2025-10-19
«Manovra giusta per alzare i salari. Si può migliorare, la Uil sta con noi?»
Il segretario della Cisl Daniela Fumarola: «Con la detassazione degli accordi di produttività si incentiva anche la crescita. Proporremo sconti fiscali fino a 60.000 euro. Solidarietà al premier, la frase di Landini molto infelice».Segretaria Fumarola, habemus manovra. Una legge di bilancio che ha dovuto tenere conto della necessità di rispettare i vincoli Ue, ma che ha dedicato quasi un terzo delle risorse al lavoro. Mi dà un voto?«Non siamo a scuola, non do voti. Direi che si tratta di una manovra realista, che tiene conto dei margini stretti di finanza pubblica ma che, nonostante questo, dedica attenzione a salari, produttività, sanità, famiglia e coesione sociale. E lo fa mettendo in campo molte proposte della Cisl: dalla revisione della seconda aliquota dell’Irpef, alla detassazione degli accordi di produttività, fino alla spinta sul fondo sanitario e l’intervento che si fa su Sud, natalità e famiglia. Poi è ovvio che le intenzioni sono frenate dalla bassa cubatura, ma la direzione è giusta, e recepisce le interlocuzioni, formali e informali, che abbiamo avuto con il presidente del Consiglio e il governo. Non mancano elementi da correggere o rafforzare. Qual provvedimento impatterà di più sulla vita dei cittadini?«Il pacchetto fiscale è un punto di forza. La riduzione Irpef dal 35 al 33% fino a 50.000 è un passo importante, che si aggiunge all’alleggerimento dal 5 all’1% del carico fiscale sugli accordi di produttività. Due elementi concreti e importanti per sostenere il ceto medio, promuovere una una fiscalità più equa e stimolare crescita, competitività e consumi. Chiediamo ancora di detassare le tredicesime di lavoratori e pensionati, elevare la soglia di applicazione dell’Irpef a 60.000 euro sterilizzando l’intervento molto prima degli annunciati 200.000 euro. Diciamo no, invece, all’innalzamento della quota su cui applicare la flat tax al lavoro autonomo, misura che genera disparità tra lavoratori».Forse non è stata data la giusta importanza alla detassazione degli accordi di produttività negoziati a livello decentrato.«Concordo. Nella contrattazione decentrata si incrociano i due obiettivi principali verso cui dobbiamo muovere il Paese: più alti salari e maggiore crescita. Negoziare la produttività nei luoghi di lavoro e sul territorio vuol dire agganciare entrambi questi temi in un solo momento. Per questo la Cisl insiste tanto sulla valorizzazione delle relazioni industriali di prossimità».Anche sulla tassazione agevolata al 5% per gli incrementi dei contratti rinnovati con puntualità c’è un’inversione di rotta. Forse si poteva osare di più rispetto alla soglia dei 28.000 euro.«Non credo, non è quello lo spirito della misura. Il governo ha voluto ascoltare chi, come la Cisl, ha chiesto un intervento sui salari bassi, per integrare e completare in qualche modo l’operazione fiscale sul ceto medio. Direi che ci siamo, anche perché la detassazione è stata resa retroattiva, come abbiamo indicato» Manca il passaggio parlamentare: se avesse la possibilità di giocarsi una sola fiche per inserire una nuova misura o incrementarne una già presente, dove la punterebbe?«Anche qui mi prendo qualche libertà in piu. Primo: rafforzare l’intervento su pubblico impiego, scuola, università e ricerca. Ci sono da rinnovare i contratti e da garantire salari più alti, ma anche da sbloccare assunzioni, stabilizzazioni, welfare e contrattazione integrativa. Secondo: rilancio delle pensioni oltre l’inflazione, specialmente per le minime, e stop definitivo all’automatismo sull’incremento dell’aspettativa di vita».Non è mai stata così plastica la spaccatura tra voi Cgil e Uil. Anche sulla manovra Landini sembra non vedere le risorse riservate al mondo del lavoro e punta tutto sulla patrimoniale. Fa politica?«La Uil sembra distinguersi, in questo caso. Spero che ora anche Pierpaolo (il segretario Uil Bombardieri ndr) non venga tacciato di essere collaterale al Governo, come qualcuno si ostina a fare con noi. Scherzi a parte, non giudico le scelte degli altri sindacati. La Cisl ha sempre avuto un profilo autonomo e riformista: non facciamo opposizione alla maggioranza di turno, e l’unica politica che ci interessa è quella sindacale. Quanto alla patrimoniale: rischia di pescare molto poco e di far fuggire i grandi capitali. Bene invece il contributo di solidarietà per banche e assicurazioni, che andrebbe esteso anche ai grandi gruppi energetici e della logistica».Landini ha dato della «cortigiana» alla Meloni. Prova ad alzare i toni perché ha abusato dello strumento dello sciopero e non ha più argomenti? Non si è neanche scusato.«La mia solidarietà a Giorgia Meloni. È stato un momento molto infelice, spero che Maurizio abbia chiarito con la premier. Cerchiamo di focalizzarci sugli aspetti economici di questa delicata fase, concentrandoci sui contenuti e disarmando le parole».Vede un autunno caldo? C’è il rischio che si crei un circolo vizioso Cgil-autonomi, una gara a chi si spinge più a sinistra pericolosa per il Paese?«Non mi pare il tipo di gara che possa aiutare il nostro Paese a crescere. Noi proseguiremo con il dialogo e le proposte. Il nostro Cammino della Responsabilità attraverserà tutto il territorio nazionale per promuovere nei luoghi di lavoro, nelle comunità, tra le gente, una cultura non meno intransigente degli antagonisti, ma incentrata sull’idea di cooperazione, di sinergia, di costruzione comune di un cantiere per lo sviluppo, il lavoro e la coesione. Il percorso confluirà a dicembre in una grande manifestazione nazionale a Roma per spingere miglioramenti nella manovra ma guardare anche oltre, al bisogno, anzi all’urgenza di traguardare nel 2026 un grande Accordo con le forze riformiste, sul modello metodologico dell’Intesa di San Valentino del 1984. Che ne dice la Uil?
Volodymyr Zelensky (Getty Images)