2024-02-07
L’ultima palla (al centro?) di Renzi è sui Marò
Pur di attaccare Giorgia Meloni, il senatore di Iv accosta i due episodi. Ma la donna è accusata di violenza, i militari erano in missione.Matteo Renzi è in campagna elettorale. Mollato da quasi tutti coloro che lasciarono il Pd per seguirlo in Italia Viva (gli ultimi ad abbandonarlo sono stati Ettore Rosato e Elena Bonetti, che sono confluiti in Azione), il senatore semplice di Riad ha bisogno di non vedere il suo partitino restare fuori dal parlamento europeo. Dunque, ogni occasione è buona per attirare l’attenzione. Non gli basta aver invaso le redazioni dell’Italia intera con le anticipazioni del suo ultimo fondamentale libro, «Palla al centro», una summa di pettegolezzi con rivelazioni sulle vacanze di Rocco Casalino e gli sms di Giorgia Meloni. Dunque, per farsi notare ogni pretesto è buono. L’ultimo è la detenzione di Ilaria Salis, la giovane attivista che da un anno è in prigione a Budapest. Con una dichiarazione diffusa ai quattro venti e pubblicata da quattro fogli, l’ex premier se l’è presa con Giorgia Meloni, accusandola di non fare nulla per ottenere la scarcerazione della giovane italiana in prigione «da un anno e mezzo». Sì, anche i mesi per Renzi sono un’opinione e dunque se una persona è stata arrestata l’11 febbraio del 2023, se serve a far polemica si può sostenere che sia in cella da un anno e mezzo. Tuttavia, a prescindere dalla questione dei mesi in più che vengono addebitati al presidente del Consiglio, e senza tener conto del fatto che fino allo scorso ottobre fu la stessa Ilaria Salis a pretendere il silenzio sulla sua detenzione per non farla diventare un caso, a colpire è l’accostamento operato da Renzi tra la vicenda della militante di sinistra detenuta in Ungheria e i due marò arrestati 12 anni fa in India. L’ex premier accusa Giorgia Meloni per una frase che lei avrebbe pronunciato quando i due militari italiani protagonisti del caso Enrica Lexie erano trattenuti nello stato del Kerala, con l’accusa di aver sparato e ucciso due pescatori. «All’epoca, mi dette dell’eunuco, ma con il mio governo i marò furono riportati a casa», ha sentenziato Renzi. Tuttavia, la vicenda di Ilaria Salis e quella di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non hanno niente da spartire. Infatti, la giovane in carcere a Budapest è dietro le sbarre perché secondo l’accusa farebbe parte di un’organizzazione di estrema sinistra che si incaricava di aggredire con una mazza (il gruppo è denominato la banda del martello) gli avversari politici. E lei stessa sarebbe stata fermata dopo un pestaggio e in compagnia di uno dei militanti della gang, per di più con un manganello in tasca. Ovviamente si tratta di accuse tutte da dimostrare, perciò Ilaria Salis, come chiunque altro, va ritenuta innocente fino a che non sia intervenuta una sentenza definitiva. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò di cui parla Renzi, a differenza della giovane arrestata non erano in India per aggredire qualcuno o per partecipare ad aggressioni di qualche avversario, ma erano servitori dello Stato a cui, tramite il governo dell’epoca (quello di Mario Monti), quello stesso Stato aveva affidato il compito di difendere delle navi battenti bandiera italiana dalle aggressioni dei pirati. E questo fecero, sparando contro un’imbarcazione che, secondo loro, non aveva rispettato l’alt intimato dai militari. Fu un grosso equivoco? Quelli a bordo non erano sequestratori ma pescatori? Sì, ma la questione non cambia: Latorre e Girone non erano privati cittadini, che all’estero partecipavano a una manifestazione, ma soldati in missione per conto del nostro Paese e perciò il nostro Paese si è dovuto far carico della loro difesa e della loro scarcerazione. Renzi ovviamente di tutto ciò per ragioni di polemica si dimentica, preferendo far intendere che Salis e i due marò siano la stessa cosa, ossia detenuti ingiustamente trattenuti. Ma così non è. E tra le dimenticanze c’è anche il fatto che i militari furono arrestati il 19 febbraio del 2012 e mentre dopo un anno Latorre rientrò in Italia per un intervento chirurgico, Girone fu trattenuto in India fino alla fine di maggio del 2016, cioè quattro anni e mezzo dopo i fatti per cui erano stati arrestati. Certo, non è tutta colpa di Renzi se ci è voluto tanto per riportarli a casa. Però forse è il caso di ricordare che l’ex sindaco di Firenze divenne presidente del Consiglio a febbraio del 2014, cioè due anni dopo l’arresto di Girone e Latorre e ci vollero più di due anni prima che il suo governo ottenesse la liberazione dei militari. Insomma, visto che si parla di eunuchi, quella di Renzi non pare una gran prova di machismo. E poi, diciamoci la verità, uno che a Firenze era soprannominato il Bomba, farebbe meglio a non scrivere libri che parlano di palle.
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