
Il pugno duro di Roma sull'immigrazione ha effetti che l'Europa non può trascurare e il nodo maltese ha rivelato tutte le ipocrisie sulla ricollocazione degli extracomunitari. Dimitri Avramopoulos risponde all'appello del premier: «Discutiamo misure supplementari». I Paesi europei che la scorsa estate si erano impegnati a ripartirsi gli immigrati non hanno finora mantenuto i patti. Nel frattempo l'illuminata e misericordiosa Malta, dietro il paravento dell'accoglienza ai 49 extracomunitari appena sbarcati dalle navi Sea Watch e Sea Eye, riesce a spedire sul continente ben 220 stranieri. Il premier italiano Giuseppe Conte ha chiesto un incontro urgente al commissario europeo Dimitri Avramopoulos. E dall'Ue sui ricollocamenti è arrivata un'apertura nei confronti dell'Italia. Almeno a parole, Bruxelles dice che ora ci ascolterà. Del resto, con il pugno duro del governo grilloleghista, il calo dei flussi migratori è stato palpabile su scala continentale. Nel frattempo, quindi, i porti italiani restano chiusi. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini mantiene la posizione e su Twitter snocciola dati: «Il 16 luglio 2018, dopo l'arrivo a Pozzallo di 447 immigrati, era stata prevista una ricollocazione tra i Paesi europei. Gli accordi prevedevano di trasferire un totale di 270 persone, invece i trasferimenti effettivi sono stati solo 129». La ripartizione stabilita era la seguente: 23 persone in Germania; 50 in Francia; 19 in Portogallo; 16 in Irlanda; 21 in Spagna (e zero a Malta). Poco dopo, il 26 agosto 2018, dalla nave Diciotti sono sbarcati a Catania 177 africani. «Anche questi», rimarca Salvini, «dovevano essere ricollocati ma ne ha presi 16 solo l'Irlanda». Insomma, gli altri Paesi (Malta in testa) non sono stati di parola. Risultato: l'Italia, secondo il Viminale, non è in dovere di elargire ulteriori aiuti. Le lobby dell'accoglienza a tutti i costi e alcuni esponenti dell'opposizione hanno provato a smentire Salvini sui numeri e hanno suonato la carica, strombazzando sui social le parole pronunciate dalla portavoce della Direzione generale Migration and home affairs della Commissione europea, Natasha Bertaud, secondo la quale gli accordi sarebbero stati rispettati e i trasferimenti andati a buon fine: «Molti sono stati completati e sembra che ci siano alcuni casi non risolti. Questo può dipendere da diverse cause, ad esempio dalla latitanza dei richiedenti asilo, che non sono più reperibili e quindi non possono essere ricollocati». In più, secondo la Bertaud, anche gli accordi con Malta sarebbero stati rispettati. In una nota ufficiale, da La Valletta replicano a Salvini: «Quando gli esperti italiani e maltesi si sono riuniti per decidere le modalità di attuazione degli impegni, si è convenuto che poiché entrambi i Paesi si erano reciprocamente impegnati a trasferire e accogliere lo stesso numero di migranti e poiché tali migranti avevano già dovuto affrontare una traversata e un salvataggio difficile, anziché effettuare uno scambio, ognuno dei due paesi avrebbe mantenuto 50 migranti sul proprio territorio, rispettando le rispettive quote senza effettuare concretamente lo scambio». Pertanto La Valletta «ha trattenuto i 50 sbarcati dalla Lifeline che avrebbero dovuto essere trasferiti in Italia e l'Italia ne ha trattenuti 50 dal caso di Pozzallo che avrebbero dovuto essere trasferiti a Malta». Mercoledì sera il premier Giuseppe Conte, dopo un vertice col ministro dell'Interno, ha chiesto un incontro al commissario Avramopoulos per mettere finalmente in atto la ricollocazione degli oltre 200 migranti che da agosto l'Italia aspetta siano accolti dalla Germania, dall'Olanda e dagli altri sette Paesi europei che non hanno dato seguito agli impegni. Avramopoulos ha fatto sapere che è disposto a incontrare il governo italiano per discutere di misure supplementari. Nel frattempo, però, il premier maltese Joseph Muscat, con il gioco delle tre carte, sui migranti ha rifilato all'Europa un bel pacco. Ha lasciato in mare le due navi delle Ong con 49 persone a bordo per 20 giorni, finché non ha ottenuto ciò che desiderava: liberarsi anche degli ospiti dello sbarco precedente. Di fatto, ha allontanato dal proprio territorio 220 extracomunitari. Quando il braccio di ferro si è concluso, passando addirittura per buon samaritano, ha incassato i complimenti di mezza Europa e firmato l'accordo: Germania e Francia prenderanno 60 migranti ciascuno; il Portogallo 20; l'Olanda, il Lussemburgo e l'Irlanda 6, la Romania 5. Ieri pomeriggio anche la Slovenia ha mostrato una certa apertura e ha fatto sapere che è disponibile ad accogliere 5 persone. Altri 10 immigrati, gli unici che metteranno piede in Italia, saranno ospitati nel centro accoglienza di Scicli (Ragusa), gestito dalla Federazione delle Chiese Evangeliche, poiché la comunità valdese ha dato la sua disponibilità senza alcun onere per lo Stato italiano. A questo elenco vanno aggiunti 44 cittadini del Bangladesh che verranno sicuramente rimpatriati, perché non hanno diritto a restare in Europa. In totale, a conti fatti, andranno via da Malta 220 persone. E quando qualcuno lo fa notare, La Valletta ha pure il coraggio di dirsi «sdegnata».
Matteo Ricci
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2025-09-16
Costa: «La Ue migliori la gestione delle frontiere per contrastare l'immigrazione illegale»
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