2023-04-19
«Vaccino pericoloso, lo sequestro». Ma Speranza provò a fermare il Pm
Roberto Speranza (Imagoeconomica)
Il ministro, Roberto Speranza, e il capo dell’Aifa, Nicola Magrini, fecero pressioni per non danneggiare la campagna. La risposta: «C’è un tasso di mortalità quantomeno anomalo, non possiamo rischiare che le dosi di questo lotto causino altri danni».Quanto può un ministro fare pressione su un procuratore per evitare un sequestro? Non un sequestro qualsiasi, ma di un lotto di vaccino che poteva essere potenzialmente pericoloso. A rigor di logica, quindi, non ci dovrebbero essere motivazioni tali da ostacolare una ponderata decisione da parte di un procuratore per tutelare la salute pubblica. Che poi in realtà l’obiettivo della salvaguardia della salute dei cittadini doveva essere proprio di quel ministro. E invece quello che è emerso dai documenti mostrati in esclusiva ieri sera durante Fuori dal coro, il programma condotto da Mario Giordano, lascia come minimo basiti.L’allora direttore generale dell’Agenzia del Farmaco, Nicola Magrini, e il ministro Roberto Speranza, hanno cercato di fermare il sequestro del lotto inoculato a Stefano Paternò, morto il giorno dopo la puntura.Nel documento esclusivo a firma di Magrini e inviato al procuratore, si legge: «le chiederei dopo un colloquio avuto con il ministro (in copia) di valutare se sospendere temporaneamente la sua richiesta di sequestro cautelativo su tutto il territorio nazionale».Poche righe più in basso è lo stesso Magrini a dare una giustificazione alla richiesta: «Si chiede se nelle prossime ore sia possibile valutare le modalità più adeguate per acquisire ulteriori informazioni al fine di definirne meglio il nesso di causalità».Eppure il direttore generale dell’Aifa sa benissimo che per determinare il nesso di causalità non bastano certo poche ore, anzi ci vuole molto tempo. Infatti è lo stesso procuratore a sottolinearlo nella risposta: «Le analisi sui campioni estratti dalle dosi del lotto potrebbero impiegare settimane per fornire i risultati».Il procuratore insiste che non si può aspettare, il sequestro deve essere applicato subito, e spiega anche il perché: «Non posso non rimarcare la necessità di operare in via precauzionale ed evitare che, qualora poi effettivamente dovesse scoprirsi che c’è un difetto in questo lotto, possano continuare ad essere somministrate dosi e causare altri decessi o gravi danni alla salute».Ma non solo, il procuratore è convinto della necessità del suo provvedimento anche perché, come scrive: «Ci sono stati altri due decessi di persone, peraltro di giovane età ed appartenenti alle forze dell’ordine e quindi sottoposti a periodiche verifiche circa il buono stato di salute, in seguito alla somministrazione del vaccino appartenente al lotto - e qualche riga più in basso specifica - che vuol dire un tasso di mortalità quantomeno anomalo».Eppure a Magrini e al ministro Speranza, che avrebbero dovuto essere i primi a preoccuparsi della nostra salute, questo tasso di mortalità anomalo sembra non interessare, il loro obiettivo è «sospendere temporaneamente la richiesta di sequestro». Ma può un ministro non rispettare l’attività di un procuratore? Che tra l’altro ha delle motivazioni importanti alla base del suo provvedimento. Purtroppo però non è la prima volta che l’Aifa, mentre si rapporta con le Procure, cerca di mettere tutto a tacere e la prova è stata mostrata in esclusiva ieri sera durante la puntata di Fuori dal coro.È il 21 marzo 2022, e la procura di Napoli, all’interno di una indagine, chiede quanti sono i morti accertati dopo il vaccino. Nella richiesta inviata all’Aifa scrive: «Si chiede di voler fornire i dati accertati in merito ai casi di morte avvenuti a seguito della somministrazione di vaccino anti covid 19 (tutti i tipi di vaccino)».In pratica vogliono sapere i casi di morte legati alle vaccinazioni, ma quel termine «dati accertati» sembra mettere preoccupazione ai dirigenti della nostra Agenzia del farmaco. Sono indecisi se comunicare il dato generico delle segnalazioni di decessi post vaccino, quindi quello non verificato, oppure il dato più specifico dei morti che sono stati già valutati e considerati «correlabili».La Procura però chiede i «dati accertati» quindi sembrerebbe che abbia bisogno dei «correlabili», o perlomeno di una specifica. Ma l’Aifa preferisce dare il numero generico, non verificato.Un dirigente scrive: «Sul fatto che possano chiedere i correlabili ho glissato». Ma perché glissa? Perché sceglie volutamente di non dare il dato specifico alla Procura e fornisce solo il numero generico delle segnalazioni? Anche perché i casi «correlabili» sono pubblici e dettagliati nei rapporti che l’Agenzia diffonde periodicamente.La spiegazione è sempre nello stesso documento interno, sui decessi post vaccino scrivono: «Non tutti sono valutati, ci sono molti indeterminati che andrebbero rivalutati e sarebbero forse correlabili oggi...»Ecco il motivo dell’omissione alla Procura: l’Aifa preferisce non comunicare quel dato che ha pubblicato perché sa che è sbagliato, sottostimato e andrebbe aggiornato. Ma la cosa peggiore è che controllando tutti i dati diffusi nei rapporti periodici successivi, si vede chiaramente che quella cifra non è stata mai aggiornata, anzi. Da giugno 2022 il numero di decessi post vaccino aumenta, ma il dato dei correlabili rimane lo stesso: su 772 casi di morte dopo l’inoculazione, 29 sono vengono considerati «correlabili». E i «correlabili» saranno sempre 29 anche a settembre nonostante i casi valutati salgano a 802. Stessa cosa a dicembre 2022, nonostante le morti siano 812, sempre 29 «correlabili».Sembra proprio che non ci sia stata alcuna rivalutazione dei casi, ma perché l’Aifa non va a cercare le correlazioni delle morti con il vaccino? Eppure è un dato fondamentale per la tutela della salute pubblica, che andrebbe rivisto subito, tanto che è la stessa Agenzia a dirlo nei suoi documenti interni: «Ci sono molti indeterminati che andrebbero rivalutati e sarebbero forse correlabili oggi...».Ma non finisce qui. Nei documenti mostrati ieri sera durante la diretta di Fuori Dal Coro, sono emersi altri dati preoccupanti. È il 15 giugno 2022, un dirigente dell’agenzia chiede l’andamento delle segnalazioni delle reazioni avverse nel 2021, la tabella che ne viene fuori è impressionante. In 20 anni non era mai successo che le segnalazioni di reazioni avverse ai vaccini, superassero quelle di tutti i farmaci somministrati in Italia. Se fino al 2019, pre-pandemia, le segnalazioni delle reazioni avverse ai farmaci erano il 90% del totale rispetto al 10% per i vaccini, nel 2021 la tendenza è esattamente l’opposta. L’83% riguarda i vaccini, solo il 17% tutti gli altri farmaci. Ovviamente questa inversione è dovuta ai sieri contro il Covid. Eppure Aifa in tutto questo tempo ha continuato a nascondere e minimizzare gli effetti avversi.E così alla luce di tutti questi documenti, il dubbio che ci siamo posti in queste settimane diventa ancora più pesante: se Magrini e Speranza si fossero comportati diversamente, quante vite si sarebbero potute salvare?
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