2024-08-12
Caro Malagò, lei questi Giochi li ha persi
Caro Giovanni Malagò, le scrivo questa cartolina perché non ho capito una cosa: ma lei è presidente del Coni per esibire il suo ciuffo o per difendere lo sport italiano? Nel primo caso, mi associo alla schiera di giornalisti lecca-lecca che non perdono occasione per celebrarla e le faccio i miei più sentiti complimenti: anche questa volta ci è riuscito benissimo.Il suo piacionismo made Circolo Aniene, lo stile pariolino d’esportazione, tutto lacca e distintivo, quel suo essere sempre un po’ Megalò (copyright Suni Agnelli e Dagospia), sono ancora una volta emersi in tutto il loro splendore a Parigi, intervista dopo intervista, apparizione dopo apparizione. Peccato che nel frattempo lo sport italiano sia stato trattato come una pezza da piedi. Dal judo alla scherma alla pallanuoto, ci hanno preso a schiaffi dimostrando che contiamo meno del due di picche quando la briscola è quadri. I nostri atleti sono stati bravissimi. Chi doveva tutelarli no. Evidentemente era troppo impegnato a proteggere il suo ciuffo per proteggere il nostro sport.Addirittura l’altro giorno, quando i pallanuotisti hanno protestato contro i torti subiti girandosi di spalle durante l’inno, lei si è arrabbiato con loro, anziché con chi li aveva derubati: «Protesta non condivisibile e contraria allo spirito olimpico», ha detto. E non so perché ma abbiamo avuto l’impressione che in quel momento lei stesse difendendo più la sua cadrega fra i grandi del mondo (leggasi Cio) che i nostri ragazzi. Di cadute dello spirito olimpico, in effetti, in queste Macroniadi ne abbiamo viste tante: in nome della follia green hanno fatto dormire gli atleti in condizioni disastrose; in nome della grandeur della Francia li hanno costretti a nuotare nella Senna immerdata; in nome dell’ideologia woke hanno obbligato gentili pulzelle a prendere botte da sospetti omaccioni. È questo che ha tradito lo spirito olimpico, ci pare. Non certo la protesta dei pallanuotisti.Noi sappiamo, per altro, quanto lei ci tenga alla lealtà e al rispetto delle regole. Lo sanno anche all’Università di Roma, dove le hanno annullato la laurea sospettando che lei avesse comprato tre esami, costringendola a laurearsi di nuovo, a 46 anni, all’Università di Siena. E lo sanno anche i giudici che hanno ordinato la demolizione degli abusi edilizi nella sua leggendaria villa di Sabaudia. Lei ha protestato, ovviamente. Del resto si sa: quando ci sono da difendere i suoi interessi diventa un leone. Perché allora, quando c’è da difendere il nostro sport, si fa pecorella?Caro Megalò, oggi lei è un simbolo del potere, riverito e osannato, amico di tutti quelli che contano, un reddito di oltre un milione di euro l’anno (1.021.544 euro ultima dichiarazione), soci vip, ricche partecipazioni azionarie. E intanto però lo sport italiano che lei governa, nonostante la bravura dei nostri ragazzi, fa la figura del cenerentolo. Per questo ho osato scriverle questa cartolina: mi ha colpito la sua piccata reazione a chiunque ipotizzi la possibilità di una sua sostituzione, ministro o non ministro che sia. In questi mesi abbiamo sentito molte volte elogiare il rinnovamento dello sport italiano perché ci sono molti atleti giovanissimi. Ne siamo orgogliosi, ovviamente. Ma ora, dopo gli atleti, le sembra davvero così assurdo se si pensa a rinnovare un po’ anche i vertici? Forse che il ciuffo, a furia di lacca, le si è incollato alla poltrona del Coni?
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.