
Dopo l'iniziale silenzio assenso, ora la Commissione - mossa da Francia e Germania - si esprimerà sull'operazione Stx: «Rischia di nuocere alla concorrenza europea nel settore della costruzione navale».Emmanuel Macron cambia di nuovo le carte in tavola e prova a prevaricare l'Italia con una mossa infida: facendo fare il lavoro sporco alla Ue. La Commissione europea ha accolto la richiesta di Francia e Germania di valutare alla luce del regolamento Ue sulle concentrazioni la proposta di acquisizione di Chantiers de l'Atlantique da parte della nostra Fincantieri. Secondo la Commissione l'operazione rischia di nuocere alla concorrenza a livello europeo e mondiale. Una strada contraddittoria rispetto all'iniziale silenzio assenso (l'antitrust Ue non aveva obiettato nulla al momento dell'accordo) ma in linea con i nuovi desiderata della politica. Il progetto di acquisizione di Stx infatti non raggiunge le soglie di fatturato previste dal regolamento Ue relativamente alle concentrazioni per le operazioni che devono essere notificate alla Commissione. Il progetto è stato però oggetto di notifica sia da parte dell'antitrust francese sia da quello tedesco. La Francia ha presentato alla Commissione una domanda di rinvio in base alle norme Ue che consentono di esaminare una concentrazione che, pur non rivestendo una dimensione europea, incide sugli scambi all'interno del mercato unico e rischia di influire in misura significativa sulla concorrenza nei territori degli Stati membri che presentano la richiesta. La Germania si è associata alla richiesta di rinvio trasmessa dalla Francia. Sulla base degli elementi forniti dalla Francia e dalla Germania, e fatti salvi i risultati della sua indagine esaustiva, la Commissione ritiene che l'operazione potrebbe dunque nuocere in misura significativa alla concorrenza nel settore della costruzione navale, in particolare per quanto riguarda il mercato mondiale delle navi da crociera. La Commissione ha inoltre concluso di rappresentare l'autorità più idonea a valutare i potenziali effetti transfrontalieri dell'operazione. Di conseguenza, l'acquisizione di Chantiers de l'Atlantique da parte del colosso guidato da Giuseppe Bono sarà esaminata nella sua integralità da parte della Commissione. Quanto tempo si dovrà aspettare non è dato sapere. Fin qui la cronaca dei fatti. Manca lo scenario politico o meglio manca il cambio di passo politico che ha contraddistinto l'Italia e l'Europa negli ultimi dieci mesi. Il progetto iniziale prevedeva da parte francese una cessione della maggioranza dei cantieri al nostro colosso pubblico, il quale avrebbe di conseguenza conquistato il primato europeo nella cantieristica militare e pure in quella del mercato crocieristico. Con l'arrivo di Emmanuel Macron all'Eliseo si è voluto riequilibrare la scelta Ue e mettere sulla bilancia uno scambio implicito: la Francia avrebbe avuto in cambio il predominio dei cieli. Basti pensare agli interessi di Thales opposti a quelli di Leonardo e al fatto che quest'ultima era espressamente esclusa dall'accordo tra Naval group e Fincantieri (nella gestione di Stx). Non a caso Bono in ottemperanza a questa visione aveva messo gli occhi su Vitrociset e su Piaggio Aerospace. Nei mesi precedenti Fincantieri aveva acquisito Issel Nord, una piccola azienda spezzina specializzata nella tecnologia dei sistemi di comando e controllo. Un chiaro progetto di crescita nel mondo aeronautico, che avrebbe consentito alla Fincantieri leader della cantieristica militare di offrire anche modelli congiunti di sistemi integrati. L'arrivo del nuovo governo ha scongelato Leonardo. Piazza Montegrappa all'ultimo giorno utile ha utilizzato il diritto di prelazione su Vitrociset e ha manovrato su Piaggio aerospace con il palese intento di farla gravitare nel proprio perimetro. Gli Stati Uniti sono contrari a questa operazione. Non vogliono che la Francia consolidi una supremazia nel settore aeronautico. Gli Usa e parte della politica francese non vogliono una cessione dei cantieri, da un lato, e dall'altro non desidera isolare la Francia e appiattirla sul progetto di una caccia francotedesco. Un paradosso? Fino a un certo punto. Perché le prime linee militari francesi cominciano a temere un progetto di Difesa unica. Non vogliono che la Germania acquisisca troppo potere. Per cui va bene il predominio di Airbus (perché è a trazione parigina), va bene una sana competizione tra Thales e Leonardo, ma non va bene chiudersi un un recinto militare il quale per via della Brexit sarebbe orfano della Gran Bretagna. Forse per questo la mossa dell'antitrust francese, che punta a rimescolare tutte le carte, non è inaspettata. In realtà La Verità aveva già ventilato l'ipotesi. Parte dei servizi francesi lavora alla rottura dell'accordo da mesi. A luglio scorso questi settori avevano fatto trapelare un report su presunte accuse di corruzione nei confronti di Fincantieri. Un pizzino bello e buono. Adesso resta da capire come andrà a finire: da qui alla risposta ufficiale della Commissione ci sarà un lungo lavoro diplomatico per riposizionare i pesi di tutti i Paesi coinvolti.
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