2021-04-20
Macron sbarra la strada ai migranti. In Italia invece processano Salvini
I respingimenti degli irregolari ai confini francesi sono aumentati del 143% in un anno.Mentre Matteo Salvini è sottoposto a processo e rinviato a giudizio per sequestro di persona per il caso Open Arms, è notizia di ieri che la Francia sbarra le frontiere con l'Italia e con la Spagna impedendo ai migranti di entrare sul suo territorio, infatti ai confini spagnoli sono state controllate e respinte 12.288 persone che presentavano documentazione irregolare. Nello stesso periodo, cioè tra novembre e marzo scorso, le persone respinte ai confini italiani sono state 23.537, il 143% in più rispetto all'anno precedente. Ricordiamo a qualche sbadato che in Francia governa il signor Emmanuel Macron e non la signora Marine Le Pen, cioè governa un amico di Enrico Letta, quello che il giorno prima del processo a Salvini indossava una felpa che inneggiava all'Ong spagnola con il capo della medesima Oscar Campos. Ma queste sono questioni che riguardano Letta e Macron e il loro elettorato. Veniamo all'Italia e cominciamo dalle mostruosità che abbiano sentito in questi giorni anche da autorevoli rappresentanti della magistratura. È stato il procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi, a dichiarare che è stato il Senato, votando a favore del processo di Salvini, a dichiarare di fatto che Salvini non ha agito né nella collegialità del governo né nell'interesse nazionale. Chissà cosa farebbe se avesse sotto le mani Macron. Forse lo rinchiuderebbe in una baita sui Pirenei o sulle Alpi, magari senza riscaldamento. Ora, se queste cose le avesse affermate un laureando in giurisprudenza gli andrebbero fatti sostenere di nuovo alcuni esami, tra i quali Diritto e Procedura penale, Diritto costituzionale, con particolare attenzione al Titolo IV sulla magistratura (articoli 101-113), Diritto parlamentare con relativi regolamenti di Camera e Senato e un'infarinatura di Filosofia del diritto con l'obbligo di lettura e riassunto scritto de Lo spirito delle leggi di Montesquieu. Infatti, il Senato autorizza un processo perché incarna il potere legislativo, non fa il processo perché non ha il potere giudiziario. Si chiama separazione dei poteri ed è uno dei principi sacri sui quali si basano non solo la Repubblica e lo Stato, ma prima ancora il diritto stesso che è sopra la Repubblica e lo Stato. E ci soffermiamo su questa mostruosità perché se essa è evidente in sé lo è ancora di più nel momento in cui in Europa Macron, certamente non un uomo di centro destra, anche se resta da capire quale sia la sua impostazione politica, e Joe Biden, visto che gli Stati Uniti sono in emergenza, come ha raccontato bene Carlo Cambi ieri su questo giornale, blocca a 15.000 i rifugiati che si possono accogliere. Notare 15.000 in un Paese con 330 milioni di persone, e notare anche che si tratta di rifugiati regolari, non di clandestini. Uno, a proposito dell'immigrazione, la può pensare come vuole ma questi dati indicano che, soprattutto in questo momento di pandemia, le politiche di Stati non governati da sovranisti o da esponenti di centro destra operano una stretta sull'immigrazione di dimensioni importanti. E si può pensare qualsiasi cosa anche su Salvini, sulle sue politiche, sul suo atteggiamento nei confronti degli immigrati, sulla sua visione dell'accoglienza, ma certo non si può dire che il Senato abbia emesso una «sentenza» su di lui rinviandolo a processo, perché i padri costituenti si stanno rivoltando nella tomba, e non perché amano Salvini, ma perché hanno scritto nella Costituzione con chiarezza ciò che devono fare i rami del Parlamento e ciò che deve fare il potere giudiziario. E, vedete, non è una questione su cui scherzare, da parte di nessuno, perché se un rappresentante importante ed autorevole della magistratura afferma cose di questo tipo in un'aula di tribunale, provate a immaginare, per estensione, cosa veramente pensa nella sua mente. Difficile dire se si sia trattenuto nelle sue dichiarazioni. Magari no, speriamo. Ma alcune dichiarazioni contenute nel libro scritto a quattro mani da Luca Palamara e Alessandro Sallusti non lasciano ben sperare, vi si riportano pensieri di magistrati non proprio confortanti, tipo che Salvini andrebbe colpito «anche se ha ragione sui migranti».I migranti sono una delle questioni del nostro tempo. Sono una questione umana, sociale, culturale, economica che può essere gestita solo in sede politica. Ed è bene che la politica sia giudicata dalla politica stessa, attraverso i parlamenti, e dai cittadini, attraverso le elezioni.