Nell’ultimo anno il mercato azionario è balzato del 28% soprattutto grazie ai titoli minerari. Basso tasso di crac ma gli analisti avvertono: «Attenti a volatilità e instabilità». Nigeria, Egitto e Kenya in espansione.
Nell’ultimo anno il mercato azionario è balzato del 28% soprattutto grazie ai titoli minerari. Basso tasso di crac ma gli analisti avvertono: «Attenti a volatilità e instabilità». Nigeria, Egitto e Kenya in espansione.Il mercato azionario africano rappresenta, secondo numerosi analisti, un’opportunità affascinante e spesso sottovalutata dagli investitori globali. Anche se raramente compare nei portafogli internazionali, il continente africano si sta facendo strada come una delle regioni a più rapida crescita economica. La Borsa di Johannesburg (Jse), il mercato azionario più avanzato dell’area, riflette in parte questa vitalità. Di recente, l’indice Jse ftse all ha superato i 96.000 punti, avvicinandosi alla soglia dei 100.000. Questo slancio è stato alimentato dai titoli minerari sostenuti dal rialzo dei prezzi di oro, argento, platino e rame.Durante il World government summit di Dubai, tenutosi alcuni mesi fa, il tema del rischio legato agli investimenti in Africa è stato molto dibattuto. Akinwumi Adesina, presidente dell’African development bank, ha condiviso un dato sorprendente: «Il tasso di fallimento in Africa è solo dell’1,7%, nettamente inferiore a quello di regioni come l’America Latina e l’Europa Orientale». Una statistica che invita a riconsiderare certi preconcetti e apre nuovi scenari.Tuttavia, come puntualizza Salvatore Gaziano, responsabile delle strategie d’investimento di Soldiexpert scf, «seppure nell’ultimo anno il mercato azionario africano ha mostrato prestazioni impressionanti, con un incremento del 28%, ben al di sopra del 5% registrato dalle azioni mondiali e dai mercati emergenti in generale, vi è da ricordare l’andamento nel tempo. Guardando all’ultimo decennio, l’Africa ha registrato una sottoperformance significativa: l’indice delle Top 50 africane ha avuto un rendimento quasi nullo rispetto al 4% annuo degli emergenti e al 10% delle azioni mondiali. Questo dato evidenzia la volatilità e le sfide associate agli investimenti in questa regione. Noi guardiamo a questa area soprattutto per i titoli auriferi e delle materie prime ma con un approccio tattico come società di consulenza patrimoniale».Sebbene sia ancora poco rappresentata nei grandi indici finanziari globali, l’Africa mostra segnali convincenti per un aumento della sua rilevanza nei portafogli internazionali. Paesi come Nigeria, Egitto e Kenya stanno attraversando un periodo di forte espansione economica trainata da una classe media in ascesa, più consumi interni e investimenti infrastrutturali e tecnologici.Ci sono però rischi significativi. L’instabilità politica ed economica in molte nazioni può generare incertezza normativa e corruzione, fattori che pesano negativamente sulla fiducia degli investitori. Anche la volatilità valutaria è un tema: basti pensare al deprezzamento del rand sudafricano negli ultimi 15 anni. I mercati africani sono spesso poco liquidi rispetto a quelli occidentali e cresce l’influenza geopolitica della Cina, con implicazioni potenzialmente complesse legate a dazi e rapporti commerciali. Chi desidera investire deve considerare che il Sudafrica rappresenta circa il 50% della capitalizzazione totale dei mercati azionari africani, seguito da Marocco ed Egitto.
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