2023-01-15
Ma la vera trappola è già nella Costituzione
Michele Ainis (Leonardo Cendamo/Getty Images)
In pochi un anno fa si accorsero del fatto che la modifica degli articoli 9 e 41 avrebbe snaturato la Carta. E che con il pretesto della tutela del pianeta ora possono scattare imposizioni per proprietari di case e imprenditori. Con il beneplacito dell’Ue.Storditi dai postumi del Covid e preoccupati da ciò che stava per accadere in Ucraina, nessuno si è accorto delle conseguenze di una modifica costituzionale introdotta un anno fa dal Parlamento. Mi riferisco alla correzione dell’articolo 9, quello che nella stesura iniziale della carta su cui si regge la nostra Repubblica si occupava di promuovere lo sviluppo della cultura e della ricerca scientifica e tecnica. Un secondo comma assicurava tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della nazione. Fin qui nulla da eccepire, ma nel 2022 è entrato in vigore un successivo paragrafo, che oltre all’arte e alla storia si incarica di difendere l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi «anche nell’interesse delle future generazioni». Prevengo l’obiezione: chi può essere contrario a tutelare la natura? Credo non ci sia persona per bene che si auguri di inquinare di più. Dunque, quando fu approvata la modifica costituzionale nessuno fiatò, non percependo motivi per contestare l’innovazione costituzionale. Ragioni per dichiararsi perplessi non furono individuate neppure nelle modifiche all’articolo 41 che regola l’iniziativa economica privata, perché aggiungere che quest’ultima non può esercitarsi in danno dell’ambiente e della salute sembrava una considerazione ovvia e di buon senso.Eppure, a un anno di distanza dall’introduzione delle nuove norme, qualche riflessione critica è opportuna, perché al momento dell’approvazione delle modifiche costituzionali nessuno comprese le conseguenze di quegli apparentemente innocui commi aggiunti dal Parlamento. A richiamare la nostra attenzione ha contribuito ieri un articolo del professor Michele Ainis, il quale su Repubblica ha vergato un editoriale dal titolo inequivocabile: «La Costituzione violata». Secondo l’illustre docente, la Carta verrebbe sistematicamente ignorata su una serie di argomenti. Tra questi il prof include la tutela dei migranti e il trattamento dei detenuti. Non ci stupisce che Ainis prenda le difese dei carcerati condannati al 41 bis e dei profughi «condannati» a essere accolti, ritenendo che lo Stato dovrebbe sospendere le misure più restrittive per i detenuti più pericolosi e aumentare quelle a favore dei richiedenti asilo. Essendo nota la sua posizione sui giornali di sinistra con cui collabora, il professore non poteva che scrivere quello che ha scritto. Tuttavia, a farmi alzare le antenne è stata la difesa degli ecovandali, cioè di quei ragazzotti che se ne vanno in giro per musei e monumenti imbrattandoli di vernice in nome della difesa dell’ambiente. Secondo Ainis, il loro non è un comportamento criminale, ma una reazione disperata a tutela dell’ambiente. In pratica, secondo l’illustre editorialista di Repubblica, i giovanotti che bloccano le strade e insudiciano i palazzi, reagiscono alla violazione della Costituzione. La tesi non mi scandalizza, ma di questo passo, rivendicando il diritto alla protesta e alla disperazione, qualsiasi atto sarà legittimato, compreso fermare gli aerei in fase di decollo perché ogni velivolo inquina. E poi magari si potrà passare al blocco delle centrali a gas o delle pompe di benzina, perché anche gli idrocarburi inquinano. Ciò che ha suscitato in me un certo allarme è però il richiamo all’articolo 9 e al successivo articolo 41, quelli modificati dal Parlamento. Sebbene la formulazione dei due commi in questione sia generica, in mano a talebani come Ainis potrebbero diventare uno strumento invasivo dei diritti dei cittadini. Infatti, se lo Stato deve tutelare l’ambiente, nel momento in cui l’Europa vara una norma per la transizione energetica delle abitazioni, chi può escludere una legge che obblighi tutti i proprietari di immobili a cambiare la caldaia, rifare i serramenti e mettere il cappotto termico al proprio edificio? La Ue considera questi interventi irrinunciabili e se l’ambiente fosse un diritto costituzionale da difendere, lo Stato potrebbe applicare sanzioni o pene a tutela dell’aria e del territorio. E se l’articolo 41 dice che l’iniziativa privata è garantita, ma non può essere in contrasto con l’ambiente, chi può escludere che alcune produzioni vengano ritenute in conflitto con l’obbligo da parte dello Stato di tutelare la natura? Insomma, domani un proprietario di casa o un imprenditore potrebbero all’improvviso essere considerati fuori legge, anche se la propria abitazione o azienda risale a molti anni prima dell’entrata in vigore delle modifiche alla Costituzione. Vi sembra una follia? Anche a me. Ma purtroppo, l’ecologia è la nuova ideologia della sinistra e tutto si giustifica in suo nome, anche le stupidaggini e le vessazioni.
Volodymyr Zelensky (Ansa). Nel riquadro il bagno con sanitari in oro in una delle case dei corrotti smascherati a Kiev
Renato Mazzoncini, ad di A2a (Imagoeconomica)
Il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara (Ansa)