2024-05-03
Macron si riveste da Napoleone: «Se Mosca sfonda, interveniamo»
Il presidente francese minaccia di nuovo un coinvolgimento diretto della Francia sul terreno. Un modo per mettere il cappello sull’ipotetica difesa comune europea? Matteo Salvini e Antonio Tajani: «L’Italia non ci sta».Il presidente francese Emmanuel Macron getta ancora benzina sul fuoco della guerra in Ucraina, ipotizzando nuovamente l’invio di truppe europee per aiutare l’esercito di Kiev. Il capo di Stato transalpino ha evocato la possibilità dell’arrivo di soldati occidentali in Ucraina, in un’intervista pubblicata ieri dal settimanale britannico The Economist. «Se i russi dovessero andare a sfondare le linee di fronte» e «se ci fosse una domanda ucraina - che non è all’ordine del giorno» ha dichiarato Macron, «ci si dovrebbe legittimamente porre la domanda» sull’invio dei militari europei, aggiungendo anche che «il fatto di escluderlo a priori» significa non voler imparare dalle «lezioni degli ultimi due anni». Anche dal punto di vista strettamente strategico, la dichiarazione lascia perplessi: se l’obbiettivo è evitare lo sfondamento dei russi, bisognerebbe semmai agire preventivamente. A meno che Macron non ritenga che il solo potere deterrente delle sue interviste possa bastare a stoppare l’avanzata delle armate di Mosca.L’attuale inquilino dell’Eliseo ha anche lanciato una frecciata al suo omologo russo, Vladimir Putin. «Non escludo niente perché siamo di fronte a qualcuno che non esclude nulla». Poi Macron ha concesso alla testata londinese una sorta di mea culpa per l’atteggiamento da lui tenuto nelle prime fasi del conflitto scatenato da Mosca contro Kiev. «Indubbiamente siamo stati troppo esitanti fissando dei limiti alle nostre azioni» rispetto «a qualcuno che non ne ha più (di limiti) e che è l’aggressore». Poi il numero uno di Parigi lanciato una sorta di avvertimento: «Ho un obiettivo strategico chiaro: la Russia non può vincere in Ucraina». Macron si è detto convinto che «se la Russia vincesse in Ucraina, non saremo più al sicuro in Europa» e si è chiesto «chi può pretendere che la Russia si fermi?». Il pensiero del leader d’Oltralpe è andato ai Paesi vicini all’Ucraina dato che si è chiesto «quale sicurezza» potrebbero avere «la Moldavia, la Romania, la Polonia, la Lituania e tanti altri» Paesi. Non è la prima volta che Macron parla apertamente di un coinvolgimento in prima linea degli eserciti alleati. Alla fine dello scorso febbraio, l’inquilino dell’Eliseo aveva già parlato della possibilità di spedire i propri soldati e quelli di altri Paesi Ue in Ucraina.Le esternazioni macroniste avevano scatenato un putiferio tra alleati Nato che avevano escluso l’invio di soldati in aiuto a Kiev. «La Nato non decide quando Macron ha un’idea ma quando si trovano tutti i Paesi», aveva commentato il ministro della Difesa italiano, Guido Crosetto. Perché, allora, Macron parla nuovamente di un’ipotetica escalation del conflitto voluto da Putin? Osservando l’attualità politica dell’altro versante delle Alpi, si possono trovare alcune possibili risposte. A poco più di un mese dalle elezioni europee, il partito macronista Renaissance continua ad andare molto male nei sondaggi. In quello quotidiano realizzato da Ifop, la lista di Macron non riesce a superare il 16,5% delle intenzioni di voto. Invece il Rassemblement National di Jordan Bardella e Marine Le Pen si attesta attorno al 31-32%. Peggio ancora, persino il moribondo Partito Socialista francese tallona i macronisti con il 13-14% delle proiezioni.E poi non dimentichiamo che il presidente francese ha altri grattacapi, come la protesta degli agricoltori, che dopo aver quasi bloccato il Paese qualche mese fa, sono pronti a rilanciare la contestazione. Ieri il capo dello Stato ha incontrato i delegati del primo sindacato agricolo, la Fnsea. Oltre alle agitazioni nel mondo agricolo Macron deve fare i conti con gli scioperi durante le Olimpiadi, minacciati da varie categorie. Inoltre il progetto di legge macronista sull’«aiuto a morire» non è la passeggiata che si aspettava il presidente francese. Sarà anche per questo che, forse, Macron cerca disperatamente un nemico che lo possa rafforzare agli occhi dei suoi concittadini.Non solo: alzare la voce in politica internazionale serve anche a mettere il cappello sulla futura difesa comune europea, che l’Eliseo immagina ovviamente a guida francese. Su questo tema, peraltro, Macron è evidentemente convinto di avere una sponda tanto in Mario Draghi che in Ursula von der Leyen.Le ultime boutade del leader francese non sono comunque rimaste senza commenti. La portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha commentato sarcasticamente: dichiarazioni di questo tipo, ha detto, «apparentemente, hanno qualcosa a che fare con i giorni della settimana, questo è il suo ciclo».Dall’Italia, il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha fatto sapere che il governo italiano non invierà mai i suoi soldati in Ucraina, perché la posizione resta «equilibrata». Anche se l’Italia continua a sostenere l’Ucraina, Roma, aggiunge Tajani, «non è in guerra con la Russia» e quindi non verranno mai inviati soldati italiani al fronte. Ancora più netto l’altro vicepremier, Matteo Salvini: «Mai un soldato italiano a morire nel nome di Macron. Io la penso così», ha twittato il leader della Lega e ministro per le Infrastrutture e i Trasporti.