2024-03-12
Dopo l’aborto Macron apre all’eutanasia
L’Eliseo accelera sul fine vita, che diverrà argomento elettorale in vista delle Europee: i malati terminali potranno uccidersi da soli o chiedere a un volontario un aiuto nell’assunzione della sostanza letale. Il premier Attal esulta: «È il progresso». Ira dei vescovi.Meno di una settimana dopo aver costituzionalizzato l’aborto, il presidente francese Emmanuel Macron vuole facilitare l’accesso a eutanasia e suicidio assistito. Certo, l’inquilino dell’Eliseo non usa queste definizioni, preferendo parlare di «aiuto attivo a morire», ma nei fatti si tratta sempre di un modo per favorire il ricorso alla «dolce morte». L’accelerazione imposta da Macron alla riforma dell’attuale normativa francese in tema di fine vita è arrivata nella serata di domenica, con un’intervista concessa dal presidente transalpino al quotidiano di sinistra Libération e a quello dei cattolici progressisti La Croix.Rispondendo ai giornalisti, il leader francese ha cercato di nascondere dietro a grandi principi e frasi sensazionali, l’atto inumano della somministrazione della morte. «L’abbiamo pensata come una legge di fraternità», che è uno dei valori della Repubblica francese. Secondo il presidente, la futura legge concilierà «l’autonomia dell’individuo e la solidarietà della nazione», offrendo «la possibilità di chiedere un aiuto a morire nell’ambito di condizioni molto ristrette». Tali condizioni si riassumono in quattro punti. Macron ha precisato che l’aiuto a morire sarà riservato «a delle persone maggiorenni», dotate «di un discernimento pieno e completo» e per questo saranno esclusi «i pazienti affetti da malattie psichiatriche o da malattie neurodegenerative che alterano il discernimento, quali l’Alzheimer». Il terzo criterio citato dal presidente è la presenza di «una malattia incurabile con una limitata speranza di vita a breve o medio termine». L’ultima condizione prevede che la persona stia subendo una «sofferenza - fisica o psicologica [...] refrattaria, ovvero che non può essere alleviata». «Se tutti questi criteri sono rispettati», ha continuato Macron, «si apre la possibilità» di «chiedere di poter essere aiutati a morire», successivamente «spetterà all’equipe medica decidere, collegialmente e in modo trasparente».Non è del tutto chiaro chi «aiuterà» a morire le persone che ne faranno richiesta. Il presidente francese ha citato il testo della proposta di legge. Questa prevede che «la somministrazione della sostanza letale è effettuata dalla persona stessa» che intende morire oppure, «qualora questa sia impossibilità di procedere fisicamente e su sua domanda», se ne occuperà «una persona volontaria» che «l’individuo che vuole morire avrà designato senza alcuna costrizione tecnica». Se questa opzione non fosse ancora possibile, la proposta di legge prevede che l’aiuto a morire sia fornito «dal medico o dall’infermiere che accompagna» il soggetto interessato.Poche ore dopo la pubblicazione dell’intervista di Macron, il premier Gabriel Attal ha fornito un dettaglio sull’iter parlamentare del progetto di riforma che inizierà il 27 maggio all’Assemblea nazionale. Con un post su X, dal tono spavaldo, il primo ministro ha dichiarato che «la morte non è un argomento tabù» per poi riporre il solito discorso trito e ritrito del fatto che «ognuno deve avere il diritto di morire nella dignità». Il premier ha, poi, impiegato le solite formule progressiste, spiegando che una legge che favorisce la morte è, secondo lui, «un progresso» per la Francia.Dal punto di vista politico, a tre mesi dalle elezioni europee, Macron ha trasformato in un tema di campagna elettorale l’aggiunta alla Costituzione della «libertà garantita» di abortire. Non è difficile immaginare che anche il tema del fine vita venga utilizzato come argomento elettorale, magari per far leva sulla parte «progressista» del mondo cattolico francese. Questo perché, secondo i sondaggi realizzati nelle ultime due settimane per il settimanale Journal du Dimanche e per Bfm Tv, il Rassemblement national (Rn) di Marine Le Pen e Jordan Bardella è largamente in vantaggio (28-28,5%) sul partito macronista Rénaissance (17-19%). Probabilmente, il presidente francese vuole attirare verso il suo partito i moderati di destra dei Républicains (Lr), tra cui ci sono anche i cattolici che temono il Rn, capaci magari di tapparsi il naso e sostenere il presidente abortista e pro dolce morte. Con questi voti, Macron potrebbe sperare di colmare un po’ le distanze con l’Rn e indebolire ulteriormente i Républicains. Va detto, comunque, che, come ha dimostrato il voto del Parlamento francese per l’aggiunta dell’aborto alla Costituzione transalpina, solo una minoranza di parlamentari Lr e Rn ha votato contro questa legge, così come l’unico senatore di Réconquete, il partito fondato da Eric Zemmour.L’intervista concessa da Macron a Libération e La Croix ha suscitato diverse reazioni, a cominciare da quelle della Conferenza episcopale francese (Cef). Per il suo presidente, monsignor Eric de Moulin Beaufort, «ciò che è stato annunciato non porta il nostro Paese verso più vita ma verso la morte come soluzione alla vita». Il vescovo di Nanterre, monsignor Matthieu Rougé, ha dichiarato che «non si può parlare di fraternità quando si risponde alla sofferenza con la morte». Per la dottoressa Claire Fourcade, presidente della Società francese di accompagnamento e cure palliative, «sarà più rapido entrare in contatto con un medico per chiedere l’aiuto a morire che per ricevere delle cure». Anche per lo scrittore e membro dell’Accadémie française, l’avvocato Francois Sureau, «Lo Stato non può essere coinvolto in alcun modo nella morte di una persona».
(Totaleu)
«Tante persone sono scontente». Lo ha dichiarato l'eurodeputato della Lega in un'intervista al Parlamento europeo di Strasburgo.