2018-10-06
L’ultimo sogno della sinistra italiana è un’armata Brancaleone del mare
La missione della nuova Ong tricolore, Mediterranea, sembra una passerella per Vip politicamente corretti. Molti, anche fra i progressisti, non nascondono i dubbi: la nave costa troppo e la sua utilità è più che dubbia.Come scriveva ieri mattina Repubblica, innalzando il suo ovvio peana alla nuova missione umanitaria Mediterranea, «l'ultimo sogno della sinistra batte bandiera italiana». Effettivamente ha un tricolore sulla crocetta la Mare Jonio, il rimorchiatore del 1971 che giovedì ha mollato gli ormeggi dal porto siciliano di Augusta e ora «incrocia nelle acque verso la Libia a caccia di migranti da salvare». Ed è italiana la nave d'appoggio Burlesque, che trasporta un carico di giornalisti e di operatori sociali, ma sulla quale ha già promesso di alternarsi un esercito di scrittori, attori, registi e intellettuali: messi in fila da Sandro Veronesi, ecco i compagni e amici Michela Murgia, Marco Cassini, Massimo Coppola, e poi c'è il fumettista Gipi, i registi Paolo Virzì e Gabriele Muccino, e ancora Alessandro Bergonzoni, Franco Cordelli, Antonio Pennacchi, Roberto Alajmo… Insomma, ci sono tutti, tutti i meglio nomi del gauchismo à l'italienne, che ora giurano di voler raccontare de visu il dramma dei migranti. A dire il vero, alla galleria manca soltanto il volto barbuto di Roberto Saviano: ma già ai primi di luglio, quando sul Corriere della Sera Veronesi gli aveva lanciato un appello clamoroso, invitandolo con un (allora oscuro) «imbarchiamoci su una nave Ong per salvare i migranti», il buon Saviano aveva gentilmente finto di non sentire.Oggi si capisce che cosa tre mesi fa avesse in testa Veronesi; non diceva tanto per dire. Però sorge un dubbio legittimo: la missione Mediterranea è davvero il nuovo sogno umanitario italiano? Oppure è soltanto un'azione di propaganda, un po' estetico-dannunziana e magari fine a sé stessa? «Questa è un'azione cui partecipano tanti soggetti», diceva il giorno della partenza della flottiglia Ada Talarico, referente della missione. «Sono singole persone, l'Arci, le Ong Ya Basta di Bologna e Sea Watch, il magazine online I Diavoli, imprese sociali come Moltivolti di Palermo. Un gruppo di parlamentari e di esponenti politici che si è reso garante dell'iniziativa…».Per l'iniziativa, in effetti, sono stati raccolti tanti soldi. Uno degli organizzatori di Mediterranea, Aessandro Metz di Legacoopsociali, ha spiegato che Banca Etica ha prestato 480.000 euro. Mentre Nichi Vendola e i parlamentari di Liberi e uguali Nicola Fratoianni, Erasmo Palazzotto e Rossella Muroni ci hanno messo lo stipendio o beni personali. Altri ignoti donatori avrebbero versato 100.000 euro, raccolti con il passaparola. Il presidente di Banca Etica, Ugo Biggeri, annuncia che altri soldi arriveranno, perché l'istituto «sta supportando il crowdfunding, per trovare 700.000 euro». Del resto, il rimorchiatore Mare Jonio, anche se vecchio, non è gratis: pare che l'acquisto (forse in leasing) sia costato 350.000 euro. Poi la nave ha dovuto essere riattata e predisposta per imbarcare naufraghi, con la creazione di un congruo numero cuccette e, si immagina, di un'infermeria. I lavori di trasformazione, dicono quelli di Mediterranea, sono stati affidati a un manipolo di ventenni dei centri sociali, coordinati dall'ex leader degli antagonisti Luca Casarini. Poi c'è la Burlesque d'appoggio. C'è la nafta. Ma la flottiglia rossa farà salvataggi veri o si limiterà alla propaganda? Si vedrà. Due giorni fa, il ministro dell'Interno Matteo Salvini aveva bollato la missione come «una nave di scalcagnati». Aveva detto il vicepremier leghista: «Fate quello che volete. Prendete il pedalò, andate in Tunisia, in Libia o in Egitto. Ma in Italia nisba». Molto più politicamente corretto è stato il suo collega grillino, Luigi Di Maio: «Ben venga l'iniziativa», ha dichiarato ieri, «è una sentinella civica».Ma i dubbi sulla concretezza dell'iniziativa cominciano a fioccare, anche in aree politicamente attigue alla missione. E non sono dubbi scorretti. Ieri Sergio Scandura, giornalista di Radio Radicale certo non ostile alla congrega di Mare Jonio, ha segnalato che «il vecchio rimorchiatore era l'unica nave che il mercato offriva, ma ha un costo forse doppio rispetto a navi più grandi», che di certo avrebbero meglio operato nel recupero dei naufraghi. E Matteo Villa, esperto d'immigrazione dell'Istituto per gli studi di politica internazionale, ha aggiunto con logica ferrea che «se davvero si vuole fare attività di “monitoraggio e denuncia" nel Mediterraneo, non servono imbarcazioni, ma aerei». E ha ricordato che «il colibrì di Pilotes Volontaires (una Ong che opera alla ricerca di naufraghi, ndr) costa 150 euro per ogni ora di volo. E monitora una zona di mare ben più ampia» di quella che può garantire una nave.Insomma, cresce la paura che scrittori, politici, registi e intellettuali, abbiano solo lanciato la loro bella crociata, estetica e tanto appagante. In luglio, nel suo appello sul Corriere, Veronesi si augurava di avere a bordo anche Jovanotti, Celentano, «o Monica Bellucci che fa da interprete dal francese. O Chiara Ferragni che allatta. O Giorgio Armani che compie 84 anni». Ecco. Per fare l'en plein mancano soltanto loro.