2024-12-12
Macché farmaci più sicuri della storia. Gli studi che sconfessano le virostar
Burioni & C. negano ancora i danni delle iniezioni. Scordano le ricerche su miocarditi (a volte fatali), paresi, e «fallimenti vaccinali». Molte erano note quando, con Omicron, Draghi varò le contravvenzioni per gli over 50.Continuano a parlare come se gli effetti avversi dei vaccini non fossero mai esistiti. Rari, rarissimi, un incidente della storia. E si aggrappano ancora alla fandonia del «non lo sapevamo»: il green pass, con la variante Omicron, «forse era superfluo, ma allora non lo sapevamo», ha detto Fabrizio Pregliasco alla Stampa. E invece lo sapevamo benissimo. Su questo giornale lo scrivevamo, forse perché, a differenza dei televirologi impegnati a passare da una trasmissione all’altra, spulciavamo i bollettini dell’Istituto superiore di sanità e le ricerche scientifiche. Ed è su queste che vorremmo rinfrescare la memoria a chi, anziché studiare, insulta. Il «farmaco più sicuro esistente sulla terra» - parola di Roberto Burioni - è stato utile a proteggere anziani e fragili, sì. Ma ha lasciato dietro di sé anche una scia di danneggiati. E persino di vittime.Intanto, è troppo comodo parlare solo dei preparati a mRna. Per mesi, in Italia, è stato somministrato il vaccino ad adenovirus di Astrazeneca a giovani medici, insegnanti, poliziotti, carabinieri, nonché ai diciottenni tipo Camilla Canepa, morta dopo un Open day in Liguria. Alcuni di loro, come lei, sono stati stroncati dalle trombosi. E comunque, i medicinali a Rna messaggero non erano proprio innocui. Ci limitiamo a ricordare quali evidenze scientifiche sono man mano emerse, citando soltanto le ricerche oggetto di pubblicazione su riviste internazionali.Il capitolo più controverso è stato quello delle pericarditi e delle miocarditi, invero più frequenti negli under 40. Sui renitenti più giovani, se non appartenevano a certe categorie professionali, non pendevano le multe da 100 euro, ma solo - si fa per dire - il ricatto del green pass. Tuttavia, le infiammazioni cardiache hanno colpito pure individui anziani. Lo aveva dimostrato un paper di fine 2022: su Clinical research in cadiology erano usciti i risultati delle autopsie condotte su 25 pazienti di età compresa tra 46 e 75 anni, morti all’improvviso a poche ore dalla vaccinazione anti Covid a mRna. In tre casi, gli anatomopatologi avevano stabilito una correlazione con le iniezioni. In altri due, l’avevano considerata almeno «possibile».Erano emersi segnali preoccupanti già nella primavera del 2021, quando Israele aveva vaccinato a tappeto la popolazione. Nell’aprile 2022, Nature aveva dato spazio a un’indagine sul campo, riferita al periodo gennaio-giugno 2021, portata avanti da un team di scienziati di Boston e Tel Aviv: nel Paese mediorientale era stato riscontrato un aumento di oltre il 25% delle chiamate d’emergenza ai sanitari per arresti cardiaci e sindromi coronariche acute, da parte di persone tra 16 e 40 anni, proprio in concomitanza con la distribuzione delle prime e delle seconde dosi a mRna. I cardiologi italiani, intanto, insistevano: a differenza di quelle da Covid, le miocarditi da vaccino sono «lievi e autolimitanti». Certo: tranne quelle fatali... A febbraio 2022, su Archives of pathology and laboratory medicine, erano stati descritti gli esiti delle autopsie su due adolescenti americani, morti nel sonno pochi giorni dopo le iniezioni. Sul Journal of cardiology cases, invece, si era parlato di un ventenne giapponese sanissimo, ammalatosi a causa della seconda dose di Moderna: il ragazzo era sopravvissuto, però la sua miocardite «benigna e autolimitante» si era tradotta in una «fibrosi irreversibile». Contemporaneamente, un altro studio israeliano, sul Journal of clinical medicine, faticava a trovare complicanze cardiache nei soggetti contagiati dal Sars-Cov-2. Non significa che il Covid non potesse provocare miocarditi; ma pur avendo passato in rassegna la cartella clinica di quasi 197.000 adulti infettati tra marzo 2020 e gennaio 2021, dunque prima dell’arrivo dei vaccini, gli autori del saggio non avevano individuato un aumento statistico rilevante dei disturbi al cuore. Non tutte le complicanze, ovviamente, interessavano organi così delicati. Ci sono state paresi facciali, di solito reversibili, anche se qualcuno, come la signora Emilia Padovano di Torino, ha avuto il volto deturpato per sempre. E ci sono state le alterazioni del ciclo mestruale: Science Advances se ne accorse intervistando 35.000 donne, il 42,1% delle quali riferì di sanguinamenti più intensi e inaspettati dopo le inoculazioni. Scoprire gli altarini era questione di farmacovigilanza attiva, che in Italia è rimasta un flatus vocis e che i parametri dell’Oms non hanno favorito: di recente, sul Journal of clinical medicine, Alberto Donzelli, Paolo Bellavite e Ciro Isidoro hanno dimostrato che l’algoritmo dell’agenzia di Tedros Adhanom porta a sottostimare le reazioni avverse di circa 1.000 volte. Quanto all’efficacia dei vaccini nel contenere la trasmissione del virus, le relazioni settimanali dell’Iss parlavano chiaro: già con Delta e ancor più con Omicron, l’incidenza delle infezioni diventava superiore tra i vaccinati, specie se «pluridosati». L’esecutivo rispose inasprendo la disciplina del green pass e introducendo le famigerate multe. Per la serie: se il vaccino non funziona, è perché ce ne vuole di più. A fine dicembre 2022, su Science immunology, alcuni ricercatori tedeschi proposero anche una spiegazione del fenomeno che aveva attirato l’attenzione degli esperti già tempo prima e che alcuni loro colleghi, sul Journal of the american medical association, avevano definito «sorprendente». Si era appreso che, con il booster, cambiava la composizione degli anticorpi nell’organismo: a quelli abituati a «divorare» il virus, si sostituivano man mano quelli che, pur attaccandolo prontamente, inducevano una sorta di tolleranza immunitaria. Che qualcosa non andasse lo avevano capito pure i funzionari dell’Aifa: ai primi episodi di breakthrough infection, cioè di infezione di un paziente immunizzato, nelle mail interne svelate da Fuori dal coro, avevano iniziato a lamentarsi del cosiddetto «fallimento vaccinale». Era il mese di gennaio del 2021. Altro che «non lo sapevamo». La verità è che non potevano non sapere.
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