- Il governo deve ancora approvare il saldo e stralcio, ma entro fine dicembre saranno cancellate d'ufficio le cartelle sotto i 1.000 euro emesse dal 2000 al 2010. Per chiudere i processi con l'Agenzia delle entrate bisogna presentare domanda entro il 31 maggio 2019.
- Rottamazione ter: la somma, senza sanzioni e interessi, sarà divisa in dieci rate su cinque anni.
Il governo deve ancora approvare il saldo e stralcio, ma entro fine dicembre saranno cancellate d'ufficio le cartelle sotto i 1.000 euro emesse dal 2000 al 2010. Per chiudere i processi con l'Agenzia delle entrate bisogna presentare domanda entro il 31 maggio 2019.Rottamazione ter: la somma, senza sanzioni e interessi, sarà divisa in dieci rate su cinque anni.Lo speciale contiene due articoli.Ritorna il saldo e stralcio delle cartelle. Dopo un primo momento di crisi tra Movimento 5 stelle e Lega (Luigi Di Maio accusò «una manina» di aver modificato il testo del decreto fiscale numero 119/2019) torna in pista la proposta portata avanti delle Lega del «saldo e stralcio delle cartelle». Il 6 dicembre 2018 il vicepremier e segretario della Lega, Matteo Salvini, a margine dell'assemblea Confimi industria ha infatti dichiarato di essere «convito che ci sia bisogno di un nuovo rapporto tra italiani ed Equitalia (Agenzia delle entrate e riscossione, ndr). Gli evasori totali, quelli che non hanno mai compilato la dichiarazione dei redditi, per me devono marcire in galera fino alla fine dei loro giorni. L'artigiano, il piccolo imprenditore o il commerciante che è schiavo di una cartella da 40.000 euro da una vita deve poter tornare a vivere, e quella cartella va stracciata. Ne sono straconvinto e questo c'è nel contratto di governo». Dunque la pace fiscale 2019 e lo stralcio delle cartelle dovrebbe arrivare al Senato con un emendamento ad hoc. Ma la nuova norma risulta essere ben diversa rispetto a quelle originariamente pensate. Fino a due mesi fa si parlava infatti della possibilità di «riaprire il 730». E dunque di poter fare una dichiarazione integrativa da presentare all'Agenzia delle entrate. Con il documento si sarebbero dunque andati a denunciare nuove somme. Di queste si sarebbe dovuto pagare solo il 6%, il 10% o il 25% in base al proprio Isee o sull'indice di liquidità. Sempre a ottobre si parlava di poter far rientrare nella pace fiscale le somme fino a 1 milione di euro, poi si è passato a 500.000 e poi ancora a 200.000 euro. A oggi la situazione è ben diversa. Non si parla più di dichiarazione integrativa e il range è ben inferiore. Potranno infatti accedere alla agevolazione le cartelle esattoriale che oscillano tra i 30 e i 90.000 euro e sarà chiesto di saldare il 15% della somma totale (non si sa ancora se comprensiva di more e sanzioni oppure no). A questo punto la cartella verrà stralciata. Se dunque da una parte abbiamo un emendamento ad hoc che non è stato inserito del Dl 119/2019, dall'altra c'è la pacificazione fiscale delle controversie tributarie (articolo 6 del Dl 119/2019), già approvata in via definitiva. Il vantaggio introdotto riguarda la creazione di un regime più vantaggioso in base al grado di giudizio raggiunto in sede di contenzioso con l'Agenzia delle entrate. Se l'ultima (o unica) pronuncia giurisdizionale non cautelare, depositata entro il 24 ottobre (data di entrata in vigore del decreto), è contraria all'amministrazione fiscale sono previsti degli sconti sull'importo oggetto della sentenza (accettando di pagare, si toglie allo Stato la possibilità di ricorrere in appello e si elimina il rischio di veder ribaltata la sentenza). E dunque: nell'ipotesi in cui la sconfitta dell'Agenzia delle entrate sia stata pronunciata con una sentenza di primo grado si pagherà la metà dell'importo totale. Se invece la sconfitta dell'amministrazione è stata stabilita tramite una sentenza di secondo grado si pagherà un quinto del valore della controversia. Ma gli sconti non finisco qui perché nel caso in cui una controversia sia relativa solamente alle sanzioni senza essere collegata al tributo è possibile definirla pagando il 15% del valore totale (se l'ultima pronuncia non cautelare è stata favorevole all'Agenzia delle entrate) o il 40% del valore della lite negli altri casi (quando per esempio non è stata ancora emessa alcuna pronuncia oppure se c'è stato un rinvio di pronuncia da parte della Cassazione).Le controversie tributare che possono godere degli sconti fiscali sono quelle aventi come oggetto atti impositivi (avvisi di accertamento, provvedimenti di irrogazione delle sanzioni), quelle pendenti in ogni stato e grado di giudizio, compresa la Cassazione, a chi è stato notificato il ricorso di primo grado entro il 24 ottobre 2018 o tutte quelle controversie in cui il processo è ancora in corso. Non rientrano nella definizione agevolata tutte quelle controversie in cui sono parte amministrazioni diverse dall'Agenzia delle entrate (Agenzia del demanio o l'Agenzia delle dogane e dei monopoli).Per accedere alla definizione agevolata i contribuenti devono presentare l'apposita domanda entro il 31 maggio 2019 e versare l'importo dovuto della controversia. Nel caso in cui si ottenga il pagamento a rate, entro il 31 maggio 2019 dovrà essere versata la prima rata. Se invece è possibile estinguere la lite senza pagare alcun importo, la definizione si perfezionerà con la sola presentazione della domanda. Attenzione perché per ciascuna controversia autonoma dovrà essere presentata una distinta domanda di definizione esente dall'imposta di bollo (il modello sarà approvato da un provvedimento dell'Agenzia delle entrate e dunque sarà possibile trovarlo sul sito www.agenziaentrate.gov.it)Per definire la controversia il contribuente dovrà dunque presentare la domanda e versare un importo pari al valore della controversia. La somma dovrà dunque essere al netto degli interessi e delle eventuali sanzioni. Il versamento dovrà essere fatto usando il modello F24 e gli appositi codici tributo, che saranno definiti dall'Agenzia delle entrate. Il pagamento potrà avvenire in un'unica soluzione o, nel caso si parli di importi superiori ai 1.000 euro, in massimo 20 rate trimestrali. Se si avrà diritto alla rateizzazione entro il 31 maggio 2019 si dovrà versare la prima rata. I termini di versamento delle altre rate saranno il 31 agosto, il 30 novembre, il 28 febbraio e il 31 maggio di ogni anno a partire dal 2019.È inoltre previsto lo stralcio delle cartelle fino a un'importo di 1.000 euro per i debiti accumulati tra il 2000 e il 2010. Il contribuente non dovrà inviare nessuna richiesta, dato che sarà l'amministrazione a comunicare in modo telematico le quote annullate e a provvedere entro il 31 dicembre.<div class="rebellt-item col1" id="rebelltitem1" data-id="1" data-reload-ads="false" data-is-image="False" data-href="https://www.laverita.info/manuale-anti-caos-per-fare-pace-con-il-fisco-2622804099.html?rebelltitem=1#rebelltitem1" data-basename="rottamazione-ter-ce-tempo-fino-ad-aprile" data-post-id="2622804099" data-published-at="1762566635" data-use-pagination="False"> Rottamazione ter, c’è tempo fino ad aprile Nuovi vantaggi per chi decide di saldare i debiti con l'Agenzia dell'entrate, aderendo alla rottamazione ter. Il governo gialloblu ha infatti previsto nel Dl 119/2019 (Dl fiscale) l'introduzione della definizione agevolata, meglio conosciuta come rottamazione ter. A differenza delle precedenti (prima rottamazione e rottamazione bis), la nuova rottamazione prevede un periodo più ampio per rateizzare le somme dovute: dieci rate ripartite in cinque anni e un tasso di interesse ridotto, definito nella misura del 2% annuo a partire dal 1° agosto 2019. Negli anni passati si parlava del 4,5%. Per mettersi in regola sarà necessario versare in un'unica soluzione o a rate tutta la cifra dovuta ma al netto, ovvero senza interessi e sanzioni. le scadenze Per poter dunque usufruire della rottamazione ter bisogna presentare la dichiarazione di adesione entro il 30 aprile del 2019. E si potrà scegliere se pagare in un'unica soluzione o rateizzare il debito fino a un massimo di dieci rate consecutive di pari importo (cinque anni). Le scadenze fisse da ricordare, ogni anno, saranno il 31 luglio e il 30 novembre. Il legislatore ha dunque fissato il 31 luglio 2019 il termine massimo per pagare la prima rata della cartella in questione. i requisiti Possono presentare la domanda alla rottamazione ter tutti coloro che hanno cartelle di pagamento scadute e non pagate dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2017. Ma anche chi ha aderito alla prima rottamazione (definizione agevolata prevista dal Dl numero 193/2016) e non ha versato tempestivamente e integralmente tutte le rate del piano di definizione previsto. Inoltre potranno accedere automaticamente alla rottamazione ter tutti quei contribuenti che hanno aderito alla rottamazione bis (Dl numero 148/2017), non sono riusciti a pagare le prime rate, ma hanno saldato le somme di luglio, settembre e ottobre, entro il 7 dicembre 2018. Per aderire alla rottamazione ter si deve presentare entro il 30 aprile 2019 la richiesta o alla casella Pec della direzione regionale dell'Agenzia delle entrate riscossione di riferimento, inviando il modello Da 2018 insieme a una copia del documento del documento di identità. Oppure ci si può recare presso gli sportelli dell'Agenzia delle entrate riscossione, presenti sul territorio nazionale, consegnando direttamente il modello Da 2018 compilato e firmato. Una modalità diversa è prevista per coloro che hanno saldato le rate di luglio, settembre e ottobre entro il 7 dicembre (rottamazione bis). Questi non dovranno infatti presentare alcun tipo di dichiarazione di adesione dato che saranno automaticamente ammessi ai benefici della rottamazione ter. i passaggi Dopo aver presentato la domanda in modo corretto e nei tempi previsti, bisogna aspettare la risposta da parte dell'Agenzia delle entrate riscossione. L'amministrazione invierà al contribuente entro il 30 giugno 2019 una comunicazione di accoglimento o no della domanda. In caso positivo la lettera dell'Agenzia delle entrate riscossione conterrà anche l'ammontare complessivo delle somme dovute, la scadenza delle rate e i bollettini di pagamento. Se si è presentata la richiesta per accedere alla rottamazione ter, l'Agenzia delle entrate riscossione non darà seguito a procedure esecutive già avviate per quanto riguarda i debiti oggetto della definizione agevolata. Non saranno inoltre avviate nuove procedure cautelari o esecutive, mentre resteranno i fermi amministrativi e le ipoteche già iscritti alla data di presentazione della domanda. Le legge prevede infine che, a seguito della presentazione della domanda di adesione, siano sospesi sia i termini di prescrizione e decadenza dei carichi, sia gli obblighi di pagamento derivanti da precedenti rateizzazioni.
Massimo Doris (Imagoeconomica)
Secondo la sinistra, Tajani sarebbe contrario alla tassa sulle banche perché Fininvest detiene il 30% del capitale della società. Ma Doris attacca: «Le critiche? Ridicole». Intanto l’utile netto cresce dell’8% nei primi nove mesi, si va verso un 2025 da record.
Nessun cortocircuito tra Forza Italia e Banca Mediolanum a proposito della tassa sugli extraprofitti. Massimo Doris, amministratore delegato del gruppo, coglie l’occasione dei conti al 30 settembre per fare chiarezza. «Le critiche sono ridicole», dice, parlando più ai mercati che alla politica. Seguendo l’esempio del padre Ennio si tiene lontano dal teatrino romano. Spiega: «L’anno scorso abbiamo pagato circa 740 milioni di dividendi complessivi, e Fininvest ha portato a casa quasi 240 milioni. Forza Italia terrebbe in piedi la polemica solo per evitare che la famiglia Berlusconi incassi qualche milione in meno? Ho qualche dubbio».
Giovanni Pitruzzella (Ansa)
Il giudice della Consulta Giovanni Pitruzzella: «Non c’è un popolo europeo: la politica democratica resta ancorata alla dimensione nazionale. L’Unione deve prendere sul serio i problemi urgenti, anche quando urtano il pensiero dominante».
Due anni fa il professor Giovanni Pitruzzella, già presidente dell’Autorià garante della concorrenza e del mercato e membro della Corte di giustizia dell’Unione europea, è stato designato giudice della Corte costituzionale dal presidente della Repubblica. Ha accettato questo lungo colloquio con La Verità a margine di una lezione tenuta al convegno annuale dell’Associazione italiana dei costituzionalisti, dal titolo «Il problema della democrazia europea».
Ansa
Maurizio Marrone, assessore alla casa della Regione Piemonte in quota Fdi, ricorda che esiste una legge a tutela degli italiani nei bandi. Ma Avs la vuole disapplicare.
In Italia non è possibile dare più case agli italiani. Non appena qualcuno prova a farlo, subito si scatena una opposizione feroce, politici, avvocati, attivisti e media si mobilitano gridando alla discriminazione. Decisamente emblematico quello che sta avvenendo in Piemonte in queste ore. Una donna algerina sposata con un italiano si è vista negare una casa popolare perché non ha un lavoro regolare. Supportata dall’Asgi, associazione di avvocati di area sorosiana sempre in prima fila nelle battaglie pro immigrazione, la donna si è rivolta al tribunale di Torino che la ha dato ragione disapplicando la legge e ridandole la casa. Ora la palla passa alla Corte costituzionale, che dovrà decidere sulla legittimità delle norme abitative piemontesi.
Henry Winkler (Getty Images)
In onda dal 9 novembre su History Channel, la serie condotta da Henry Winkler riscopre con ironia le stranezze e gli errori del passato: giochi pericolosi, pubblicità assurde e invenzioni folli che mostrano quanto poco, in fondo, l’uomo sia cambiato.
Il tono è lontano da quello accademico che, di norma, definisce il documentario. Non perché manchi una parte di divulgazione o il tentativo di informare chi stia seduto a guardare, ma perché Una storia pericolosa (in onda dalle 21.30 di domenica 9 novembre su History Channel, ai canali 118 e 409 di Sky) riesce a trovare una sua leggerezza: un'ironia sottile, che permetta di guardare al passato senza eccessivo spirito critico, solo con lo sguardo e il disincanto di chi, oggi, abbia consapevolezze che all'epoca non potevano esistere.






