2020-02-28
Macron a Napoli per prenderci Libia e spazio
Emmanuel Macron e Giuseppe Conte (Ansa)
Dietro la facciata della collaborazione alla pari, i nuovi patti (che vengono tenuti segreti) ci penalizzeranno sia in Africa sia nel settore dei satelliti, in cui siamo all'avanguardia. Il bilaterale benedetto dal Colle riparte da quello targato Paolo Gentiloni.Qui la replica del Sottosegretario Riccardo Fraccaro.La Francia ha aspettato che al governo ci fosse di nuovo il Pd. Il vertice bilaterale numero 34 si è tenuto a settembre del 2017 a Lione, il numero 35 ieri a Napoli. Emmnauel Macron ha così potuto portare avanti il progetto di matrimonio congiunto che si è interrotto con l'arrivo del primo governo di Giuseppe Conte, quello a trazione leghista. Adesso, con la benedizione di Sergio Mattarella, le due nazioni possono tornare a condividere la politica nel Mediterraneo, attività congiunte militari sia in termini di industria della Difesa sia dentro il perimetro operativo delle missioni all'estero e soprattutto la partnership servirà a coordinare il voto in sede di Bruxelles. Le possibilità che l'alleanza bilaterale porti all'Italia qualche beneficio concreto sono quasi nulle. Eppure, il Quirinale presenziando al di fuori del protocollo (anomalo che Mattarella raggiunga Emmanuel Macron a Napoli per la cena) conferma la scelta di rendere operativo il trattato omonimo. Per questo i messaggi comunicati ieri dall'Eliseo e da Palazzo Chigi vanno setacciati con attenzione. Da un lato grande entusiasmo (i due politici promettono di affrontare assieme i temi del bilancio Ue) dall'altro si omettono i dettagli tecnici dei singoli accordi. Come tutti sanno il diavolo sta proprio nei dettagli. Su Libia, Sahel e spazio non sarà possibile - a differenza delle promesse di ieri - mantenere ruoli equilibrati ed equidistanti in modo da portare ricchezza a entrambe i Paesi. Ieri abbiamo accettato di condividere con la Francia ogni nostro obiettivo in Libia e Sahel, il che significa fornire ai cugini d'Oltralpe le ultime informazioni necessarie a Parigi per chiude il cerchio del Sahara. Lì c'è petrolio e gas e noi manderemo militari con l'obiettivo di controllare Paesi come il Niger e il Mali al fine di stabilizzare le aree settentrionali rendendo però più difficile favorire il nostro colosso, l'Eni. Eppure nessun accenno sui contrastanti interessi economici. A margine del vertice il ministro Lorenzo Guerini ha incontrato la collega francese, Florence Parly. Un colloquio bilaterale che «ha messo in evidenza», fa sapere la Difesa, «la profonda identità di vedute su molti dei principali dossier. Italia e Francia, Paesi fondatori della Ue e della Nato, condividono infatti una lunga storia di cooperazione e complementarietà nel campo della Difesa e affrontano le medesime sfide, dal terrorismo ai conflitti nell'area del Mediterraneo». Al centro del colloquio la situazione in Sahel e Libia. «Il nostro rinforzato impegno in Sahel è collegato agli analoghi sforzi che stiamo profondendo nella gestione della crisi in Libia». Sul tavolo dei due ministri anche la cooperazione industriale che riguarda il settore navale, ma anche quello dei satelliti, così come la cooperazione nel settore dei vettori spaziali, sia a livello bilaterale che multilaterale. In pratica i rischi sul petrolio, anche se spalmati su una realtà molto diversa, toccheranno pure lo spazio. Per Macron e Conte i due Paesi devono creare una filiera unica di sviluppo. Omettono che all'ultima ministeriale Esa (a Siviglia), l'agenzia spaziale ha di fatto bloccato lo sviluppo di tecnologia italiana, mettendo in un angolo il programma Vega. Macron dal canto suo ha bisogno di acquisire know how per fronteggiare i tedeschi e quello italiano nell'aerospazio è in questo momento all'avanguardia. Con l'accordo bilaterale sullo spazio, Parigi potrà avere le nostre aziende a disposizione per i suoi progetti e - colpo di genio - pure i soldi che l'Italia conferisce a livello europeo. Il giallorossi, follia, hanno portato il contributo da 1,6 a 2,3 miliardi di euro. Così da rendere ancora più appetibile il matrimonio o, sarebbe meglio dire, il banchetto. Purtroppo resta da capire quali siano stati gli accordi presi ieri sul tema dell'Unione bancaria. E pure lì, dal Mes al futuro riassetto del sistema del credito, abbiamo tanto da perdere.