesuma il salva Stati, la cui riforma è bloccata dal veto di Roma. Poi mette l’elmetto pure alla libera circolazione e lancia la «Schengen militare».
Come non averci pensato prima? Alle «tre strade senza uscita» per dare soldi all’Ucraina elencate da Giuseppe Liturri pochi giorni fa su questo giornale se ne aggiunge una quarta, ancor più surreale, resa nota dalla Stampa di ieri. Ursula von der Leyen avrebbe proposto di utilizzare «a fondo perduto» per Kiev le giacenze del famigerato Mes, il Meccanismo europeo di stabilità la cui riforma è di fatto bloccata dalla mancata ratifica parlamentare del nostro Paese.




