2018-09-01
Macron vuole un plebiscito sull’Ue: il miglior modo per perdere nel 2019
Il leader francese si propone come capo anti populista. I sovranisti sono in vantaggio.Adesso è ufficiale. Lo si era intuito da settimane, ma nelle ultime 36 ore sono stati gli stessi protagonisti a dichiararlo senza tanti giri di parole: il presidente francese Emmanuel Macron e il vicepremier italiano Matteo Salvini si sono reciprocamente scelti come arcinemici in vista delle elezioni europee del maggio 2019. Macron, per lanciare il guanto di sfida, ha scelto l'attacco meno elegante e più ignominioso verso l'Italia, addirittura trasformando le 43 vittime del ponte Morandi a Genova in materia di contesa politica: «Crolla un ponte», ha detto riferendosi ai populisti, «e loro danno la colpa all'Europa». Matteo Salvini ha scelto invece un terreno fattuale, citando numeri difficilmente contestabili: in un anno e mezzo, la stessa Francia che predica accoglienza e integrazione, facendoci la morale, «ha respinto più di 48.000 immigrati alle frontiere, incluse donne e bambini», ha twittato il leader leghista. Ma torniamo al punto. In primo luogo per scelta di Macron, le europee dell'anno prossimo, anziché una contesa elettorale proporzionale nazione per nazione, potrebbero trasformarsi in una sorta di referendum paneuropeo, un voto binario «o di qua o di là». Da una parte i macronisti (con bandiera Ue e Inno alla gioia), dall'altra un vario ma amplissimo fronte anti-establishment, guidato da personalità come Salvini e Orbán. La notizia è che Macron sta forse sbagliando i suoi calcoli, e che il galletto francese potrebbe finire allo spiedo, per almeno cinque ragioni. Mentre a Salvini, a ben vedere, la strategia del «faccia a faccia» continuo con Macron può solo convenire. 1 Tutte le volte che ci sono stati, negli ultimi anni, referendum su temi europei (si pensi alle consultazioni in Francia e Olanda sulla bozza poi abortita di Costituzione europea), sono finiti con una clamorosa sconfitta degli euro-lirici. Per non parlare del voto inglese sulla Brexit di giugno 2016, o dell'ascesa dei sovranisti praticamente ovunque. 2 Mentre il fronte euro-entusiasta ha leader in grande difficoltà a casa propria (Macron e Merkel), le forze populiste sembrano in buona salute, in termini di consenso, in un numero enorme di Paesi: Italia, Austria, i quattro di Visegrad (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia), tutta la fascia balcanica (Slovenia, Croazia, fino alla Romania), e ovviamente nell'area scandinava (Svezia, Danimarca, Finlandia). Insomma, una delle squadre in campo avanza in gran parte d'Europa, l'altra è sempre più stretta d'assedio nella fortezza Parigi-Berlino (ed è insidiata perfino in casa, rispettivamente da Le Pen e AfD). 3 Per evidenti ragioni di umore popolare e di «spirito del tempo», anche tra gli elettori d'opinione, è oggi molto più facile mobilitare gli euro-incazzati e gli euro-critici, che non gli euro-soddisfatti. 4 Donald Trump avrà tutto l'interesse a incoraggiare, nelle forme opportune, le forze interessate a riscrivere le regole europee, a porre fine all'egemonia francotedesca, e a instaurare o rafforzare un rapporto privilegiato con Washington. 5 Proprio l'Italia, con la sciagurata avventura referendaria che ha condotto Matteo Renzi alla sconfitta fatale del 4 dicembre 2016, mostra che, se sei già odiato, se rappresenti l'establishment e i vecchi poteri, e hai pure la presunzione di sfidare l'opinione pubblica, gli elettori sono ben lieti di cogliere al volo l'occasione che tu stesso hai convocato per punirti e sbaragliarti. Per tutte queste ragioni, la mossa di Macron appare temeraria, quasi quanto la grancassa mediatica che lo accompagna. Ma non ditelo ai macronisti italici: potrebbero aversene a male.
Giorgia Meloni al Forum della Guardia Costiera (Ansa)
«Il lavoro della Guardia Costiera consiste anche nel combattere le molteplici forme di illegalità in campo marittimo, a partire da quelle che si ramificano su base internazionale e si stanno caratterizzando come fenomeni globali. Uno di questi è il traffico di migranti, attività criminale tra le più redditizie al mondo che rapporti Onu certificano aver eguagliato per volume di affari il traffico di droga dopo aver superato il traffico di armi. Una intollerabile forma moderna di schiavitù che nel 2024 ha condotto alla morte oltre 9000 persone sulle rotte migratorie e il governo intende combattere. Di fronte a questo fenomeno possiamo rassegnarci o agire, e noi abbiamo scelto di agire e serve il coraggio di trovare insieme soluzioni innovative». Ha dichiarato la Presidente del Consiglio dei Ministri Giorgia Meloni durante l'intervento al Forum della Guardia Costiera 2025 al centro congresso la Nuvola a Roma.
Continua a leggereRiduci